Intervista de “La Nuova Savona.it” ad Anna Camposampiero, candidata di Pace Terra Dignità alle elezioni europee 2024 nel Collegio del Nord Ovest

È da questo semplice assunto che nasce la lista che Michele Santoro ha voluto chiamare “Pace, terra, Dignità”: perché senza la pace, quando tutte le risorse vengono spese in armamenti, non può esistere benessere.

La sanità pubblica, la dignità del lavoro e dell’istruzione, l’eguaglianza sulla quale poggiano i pilastri della Costituzione italiana stanno rischiando grosso, lo vediamo da tempo nelle crisi che si susseguono dal 2008, amplificate dalla pandemia del 2020 e dall’inflazione conseguente alla guerra in Ucraina.

Lo vediamo dallo scoramento rassegnato di cittadini che non usano neppure più l’unica arma davvero democratica, quella del voto, ormai certi di non poter incidere, di non poter decidere: di essere destinati a subire le scelte altrui.

A questa sconsolata convinzione si contrappone con passione Anna Camposampiero, storica attivista che ha visitato tanti luoghi di conflitto nel mondo e documentato gli orrori che ha visto: dirigente di Rifondazione comunista, nell’esecutivo della Sinistra europea, in Italia si occupa di diritti dei migranti nella rete “Mai più lager – No ai CPR”.

Recentemente le cronache hanno raccontato del suo incontro ravvicinato col governo della Turchia, con tanto di impronte digitali, foto segnaletiche e requisizione del passaporto.

Candidata per la lista Pace, Terra, Dignità nella nostra circoscrizione, è stata in questi giorni a Savona. E noi l’abbiamo intervistata.

Anna Camposampiero, lei ha una vasta conoscenza delle questioni internazionali. Come e quanto pensa che l’Europa possa incidere sulla situazione attuale?

Se l’Europa tornasse a svolgere il ruolo per cui è nata, ovvero se tornasse ad essere uno spazio di pace e di solidarietà, potrebbe incidere molto. La polarizzazione che vediamo ogni giorno è del tutto strumentale: nei conflitti qualcuno si deve porre come parte intermedia, neutrale, democratica. La guerra arricchisce pochi, non genera posti di lavoro, e sembra che non ci si renda conto del rischio che corriamo: se un paese della Nato attacca la Russia, crediamo che Putin non risponderà? O dobbiamo piuttosto chiederci quale parte del Nord Italia verrà disintegrata per prima: Friuli, Lombardia, Veneto?

Anna Camposampiero

In queste settimane si è parlato molto di Italia, poco di Europa. Cosa dovrebbe cambiare in Europa, cosa non ha funzionato se da Altiero Spinelli e dal manifesto di Ventotene siamo arrivati alla situazione di oggi? Secondo lei l’Europa è diventata un groviglio burocratico?

Un groviglio più che altro  economico. Cito sempre l’appello promosso dagli economisti Emiliano Brancaccio e Robert Skidelsky pubblicato sul Financial Times nel 2023, a un anno dall’inizio del conflitto in Ucraina. Le guerre in corso hanno cause sotterranee che non si possono ignorare: dal sostanziale fallimento della globalizzazione alla reazione protezionistica americana, mancano le “condizioni economiche per la pace”.

Per cui ecco il via al patto di stabilità (con astensioni imbarazzanti, e fatte salve naturalmente le spese per le armi), ed ecco il sostanziale addio alla transizione ecologica: combustibili fossili, rigassificatori ed economia di guerra come unico futuro. Il prezzo del grano è tornato ai livelli di prima della guerra, ma quello del pane e della pasta no.

Stessa cosa per l’energia. Come si può promettere welfare e sanità pubblica, se le risorse vanno a finire in armamenti? Una situazione che non potrà che peggiorare se l’Europa imposterà quella sorta di maggioritario per il quale le decisioni saranno prese a maggioranza e non sarà più necessaria l’unanimità.

Trova che le strutture europee siano sovradimensionate?

Trovo che sia rischiosa la narrazione che ha convinto gli italiani a tagliare il numero dei parlamentari, con l’unico risultato di ridurre ulteriormente la rappresentanza. Il Parlamento europeo va riformato non perché abbia meno potere, perché ne abbia di più: è quello il luogo del dialogo, il Consiglio europeo è il luogo dei governi nazionali. Oggi l’idea dominante è “ho vinto io, decido io: quando vincerai tu deciderai tu”. Ma questa è la morte della politica, e dello stesso progetto europeo.

Infatti l’impressione è che la politica non si senta tanto bene: come si può riparare alla disaffezione che fa sì che circa metà della popolazione non voti più?

Tanto per cominciare restituendo ai cittadini la rappresentanza, col proporzionale e con le preferenze. Oggi l’eletto non ha più alcun interesse a mantenere i rapporti con i territori, e gli elettori non sanno neppure chi votano. In Salvador ho visto parlamentari che con cadenza costante organizzano assemblee rendicontando quello che hanno fatto, ricostruendo di volta in volta i legami coi luoghi che li hanno eletti.

Un solo esempio: in Italia la guerra, l’argomento più importante di tutti, è sostanzialmente fuori dalla campagna elettorale. Una norma impediva all’Italia di vendere armi a Paesi in conflitto. Derogata in fretta e furia, da una deroga all’altra risulta ormai inapplicata: un ulteriore segno di imbarbarimento.

Perché votare Anna Camposampiero?

Perché per me la politica è mettersi a servizio. Perché ho esperienze e competenze, pur senza essere una professionista della politica. Perché ho passione. Perché bisogna fermare la guerra a tutti i costi.

GIOVANNA SERVETTAZ

da La Nuova Savona.it

4 giugno 2024

foto di Marco Sferini