Rigassificatore, una minaccia non ancora del tutto sparita
Una decisione unanime, quasi “storica”, perché non si vedono proprio tutti i giorni mozioni unitarie e sottoscritte da tutti i gruppi del Consiglio regionale della Liguria.
Ad unire le forze politiche sotto un unico testo, che impegna la giunta a portare al governo la voce della contrarietà al trasferimento del rigassificatore di Piombino in quel di Savona-Vado Ligure, dopo tante lotte sul territorio, è l’oggettiva difficoltà che la destra ha provato dopo lo scandalo Toti e dopo il terremoto che ne è seguito nel poter affermare che quella presa dall’ex Presidente della Regione fosse cosa buona e giusta.
Il risultato conta. Soprattutto quando si aprono delle contraddizioni tali da divenire dirimenti per il risultato di un impegno veramente popolare che ha coinvolto decine di migliaia di savonesi e cittadini della provincia. Ma anche molti altri comuni oltre quelli più limitrofi alla zona di paventato insediamento della nave gasiera nello specchio d’acqua davanti alla rada di Vado.
Potrebbe essere – il condizionale rimane d’obbligo – la parola “FINE” ad una lotta che non ha conosciuto sosta nel tempo e che, pur potendo declinare sotto il rischio delle lungaggini burocratiche e di tempi ancora più prolissi della politica tanto regionale quanto nazionale, non si è fatta intimidire né dalle minacce apertis verbis né dalla portata dell’impegno.
Adesso la Giunta regionale e il suo Presidente devono mettere sul tavolo di Palazzo Chigi una decisione che, si può dire, non ha colore politico: che è assemblearmente unanime e che esprime l’effettivo disagio, la rabbia e la contrarietà senza se e senza ma di un intera comunità fatta di molte particolarità, ma decisamente unita nel fine che si è proposta e dal quale la separa solo l’ultima considerazione da parte dell’esecutivo.
Rifondazione Comunista è stata in questa lotta con tutta la convinzione che le deriva da decenni di lotte ambientaliste, per la difesa tanto del territorio quanto delle istanze del lavoro, contro ogni tipo di speculazione affaristica. Tanto più oggi in un tempo di economia di guerra in cui si barattano fin troppo facilmente ambiente, armi, occupazione e disagio sociale.
L’impegno nostro, unitamente a quello dei comitati che lo hanno con tenacia promosso, è di rimanere attentamente vigili, senza lasciarci troppo convincere che la partita sia chiusa. Non lo è ancora e, per questo, fino a che il pericolo non sarà scongiurato, l’organizzazione territoriale dell’opposizione al rigassificatore deve rimanere determinata e attiva come fino ad ora ha fatto con grande capacità di critica e di azione.
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
FEDERAZIONE PROVINCIALE DI SAVONA
Savona, 7 gennaio 2025
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