Nella incertezza di una crisi a più livelli, nell’autunno della ennesima manovra di bilancio lacrime e sangue varata dal governo Meloni, in mezzo a tentativi di capovolgimento dell’ordine democratico per mezzo di controriforme che vengono parzialmente fermate dall’intervento dei giudici costituzionali, in tutto questo disordine locale e globale, voi fate ancora i congressi?
È la domanda che ci si sente ogni tanto fare da chi si stupisce che, nell’era della partecipazione digitale, dell’intelligenza artificiale e di tutto ciò che è immateriale ma acquista, proprio per questo, un nuovo valore di sostanza, le comuniste e i comunisti si aggrappino a quelli che possono apparire come degli “stanchi riti” per decidere la linea politica della propria organizzazione e, nello specifico, di un partito politico.
Sì, è la risposta. Facciamo i congressi e, nonostante tutto, proviamo a farli anche in presenza, senza scartare le nuove opzioni da remoto per favorire una ancora più ampia partecipazione. Proprio qui sta il nocciolo della questione: i congressi sono un momento assembleare che, da sempre, è lo zenit dell’incontro tra le differenze interne che si mettono a confronto; quindi è l’apice della dialettica e anche dello scontro.
L’auspicio è che, soprattutto in questa fase complicatissima, il XII Congresso nazionale del Partito della Rifondazione Comunista dia allo stesso una chiara linea politica e, quindi, anche una impostazione organizzativa necessariamente nuova, che adegui la debolezza attuale della nostra pur ancora presente struttura su tutto il territorio italiano alle esigenze di una modernità cui non si può prescindere. Se saprà fare questo, il congresso sarà tutt’altro che un “rito stanco”.
In sintesi, questo è il comune tratto politico che è emerso dalla riunione del Comitato politico federale tenutasi sabato 16 novembre nella sede della Federazione in via Garroni 61 R. a Lavagnola, il quartiere più a monte di Savona dove il PRC ha la sua nuova casa: conquistata con l’impegno e la generosità di tante compagne e tanti compagni che hanno, con le loro sottoscrizioni, l’acquisto del locale dove prima operava la Società di Mututo Soccorso “Aldo Cailani” degli ex lavoratori dell’ILVA-Italsider.
La presentazione dei documenti portati all’attenzione del dibattito è stata affidata a Marco Sferini (documento 1 – “Fuori la guerra dalla storia. Per una alternativa antifascista e popolare alla guerra e al neoliberismo“, primo firmatario il Segretario nazionale Maurizio Acerbo) e Gianni Ferretti (documento 2 – “No alla guerra, per un mondo nuovo. Per una coalizione popolare contro la guerra, il liberismo, il fascismo“, sostenuto da Paolo Ferrero). Sostanzialmente, come riconosciuto dai proponenti e presentatori, i documenti sono in larghissima parte sovrapponibili sul piano dei contenuti.
La differenza marcatamente evidente sta nella questione epocale dei rapporti tattici nel contesto, principalmente, nazionale ma, non di meno, anche nei riflessi locali che ha l’acquisizione di una fisionomia uniforme per quanto riguarda il posizionamento nelle lotte e nella disposizione elettorale del Partito. Dialogare o meno con le altre forze progressiste? E se sì, in che modo, forma, misura? E se no, come predisporre una forza di alternativa nello schiacciante schema bipolare tornato in auge?
Sono tutte domande che dividono i due documenti e che prospettano per Rifondazione Comunista una scelta di non poco conto. Il dibattito evidenzia proprio la sottile linea rossa che diviene sempre più marcata tra le due espressioni tattiche: per il documento sostenuto da Maurizio Acerbo e dalla maggioranza del Comitato politico nazionale occorre mantenere l’autonomia del Partito e, al contempo, riaprire un dialogo con tutte le forze progressiste per costruire una conflittualità sociale che sia argine tanto alle destre quanto al neoliberismo.
Per il documento proposto e sostenuto da Paolo Ferrero, invece, non vi sono spazi perché tutto questo possa concretizzarsi fattivamente e l’unica missione possibile per Rifondazione è quella di dare vita ad un polo popolare della sinistra di alternativa a tutti gli altri schieramenti, riconoscendo a centrodestra e centrosinistra una sostanziale somiglianza nella convergenza su temi dirimenti come la guerra, l’imperialismo, le questioni prettamente economico-finanziarie e una declinazione antisociale del ruolo politico proprio.
Il dibattito scalda più che altro i cuori. I toni rimangono civili, entro una dialettica che ci si augura prosegua unitariamente nella anche più drastica divisione sulla tattica, su temi come la riorganizzazione del PRC nelle sfide che lo attendono se non si perderà nei meandri del governismo da un lato o in quelli del settarismo dall’altro. La scelta è difficile, ma non impossibile. Ferrero promette: chiunque vinca, resterò nel Partito. E si augura che così facciano anche le compagne e i compagni del documento 1.
Non era scontata una premessa di questo genere nella fase del dibattito nelle federazioni e nei circoli. Sembra un buon auspicio e, sinceramente, ci si augura che non solo resti tale ma sia la precondizione per un lavoro di insieme che non può che fare bene a tutte e tutti. Di sicuro la scelta tra i due documenti impone un bivio che fa seguire, a seconda della via che si intraprende, l’esatto opposto dell’altra sul piano dei rapporti a sinistra e col resto delle organizzazioni sociali, sindacali e culturali.
Sono due culture della politica diverse e, quindi, non ci si deve nascondere il fatto che il prevalere dell’una metterà oggettivamente in difficoltà l’accettazione della linea da parte dell’altra. Ma l’appello all’unità del Partito, se non trascende questa dicotomia, quanto meno mitiga la litigiosità intrinseca nelle fasi congressuali e offre uno spunto di confronto più pacato e meno rissoso.
Il Comitato politico federale di Savona sceglie a stragrande maggioranza di sostenere il documento 1 di Maurizio Acerbo che ottiene 13 voti. Il documento Ferrero 1 voto. Nessuno si astiene. Conseguentemente viene eletta la Commissione provinciale per il Congresso di cui faranno parte: Daniela Biggi (documento 1), Roberto Casella (documento 2), Marco Sferini (documento 1).
Nelle prossime settimane saranno convocati i congressi di circolo e sarà calendarizzato anche quello provinciale. Potete seguire tutte le fasi del Congresso nello speciale pubblicato su questo spazio internettiano e, se volete farlo in prima persona, vi aspettiamo nella sede di via Garroni a Lavagnola oppure negli appuntamenti che, di volta in volta, segnaleremo sempre qui e sui canali social della Federazione.
Buon XII Congresso nazionale a tutte e tutti!
RED.
18 novembre 2024