La notizia colpisce: “Arrestato un giovane suprematista a Savona. Gli inquirenti: “Ideologia neonazista, voleva una strage come a Utoya”. Le intercettazioni: “Donne, ebrei e comunisti sono tutti da sterminare””.
Colpisce soprattutto l’età di chi si rifà ad una ideologia criminale, omicida, razzista e genocida come quella nazista, come quella fascista. Un ragazzo di 22 anni, non un reduce della repubblica di Salò o un ex combattente come Junio Valerio Borghese. Il terrorismo di matrice nera, nerissima, che viene individuato, scongiurando possibili attentati, ha il volto di giovani uomini alla fine del secolo scorso o addirittura estranei a quel confine temporale.
A Savona, tranquilla città di provincia, una vicenda simile a quelle di Traini, di Breivik: bloccata prima che potesse sfociare in qualcosa di veramente tragico. Un “nuovo ordine sociale“, inneggiante alle Waffen SS, al suprematismo bianco di matrice statunitense e al peggiore degli incubi della storia europea e italiana. Militarismo, xenofobia, razzismo, omofobia e disprezzo per le donne. Esaltazione della mascolinità e della disciplina, dell’ordine prima di tutto, sopra ogni principio di libertà sia collettiva sia individuale.
Il giovane arrestato aveva diffuso sui social un odio ormai conosciuto e riconoscibile: la matrice è una insofferenza verso la società in cui viviamo pieni di frustrazioni, di ingiustizie, alimentate da un ricorso ad una mitologia devastante di icone di un passato autoritario e totalitario che viene invocato per risolvere i problemi che le destre sovraniste e neofasciste individuano come elementi da scardinare per una “rinascita” nazionale, perversamente nazionalista: migranti, stranieri in generale, senzatetto, omosessuali, rom, sinti, chiunque abbia un colore della pelle diverso da quello che viene invece visto come “naturale” e degno di rispetto…
La risposta delle destre al disagio sociale crescente è fatta di odio e di discriminazione: non è vero che è inclusiva e che può rientrare nei valori e nei princìpi costituzionali della Repubblica. Il governo non ha sciolto nessuna delle organizzazioni neofasciste che si celano dietro i nomi più disparati.
Avrebbe dovuto invece dare un segnale forte, laicamente repubblicano e antifascista, proteggendo le fondamenta democratiche di una Italia dove i giovani di vent’anni devono attingere ad una cultura che non sia quella dello scontro nel nome della superiorità razziale o maschile, ma della solidarietà sociale, della condivisione comune di spazi e luoghi dove interagire e scoprire la ricchezza delle differenze.
Una ricchezza che, è bene ricordarlo, i migranti portano anche materialmente all’Italia con lavori estremamente umili e per i quali vengono ricompensati, sovente, con scostanza, circospezione e quella terribile tolleranza che troppo spesso viene spacciata come qualcosa di estremamente positivo, mentre altro non è se non ipocrita sopportazione del “diverso da noi“.
Rifondazione Comunista chiama tutte le forze democratiche, progressiste e antifasciste alla massima vigilanza, soprattutto in un periodo di recrudescenza della crisi economica dettata da una pandemia che si prospetta ancora lunga e che sta immiserendo larga parte di strati sociali già provati dalle politiche liberiste di questi decenni.
La povertà nutre la disperazione sociale dove i sovranisti sono abili rimestatori di odio e di capri espiatori, per distrarre dalle vere cause da cui originano tutti i disagi di gran parte della popolazione.
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
FEDERAZIONE PROVINCIALE DI SAVONA
Savona, 22 gennaio 2021