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Savona, il sindaco registra all’anagrafe il figlio di due donne

Il Sindaco di Savona, Marco Russo

Applaudiamo l’iniziativa del Sindaco di Savona, Marco Russo, sulla registrazione anagrafica del figlio di una coppia omogenitoriale. E’ un atto importante che si unisce a quello di altri sindaci italiani che disobbediscono civilmente alla disposizione del Viminale che vieta il riconoscimento di questi bambini in quanto persone, in quanto cittadini della Repubblica.
Di seguito la dichiarazione del Sindaco di Savona in merito all’atto compiuto.

(RED.)


Il 28 marzo ho registrato la nascita di un bambino nato a Savona il 18 marzo. L’ho registrato come figlio di una mamma biologica e di una mamma intenzionale” scrive il sindaco di Savona. L’ho fatto per queste ragioni che ho comunicato a prefettura e procura: il Sindaco si trova in frontiera, direttamente a contatto con le persone, i loro bisogni, le loro domande, le loro speranze, le loro paure.

Il nostro agire è stretto tra i volti dei cittadini e i vincoli e le lacune delle norme vigenti e dalle possibilità, spesso limitate, di cui le nostre amministrazioni dispongono: vale per la casa, il lavoro, le povertà, la disabilità. Vale anche per i diritti civili.

Ora mi trovo di fronte a due donne, unite civilmente. Il nostro ordinamento riconosce le unioni civili quale “specifica formazione sociale”. Il loro è un progetto comune, da tempo riconosciuto socialmente e praticato nella realtà e da qualche anno riconosciuto anche dalla legge: da esso nascono diritti e doveri di ciascuna nei confronti dell’altra.

Esse hanno anche condiviso un progetto genitoriale, attuato tramite le pratiche di procreazione medicalmente assistita (PMA), che la legge non ammette per coppie omosessuali, ma che all’estero è possibile.

Da questo progetto genitoriale è nato un bambino, che ora ha dieci giorni e due donne mi chiedono di registrarlo come loro figlio, l’una, mamma biologica, l’altra mamma intenzionale.

La richiesta mi viene fatta come Ufficiale di Stato civile, che deve applicare la legge. Si tratta quindi di verificare se nel nostro ordinamento, vi siano gli spazi per dare una risposta alla domanda che mi è stata rivolta, in modo adeguato ai tempi e conforme ai principi ispiratori del nostro sistema giuridico, oltre alla nostra sensibilità.

Se il bambino fosse nato all’estero, nulla osterebbe alla trascrizione dell’atto di nascita formato all’estero, come figlio di due donne. La giurisprudenza di legittimità costante afferma che la trascrizione dell’atto di nascita formato all’estero non è contrario all’ordine pubblico, integrato dai valori giuridici condivisi con la comunità internazionale e dalla tutela dei diritti fondamentali – come risultano dalla Costituzione, dalla Carta dei diritti fondamentali della Unione Europea, dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, dalla Dichiarazione ONU dei diritti dell’uomo – , rispetto ai quali si affievoliscono le norme interne che non rispondono a tali principi (Cass. SS.UU. 12193/2019).

In questo contesto viene affermato il principio di tutela del diritto del minore al riconoscimento della filiazione con i genitori intenzionali; il diritto alla bigenitorialità e alla vita famigliare (quindi nel contesto della formazione sociale in cui egli è accolto), che l’ordinamento gli riconosce, e il diritto a non essere discriminato in ragione della modalità con cui si è proceduto al suo concepimento, che la giurisprudenza ha spesso ribadito.

Il problema viene invece posto nel caso in cui la nascita avvenga in Italia.

La Corte Costituzionale, denunciando il vuoto legislativo, ha invocato l’intervento del legislatore con una disciplina organica che “individui le modalità più congrue di riconoscimento dei legami affettivi stabili del minore, nato da PMA praticata da coppie dello stesso sesso, nei confronti anche della madre intenzionale”, fornendo così, seppure indirettamente, una direzione da seguire. Anzi, la Corte Costituzionale ha affermato che non è più tollerabile l’inerzia del legislatore.

La Corte di Cassazione si è espressa più volte in senso contrario alla registrazione della genitorialità di due donne.

Invece, la giurisprudenza di merito ha ritenuto di riconoscere la possibilità di registrare la nascita, facendo leva sull’art. 8 della L. 40/2004 che afferma che “i nati a seguito dell’applicazione delle tecniche di procreazione medicalmente assistita hanno lo stato di figli nati nel matrimonio o di figli riconosciuti della coppia che ha espresso la volontà di ricorrere alle tecniche medesime”, norma che viene applicata indipendentemente dal sesso dei genitori e dal luogo in cui la tecnica è stata praticata.

L’interpretazione di questa norma viene adottata sulla base dei principi per i quali viene ritenuto trascrivibile in Italia l’atto di nascita formato all’estero e della necessità di tutelare i diritti del minore.

In questo quadro, sento il dovere di procedere alla registrazione, per due ragioni.

Innanzitutto, le argomentazioni dei Tribunali e delle Corti di Appello sono conformi ad un dovere che sento vivamente, di tutelare un minore e di dare risposta a due donne, che hanno un progetto di vita insieme, nell’ambito del quale hanno condiviso un progetto genitoriale che, sebbene non previsto dalla nostra legge interna, è comunque ritenuto conforme al nostro ordine pubblico, ossia ai valori fondamentali condivisi dalla comunità internazionale, basati sulla nostra Costituzione, dalla Carta dei diritti fondamentali della Unione Europea, dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, dalla Dichiarazione ONU dei diritti dell’uomo.

In secondo luogo perché di fronte alla persistente inerzia del legislatore, che si sottrae ai propri compiti, come Sindaco sento il dovere di dare la risposta alle due cittadine che si sono rivolte, con speranza, al nostro Comune, auspicando che ciò possa rafforzare l’invocazione di un intervento e di pari assunzione di responsabilità in capo al Parlamento: in questo senso, questo atto vuole far giungere al Legislatore una voce, non solo dall’alto delle Supreme Corti, ma anche dal basso del Paese reale, con cui i Sindaci sono in contatto e del quale sono in qualche modo l’espressione.

MARCO RUSSO
Sindaco di Savona

Savona, 31 marzo 2023