Senza fare paragoni troppo azzardati, ma ci è parso, nel dare una nuova sede provinciale a Rifondazione Comunista a Savona, di non sciogliere quel legame che c’era, questa volta con noi stessi, con la continuità dell’organizzazione, del Partito stesso nato nel 1991.

Allora fu proprio il binomio della “rifondazione comunista” a creare una speranza, a dare, se ne si osserva la storia anche dall’alto dei trent’anni trascorsi, un contributo non certo residuale ed irrilevante al mantenimento di una finestra sul progressismo di alternativa di sinistra in Italia.

Quella storia, iniziata e continuata nel 1991 anche a Savona da un rendez vous di coraggiosi, ostinati e molto diversi fra loro compagne e compagni d’avventura, in tutti i sensi, non poteva finire con la chiusura obbligata della storica sede di via Urbano Rella. Il costo dell’affitto era divenuto esorbitante per un piccolo partito, anche se “dalle grandi ragioni”.

Siamo stati costretti, immediatamente dopo l’ondata pandemica, a ragionare su come portare avanti l’attività del PRC coniugandola con esigenze completamente nuove, adeguandoci ad un corso degli eventi tutt’altro che semplice.

In trent’anni di attività sociale e politica il Partito ha sempre potuto contare sulle quote del tesseramento delle compagne e dei compagni iscritti, sui contributi degli eletti nei vari organi istituzionali locali e nazionali; nonché sulla parte più consistente dell’autofinanziamento: le feste di Liberazione prima e le RifondaFesta poi.

Quando, dal 2008 in avanti, la rappresentazna parlamentare è venuta meno, gli iscritti sono progressivamente diminuiti e le feste sono state possibili fino al 2019, prima del biennio pandemico, la federazione savonese ha potuto fare conto sempre su minori entrate a fronte di uscite invece sempre consistenti: in particolare alla voce “affitto sede”.

Nell’estate del 2021 siamo riusciti a realizzare una festa a Cantagalletto, unitamente al contributo della circolo stesso, ma in questo 2022, purtroppo, pur avendo previsto di fare la RifondaFesta a Porto Vado presso la Società “Baia dei Pirati”, siamo stati costretti a rinviare l’evento: l’impegno nella dismissione della sede di via Rella ci ha occupato totalmente e ha assorbito le energie che ancora possiamo dire di avere.

L’intempestività dell’appuntamento con le elezioni politiche ha, poi, appesantito ulteriormente il lavoro delle compagne e dei compagni per la ricerca di una nuova casa comune, di un nuovo luogo dove poter sviluppare quella politica che volevamo continuare a fare e che, oggi possiamo dirlo, continueremo a fare proprio grazie a tutte e tutti coloro che hanno creduto nel progetto.

La nuova sede che abbiamo inaugurato nel locale di via Garroni 61 rosso a Lavagnola è tutto questo:«una piccola sede ma – come ha sottolineato il Segretario provinciale Walter Surano – che per noi ha un grande, enorme valore».

E’ il valore dell’esistenza per la resistenza e per quell’insistenza che ci rende ostinatamente ancora incapaci di accettare questa società per come ci viene proposta e illustrata dal mercato, dalle televisioni, dalle grandi aziende che magnificano prodotti e bisogni spesso superflui.

E’ il valore che si lega alla condivisione degli spazi e che il Segretario provinciale esprime così: «Per noi la sede provinciale del Partito è uno spazio aperto, un punto di riferimento per associazioni, comitati e singoli che vogliano ritrovarsi indipendentemente dall’adesione a Rifondazione Comunista e che, comunque, intendano fare rete per fermare le destre, per riproporre una cultura della socialità che rischia di essere ridimensionata insieme agli spazi di democrazia».

Un insieme di propositi condivisi dal Segretario regionale Sergio Dalmasso e da Giovanni Ferrando dell’ANPI di Lavagnola che sono intervenuti portando il saluto del Partito ligure e della locale sezione antifascista.

Grazie ad una sottoscrizione comune, il cui risultato potete sempre vedere aggiornato sul sito (cliccate qui), e ad un disinterassato impegno che ha come unico scopo il rinnovamento della sinistra di alternativa a partire dal cantiere di Unione Popolare, oggi possiamo dire di aver salvato Rifondazione Comunista a Savona da presente “assente” e da un futuro incerto.

Continueremo insieme, tutte e tutti, noi e voi, a fare quanto ci è possibile per difendere le ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori, degli studenti, dei pensionati, di chiunque sia discriminato e trattato con forza in una condizione di debolezza, anche qui, nel nostro territorio, nella nostra provincia.

Vogliamo farlo collaborando fattivamente con il maggior numero di realtà possibili: mettendoci a disposizione dei movimenti antifascisti, di quelli ecologisti, supportando le azioni sindacali, sostenendo le lotte delle giovani generazioni che hanno diritto di vivere in un mondo a misura di esseri viventi e non solo di capitale e di uomo.

L’inaugurazione della nuova sede del Partito rimarrà una data importante nella storia savonese di Rifondazione Comunista: dopo trent’anni di vita politica, si apre un nuovo capitolo organizzativo.

Nulla va perso, tutto viene rivalorizzato. E noi che abbiamo lavorato perché questo potesse essere, dobbiamo adesso essere orgogliosi del nostro impegno, della collaborazione di ciascuno e dell’unità che attorno a ciò siamo riusciti, con le nostre poche forze, a determinare.

MARCO SFERINI
Responsabile provinciale organizzazione

Savona, 28 dicembre 2022