Pace Terra Dignità. Senza congiunzioni, senza virgole. Tre parole icastiche, come in un telegramma che dalle comunità locali all’Europa si vuole inviare direttamente a Bruxelles e a Strasburgo. Mediante il voto, tramite una delega a parlare al Parlamento del Vecchio continente di qualcosa che oggi è al di fuori del discorso politico propriamente detto.

Si discute di candidature, di test per il governo, di campi larghi e progressisti, ma la pace la si tira in ballo soltanto come promemoria morale, mentre poi si votano i crediti di guerra, l’invio di armi tanto sul fronte NATO-Russia in Ucraina quanto su quello Netanyahu-Hamas a Gaza.

Invece c’è una lista che è di scopo, che ha per ora questo obiettivo: mettere proprio la pace al centro della sua rivendicazione politica, sociale, morale e culturale. La pace come grimaldello quasi rivoluzionario in un epoca in cui parlare di disarmo è vietato o quasi; in cui pronunciare il termine “diplomazia” è cedere alle tirannie e ai terrorismi che minacciano il cosiddetto “mondo libero“.

In meno di un mese, Pace Terra Dignità ha raccolto in tutta Italia più di centomila firme di cittadine e di cittadini che hanno quindi sostenuto una alternativa alle altre forze in campo: una opzione che non intende piacere a tutti, ma che ha l’ambizione di poter piacere a tanti che non andavano più a votare da tempo e che, magari, in questa proposta possono leggere una novità, seppure gravosa, dettata dalle terribili contingenze in cui la politica e l’economia internazionale si è venuta a trovare.

Bice Parodi è, come evidente dal suo cognome, ligure, candidata genovese nel Collegio Nord Ovest, quindi del nostro territorio, espressione di Rifondazione Comunista nella “lista di Santoro”, così come viene sbrigativamente chiamata da giornali e siti internettiani la lista della colomba bianca. Figlia di Piera Sonnino, sopravvissuta ad Auschwitz, Bice è inoltre responsabile dell’Associazione “Italia Cuba” di Genova e firmataria tra gli altri, insieme a volti noti come Gad Lerner, dell’appello “Voci Ebraiche per la Pace”.

Anche per te la domanda di rito che introduce questa nostra chiacchierata: perché, al di là delle ragioni di Partito, hai accettato di candidarti in Pace Terra Dignità? Una sfida che ti impegna contro i titani della politica consumata dei grandi partiti che hanno molte tribune televisive, decine di migliaia di euro da spendere, grandi slogan e paroloni da agitare… Dunque, chi te l’ha fatto fare?

Pur facendo attività politica fin dai lontani tempi delle FGCI non ho mai cercato candidature ma le ho sempre accettate per spirito di servizio. Questa volta però avevo un motivo in più. Io sono ebrea anche se non praticante come lo era la famiglia di mia madre. 

Nell’ottobre del 1944 vennero arrestati dai fascisti a Genova e deportati ad Auschwitz. Mio nonno e mia nonna andarono subito alle camere a gas, tre miei zii e due zie morirono nei mesi successivi e solo mia madre riuscì a sopravvivere tornando a Genova dopo cinque anni di ospedale, rifiutando di trasferirsi in Israele su invito dei parenti che erano fuggiti prima della guerra. 

Mia madre ci insegnò a lottare affinché a nessuna famiglia potesse capitare quello che era capitato alla nostra famiglia. Per questo io e mia sorella abbiamo sempre partecipato ai movimenti contro la guerra sin dai tempi del Vietnam. 

Per questo ho firmato l’appello “Mai indifferenti – voci ebraiche per la pace” che chiede l’immediato cessate il fuoco a Gaza e nella West Bank e si dissocia dalle posizioni delle comunità ebraiche italiane allineate a sostegno del governo israeliano. 

 Con la mia candidatura e insieme alle candidature di compagni e compagne palestinesi ho l’opportunità di levare ancor più alta la mia voce contro il genocidio in atto a Gaza.  L’Europa anche in questo frangente, come per l’Ucraina, non è riuscita ad avere una posizione autonoma a favore del dialogo ma si è appiattita sulle posizioni statunitensi.

C’è chi l’Europa la vuole modello “Stati Uniti”, chi la pretende fatta di patrie neonazionalistissime, chi una confederazione, chi più realisticamente la osserva e si rende conto che è un aggregazione politico-amministrativa al servizio delle istituzioni monetarie e finanziarie. Pace Terra Dignità che tipo di Europa vorrebbe provare a cambiare e magari a costruire?

Il sogno del Manifesto di Ventotene era ben diverso dall’Europa che si è venuta a creare.  Il sogno di un’Europa federale in cui si consolidavano valori di democrazia condivisa cancellando rivalità nazionalistiche che avevano caratterizzato secoli di guerre si è trasformata in una realtà di piccoli interessi soprattutto economico finanziari che non appassiona più i cittadini e ancor meno le giovani generazioni. 

A livello internazionale si è scelta la subalternità agli Stati Uniti tanto che più di Alleanza Atlantica si dovrebbe parlare di Sudditanza Atlantica. E questo anche quando questo ha comportato scelte disastrose anche economicamente per l’Europa stessa.     

Quello che vorremmo è quindi riportare in parte l’Europa al sogno iniziale rendendola un baluardo della democrazia e dei diritti umani con una politica estera attiva per favorire, in un mondo multipolare, la cooperazione internazionale e la pace.

In questo momento in cui la crisi climatica è il problema dei problemi solo con la piena cooperazione internazionale si può pensare di affrontarlo seriamente e con le guerre e la logica della competizione col “nemico” questo sarà impossibile. 

Non un “Super Stato” con un “super esercito” ma una grande federazione basata su valori democratici e con un ruolo internazionale a difesa di tali valori.

Visto che siamo in Liguria, proviamo a contestualizzarla nell’Europa di oggi e domani. Infrastrutture e collegamenti col nord Europa, con la frontiera francese, col mare che è il portatore di una serie di problematiche globali che allarmano Bruxelles e i singoli governi: ad iniziare dall’epocale questione migratoria. La nostra regione che posto ha nel Vecchio continente che guarda al nuovo millennio?

La Liguria è da secoli una delle porte commerciali tra il mediterraneo e il nord Europa e purtroppo molte delle infrastrutture di collegamento sono rimaste quelle del dopoguerra (autostrade) o del secolo scorso (ferrovie).

Quasi sempre le privatizzazioni si sono rivelate dei grandi affari per chi subentrava allo Stato e un pessimo affare per la collettività.   

A fronte di una situazione autostradale disastrosa in Liguria ben rappresentata dalla tragedia del ponte Morandi non è pensabile uno sviluppo del trasporto merci su gomma ma si dovrebbe ragionare sullo sviluppo di quello su rotaia ma evitando progetti faraonici e spesso destinati al fallimento come il TAV.

Le merci non hanno necessità di Alta velocità ma di binari liberi e scorrevoli.   Per quanto riguarda i flussi migratori la Convenzione di Dublino è uno dei simboli del tradimento dello spirito fondativo dell’Europa.

La libertà di movimento e la cooperazione di tutti i paesi europei nell’affrontare il fenomeno dell’immigrazione è uno dei nostri obiettivi, anche in considerazione che la crisi demografica europea necessita di “forze fresche” anche dal punto di vista dello sviluppo economico

Facciamo il gioco della torre, senza troppo entusiasmo. Ma facciamolo. Chi butti giù: Zelensky o Putin?

Senza troppi problemi entrambi.

Diritti civili ed umani senza giustizia sociale rischiano spesso di essere mere enunciazioni per avere più che altro consensi politici e poter poi governare proprio contro gli interessi di coloro dai quali si è ottenuta la maggioranza dei voti. Come è possibile oggi, con tutto ciò che accade, immaginare un Parlamento europeo capace di incidere nelle questioni reali della gente? Non ti sembra che la Commissione europea abbia un ruolo sproporzionato rispetto a quello dell’assemblea di Strasburgo?

Nel momento in cui l’astensionismo si aggira intorno al 50% c’è già una crisi della democrazia. E spesso vediamo come l’opinione dei cittadini non venga tenuta in alcun conto dalle istituzioni (non solo europee).

Dai sondaggi la maggioranza dei cittadini europei era contro l’invio di armi all’Ucraina ma chiedeva un forte intervento diplomatico e niente di tutto ciò è stato recepito dalle istituzioni. Anche di fronte al massacro in corso a Gaza la richiesta generalizzata di sanzioni contro Israele non ha per ora avuto nessun seguito.

Effettivamente nell’opinione comune “il parlamento europeo non serve a nulla” ed effettivamente una volta nominata la Commissione Europea questa sembra decidere autonomamente riuscendo ad incidere   sulle questioni reali delle gente ma spesso in peggio.

Occorre rivedere questo meccanismo per renderlo più democratico e coinvolgente per i cittadini europei.

Michele Santoro ha, fin dall’inizio dell’esperienza di Pace Terra Dignità, dichiarato di voler riuscire a concretizzare il risultato elettorale mediante soprattutto la riaffezione al voto di coloro che non si sono, come lui, recati alle urne da tempo perché non trovavano una forza politica a cui dare fiducia. Credi sia possibile, contrariamente a tutti gli indicatori sondaggistici e alle percezioni comuni, un risultato in questa direzione?

E’ un tentativo che andava fatto, nessuno di noi nasconde la sua difficoltà anche in considerazione del quasi generale boicottaggio da parte dei mezzi di comunicazione nazionali e locali. Direi che solo La 7 ha dato rilievo ospitando diverse volte Michele.

Queste sono considerate da molti analisti le elezioni europee più importanti da sempre a fronte di sfide cruciali in diversi campi: militare con il rischio di un conflitto nucleare, economici con i nuovi equilibri internazionali dei Paesi emergenti, militari con il rischio di un conflitto nucleare, ambientali con i cambiamenti climatici che stanno accelerando oltre i modelli previsionali degli scienziati.

Su questi temi stiamo cercando di smuovere quanti in questi anni hanno rinunciato al voto a fronte di schieramenti contrapposti che poi, sui temi essenziali come la guerra ad esempio, si trovano schierati dalla stessa parte.  

Noi abbiamo puntato principalmente sul tema della pace perché senza la pace ogni altro problema non potrà neppure essere affrontato. Speriamo di essere la sorpresa di queste elezioni e che la nostra presenza stimoli le altre formazioni ad avvicinarsi alle nostre posizioni.

E se non ci riusciremo, continueremo a lottare “in direzione ostinata e contraria” per la pace, contro la guerra. 

Grazie Bice per il tuo tempo, per il tuo impegno.

REDAZIONALE

2 giugno 2024


Speciale Elezioni Europee 2024