Marco stretto

La piattaforma Maersk e la "memoria corta"

Perché a Vado Ligure non avete appoggiato Attilio Caviglia?

Riccardo Rosso

Ricordiamo che per parlare, discutere e confrontarsi con Marco Ravera, e più in generale con Rifondazione Comunista, basta scrivere all'indirizzo prc-savona@libero.it.

Ciao Riccardo,
questo argomento continua a tenere banco. Da prima delle elezioni alcune persone ci hanno chiesto il perché della nostra presentazione autonoma alle Elezioni comunali di Vado Ligure. Alcuni lo hanno fatto mandandoci mail, altri accusandoci, in forma rigorosamente anonima su un blog, Attilio Cavigliadi essere al servizio del Presidente dell'Autorità Portuale Canavese. Altri ancora, facendo un po' di confusione, attaccano l'attuale Sindaco di Vado che credono espressione del nostro partito. Proverò allora, sollecitato dalla tua mail, a fare una breve cronistoria che forse aiuterà a fare un po' di chiarezza.

In occasione delle Elezioni comunali nel 2004 Rifondazione incontrò sia le forze di centrosinistra che candidavano a Sindaco Carlo Giacobbe, che vedevano tra le proprie fila Caviglia e altri componenti dell'attuale Giunta, sia la lista "Vivere Vado" nato dal comitato "Vado Vuole Vivere" che aveva tra i fondatori uno dei maggiori esponenti del PRC vadese, Giorgio Barisone.

Nel primo caso l'accordo non si concretizzò per le forti differenze programmatiche con particolare riferimento alla privatizzazione della casa di Riposo (la Fondazione Ferrero e abbiamo visto come è andata a finire...), la scelta di ampliare la discarica del Boscaccio, il voto favorevole ad un piano di interventi sul fronte mare e sulla portualità vadese, ovvero la piattaforma. Si perché Giacobbe, con Caviglia, aveva nel 2004 la piattaforma già scritta nel programma!

Con il movimento ambientalista l'accordo sfumò all'ultimo secondo. Temi come la precarizzazione del lavoro, la pace non potevano essere citati. Troppo trasversale il fronte che appoggiava Franca Guelfi a Sindaco. Così Rifondazione decise la presentazione autonoma con la candidatura a Sindaco di Mauro Lami.

Attilio Caviglia e Franca GuelfiErano gli anni in cui il nostro partito, prima dell'approvazione il Regione del Piano regolatore portuale - non votato dai rappresentanti del PRC - chiedeva a gran voce un referendum vincolante sulla piattaforma. La maggioranza, di cui faceva parte Caviglia, negò questa possibilità e andò avanti tranquilla.

Poi qualcosa cambiò e nel 2007, due anni dopo l'approvazione del Piano regolatore portuale, una parte consistente della maggioranza di Giacobbe si dimise dalla Giunta, anche se rimase in un primo momento in maggioranza, per la contrarietà al progetto della Maersk. Me lo ricordo bene. Era agosto e i "dimissionari", guidati dell'ormai ex vice Sindaco Attilio Caviglia, ci raggiunsero alla Festa di Liberazione a Zinola. Le motivazioni erano e sono note: la piattaforma così come ipotizzata non era sostenibile neanche per chi l'aveva avuta nel proprio programma. Una scelta importante, degna del massimo rispetto che avrebbe potuto aprire un nuovo corso immediatamente.

Ma non fu così. Sul finire dello stesso mese una nostra delegazione incontrò l'allora Sindaco Carlo Giacobbe per proporre un'uscita a sinistra dalla crisi della Giunta. La risposta fu negativa anche perché il primo cittadino di allora cercò di compiere un ultimo, disperato tentativo per recuperare il rapporto con gli ex alleati: chiamare la popolazione ad una consultazione popolare sul tema della piattaforma.

Detto fatto. La consultazione venne organizzata, ma non si trattava di un referendum come alcuni fecero credere "ingannando" a mio modo di vedere la popolazione, ma appunto di una consultazione non vincolante con un questionario non statisticamente corretto. Per questo criticammo in Consiglio comunaleIllarcio, Caviglia e Vaccarezza la decisione di provvedere ad una simile consultazione (curiosamente proposta dagli stessi che anni prima negarono un referendum, quello si vincolante). Per questo ritenemmo che la nostra posizione contraria all'intervento non trovasse risposta nelle modalità di consultazione. E i fatti, purtroppo, ci diedero ragione. I vadesi si espressero contro la piattaforma Maersk, ma il progetto proseguì più o meno tranquillamente il suo iter e venne approvato in Consiglio comunale il 2 agosto 2008. Consiglio nel quale fu impedita la partecipazione al nostro Consigliere.

A seguito di questi passaggi e della variata maggioranza in Comune a Vado Ligure, Attilio Caviglia, passato formalmente all'opposizione, privilegiò il dialogo con forze apartititche andando a formare il gruppo che poi vinse le elezioni nel 2009. Una scelta politica chiara e legittima: rompere con i partiti in nome di un trasversale "no alla piattaforma". Nonostante questo ci furono diversi passaggi, ad alcuni dei quali partecipai personalmente, tra il candidato Sindaco Attilio Caviglia e il locale Circolo di Rifondazione.

Sapevamo che una corsa solitaria, in perfetta clima antipartitico, ci avrebbe penalizzato, ma l'accordo sfumò e sfumò sostanzialmente per due motivi. Il primo riguardava la natura programmatica. Una lista non può esistere solo per dire no alla piattaforma. Vado è anche politiche sociali, ambientali, occupazionali. Il secondo motivo si deve, invece, ricercare nel profilo politico della lista. Partecipiamo spesso alla costruzione di liste civiche, ma queste Attilio Caviglia Sindaco di Vado Ligure
Attilio Caviglia e Franca Guelfi vice Sindaco di Vado Ligure
Enrico Illarcio Assessore all'Urbanistica
Attilio Caviglia e Angelo Vaccarezza Presidente della Provincia
sono sempre essere connotate politicamente. Caviglia scelte la trasversalità non disdegnando l'appoggio, ad esempio, della Lega Nord. Per questo non abbiamo appoggiato Attilio Caviglia.

La vittoria, tuttavia, non spazzò via atteggiamenti "ostili" nei nostri confronti. Cito un esempio su tutti: la non partecipazione all'iniziativa sulla piattaforma organizzata lo scorso agosto nella nostra Festa di Liberazione.

Oggi il clima è migliore. La Giunta Caviglia è attaccata dal centrodestra e dal centrosinistra e forse si è accorta che non eravamo poi "malaccio".

Marco Ravera
Savona - Dicembre 2009