Marco stretto

Il PD è una cosa, noi siamo un'altra

Pensate ancora di considerare il PD un alleato se vince Di Tullio o Monica Giuliano? Vi propongo questi documenti ho ritirato la tessera del PD perché non posso stare dentro un partito che considera la Resistenza partigiana non più un valore, e la lotta sindacale una cosa che disturba il manovratore. Un PD savonese che frulla cemento e solo cemento come pratica politica dentro ad un programma del nulla per i cittadini normali.

C.A.

Ricordiamo che per parlare, discutere e confrontarsi con Marco Ravera, e più in generale con Rifondazione Comunista, basta scrivere all'indirizzo prc-savona@libero.it.

Caro C.A.,
posso anche condividere alcune sue considerazioni (non abbiamo riportato gli allegati per motivi di spazio così come alcune consideraziLivio Di Tulliooni "pesanti" su Di Tullio e Giuliano che nulla avrebbero aggiunto alla domanda, ndr), ma trovo singolare che queste valutazioni e queste critiche vengano fatte da chi aveva la tessera del PD fino a pochi giorni fa. Rispetto ovviamente la sua scelta, ma se colgo bene noi non dovremmo stare in coalizione con il Partito Democratico che rinnega la Resistenza, intralcia la lotta sindacale, "frulla cemento", ma lei poteva stare tranquillamente dentro lo stesso partito. Le due cose oggettivamente non reggono.

Partiamo dall'inizio. Come mi è già capitato di scrivere noi non siamo organici al centrosinistra e concretizziamo l'alleanza esclusivamente in base a precise condizioni programmatiche (basti pensare alle elezioni amministrative dello scorso anno incluse le Elezioni provinciali) e oggi più di ieri credo sia opportuno trovare delle forme per difendere la democrazia nel nostro paese. Penso ad esempio che un partito come il nostro non possa, visto il vigente sistema elettorale, non far parte della coalizione che cercherà di battere Berlusconi nel 2013. Ma ammetto che per andare d'accordo bisogna essere in due.

Superata anche a livello locale la "fantasiosa" teoria di Veltroni del partito a "vocazione maggioritaria" e dell'"autosufficienza", che si è rivelata per quello che era ovvero strumento per dare un colpo mortale alla sinistra, oggi il PD è un interlocutore dentro il quale convivono imprenditori e operai, persone che si definiscono comuniste e liberali, "palazzinari" e soci di Italia Nostra e Legambiente, amministratori che vogliono la privatizzazione dell'acqua e gente che la contrasta... Il PD non è semplicemente quello che lei ha descritto. Magari fosse così semplice. Anche nel recente congresso, con il confronto Di Tullio-Giuliano, si sono Livio Di Tullio lo scorso anno alla Festa di Liberazionescontrati posizioni e interessi diversi.

Non voglio, tuttavia, entrare nelle dinamiche interne ad un altro partito, ma soffermarmi su quello che proviamo a fare noi. Come dicevo se esistono delle condizioni partecipiano alla coalizione e cerchiamo da dentro le istituzioni di portare avanti le nostre battaglie senza mai avvallare scelte che non condividiamo. Lei citava il cemento. Nel Comune di Savona non abbiamo votato il PUC pur ottenendo delle limitazioni importanti dalla collina di Albamare al lungomare di ponente. O ancora il porto della Margonara che è fermo grazie a Rifondazione. Così come si deve "ringraziare" il nostro partito se nella nostra provincia non c'è un inceneritore. Senza pensare all'impegno contro l'ampliamento della centrale Tirreno Power. O quello attuale contro i parcheggi interrati in pieno centro cittadino. O ancora l'impegno sul sociale e a difesa del lavoro. Pensi che ci sono persone, cui risponderò alla prossima occasione, che mi hanno scritto per dirmi che "rompiamo troppo le scatole".

Il PD è una cosa, noi siamo un'altra. Le differenze ci sono e sono macroscopiche, ma questo non ci impedisce di avere, ove possibile, un rapporto leale basato sui programmi.

Marco Ravera
Savona - Giugno 2010