Poche idee, ma confuse

Caviglia attacca Rifondazione e rispolvera l'inceneritore

Non è la prima volta che mi trovo a replicare alle sterili polemiche del vice Sindaco di Savona. Un nuovo attacco al nostro partito portato curiosamente il giorno dopo la nostra Paolo Cavigliapresa di posizione contraria alla sua proposta di parcheggi interrati in pieno centro. Il socialista Paolo Caviglia afferma dalle pagine de La Stampa: "Per colpa di Rifondazione comunista è stata chiusa Cima Montà con ricadute economiche per la comunità. Nel frattempo non essendoci altri impianti che il Boscaccio si è creato un regime di monopolio. Infine la Provincia continua a "covare" il Piano dei rifiuti dimenticando che l'unico documento approvato dalla Regione era stato quello della giunta Garassini-Pesce che prevedeva il termovalorizzatore".

In poche righe sono condensate una serie di falsità che farebbero rabbrividire il Presidente del Consiglio Berlusconi unite ad una sensibilità ambientale paragonabile a quella dell'ormai ex Ministro Scajola. Andiamo con ordine. La chiusura di Cima Montà era prevista nel programma del Sindaco Federico Berruti che recitava testualmente "che conduce tra l'altro ad una prossima chiusura della discarica di Cima Montà" per poi riprendere "Sul piano dello smaltimento, è necessario programmare e assicurare al Comune, con largo anticipo rispetto alla chiusura di Cima Montà, opzioni di smaltimento che garantiscano le quantità necessarie e rendano determinabili e sostenibili i costi". Non è una colpa aver chiuso quella discarica, è un merito. Perché Paolo Caviglia ha accettato di fare il vice Sindaco di Savona, senza passare dalle urne, appoggiando un programma che non condivideva? Perché allora non si dimette? Temo che queste domande non troverranno risposta.

Risposte che, invece, provo a dare sul perché si è giunti a questa situazione. Il Piano provinciale dei rifiuti che Caviglia rivendica prevedeva la realizzazione di un inceneritore (chiamandolo "termovalorizzatore" fa un po' meno paura...), quel Piano fu accantonato dalla successiva amministrazione provinciale per fare posto a quello che viene applicato con successo in molte parti d'Italia ovvero la raccolta differenzata "porta a porta" con un ruolo sempre più marginale per le discariche. Verso quel Piano, approvato nel giugno Paolo Caviglia vice Sindaco di Savona
foto tratta dal sito www.ivg.it
2007, ci fu un atteggiamento schizofrenico da parte del gruppo Socialista (Giancarlo Ferraro e Franco Caruso) che in sede di adozione lo votarono per poi abbandonare l'aula con il centrodestra in sede di approvazione. Un piano importante che vista la saturazione della discariche di Magliolo e Cima Montà individuò nel ponente, località Cianciarin, il possibile sito per la realizzazione di una discarica pubblica. A quell'ipotesi si contrappose l'ex Presidente Bertolotto, i Socialisti, il centrodestra e una parte dello stesso PD. Risultato: un'unica discarica il Boscaccio di Vado Ligure nella provincia di Savona a gestione peraltro privata (oltre alla Ramognina di Varazze).

Oggi, nonostante le richieste del Comune di Savona di realizzare una discarica pubblica, è tutto bloccato dalla Provincia guidata dal Presidente Vaccarezza. Inclusi i finanziamenti già stanziati dalla Regione per la raccolta differenziata nel comune capoluogo.

Detto questo auspico un intervento del Sindaco Federico Berruti teso a far chiarezza all'interno della maggioranza che lo sostiene visto che il suo vice continua a manifestare una irrefrenabile voglia di incenerire i rifiuti.

Marco Ravera
Segretario provinciale Rifondazione Comunista
Savona - 1 Luglio 2010