Sarò Franco

Salvaguardare gli spazi di aggregazione pubblica

Caro Franco,
ho letto la presa di posizione di Brosio sul mercato di Villapiana e concordo totalmente. La struttura deve essere pensata quale luogo di aggregazione per i cittadini e le associazioni del quartiere che, dopo la vicenda dei Salesiani, sta vedendo (come tutta Savona) perdere gli spazi di aggregazione. Sarebbe un bel esempio di democrazia partecipativa discuterne pubblicamente con tutti i cittadini del quartiere di Villapiana. Ciao.

Danilo Bruno
Comitato Territoriale Savonese per il Contratto Mondiale dell'Acqua

Caro Danilo, concordo con te: la presa di posizione di Michele Brosio sulla questione del previsto abbattimento del mercatino di l'interno del mercato di piazza Bolognapiazza Bologna in Villapiana è stata più che opportuna, sia nel contestare il metodo decisionale, sia per le proposte alternative avanzate nel merito.

La vicenda è collegata peraltro alla realizzazione dei box interrati di piazza Bologna, progetto che ci ha visto impegnati, come Partito, in una lunga battaglia d'opposizione, essenzialmente perché con tale progetto, pur comprensibile dal punto di vista strettamente urbanistico e di risistemazione del piazzale, di fatto si aggrava notevolmente la situazione del reperimento di parcheggi nella zona; soprattutto per chi (e sono la stragrande maggioranza in quel quartiere popolare) non può permettersi l'acquisto di un box interrato (le cifre di cui si parla vanno dai 30.000 ai 50.000 euro per box).

Michele, che per altro ha vissuto in prima persona tale vicenda prima da Presidente di Circoscrizione e poi da semplice Consigliere, giustamente pone il problema del coinvolgimento della Circoscrizione (non essendo peraltro l'abbattimento del mercatino previsto nel progetto originario di sistemazione della piazza, a seguito della realizzazione dei box) e dei cittadini del quartiere nella scelta di cosa farne del mercatino, ora che è venuta meno la sua funzione originaria. Si parla spesso di democrazia partecipata e più in specifico di urbanistica partecipata, questo mi pare un caso concreto in cui sia possibile sperimentarla: tanto più che lo stesso Consiglio Comunale poco più di un anno fa ha approvato un documento che ricomprende questi principi partecipativi.

Giustamente Michele si fa carico di avanzare anche una proposta che a mio avviso è interessante e va nella giusta direzione di salvaguardare spazi di aggregazione pubblica in un quartiere che peraltro, come giustamente sottolinei, ne ha assoluto bisogno.

Franco Zunino
Celle Ligure - Gennaio 2005

Caro Franco,
è di oggi la notizia (4 Gennaio 2004, ndr) della minaccia da parte dei consiglieri di maggioranza della terza circoscrizione di occupare i locali di via De Amicis, che il Comune vuole vendere. I consiglieri propongono di fare della struttura un polo a servizio del quartiere. Questa vicenda fa il pari con quella del mercato di Villapiana: far prevalere le ragioni dei cittadini o quelle del bilancio comunale? Arrendersi alle logiche di governo berlusconiane o creare dal basso un alternativa reale di partecipazione popolare?

Il punto è infatti prima di tutto questo: delle strutture di via De Amicis o del mercato di Villapiana "si può fare tutto" ma bisogna attivare i cittadini e soprattutto discutere con le Circoscrizioni e con le strutture associative in un quadro di democrazia partecipativa, che a Savona bisogna inventare ma qualcuno deve pure cominciare a farlo.

La battaglia sulla trasformazione del Consorzio depurazione, di cui si parla nel sito, ha raccolto tanti consensi proprio perchè era basata su un atto di imperio oggi inaccettabile. A ciò aggiugno un dato: Savona è senza teatro, senza sale musicali, senza spazi di aggregazione (se si eccettuano le SMS e le strutture parrocchiali dove resistono) ma in Comune è possibile pensare di cambiare musica o dovremo continuare a ringraziare Mons. Calcagno se almeno si è salvata la stagione musicale? Fraterni saluti.

Danilo Bruno
Comitato Territoriale Savonese per il Contratto Mondiale dell'Acqua

Caro Danilo, in effetti la vicenda dei locali di via De Amicis, in qualche modo, risulta simile a quella del mercatino di piazza Bologna, anzi per alcuni aspetti risulta ancora più grave, in quanto, in questo caso, l'opposizione alla scelta effettuata dalla Giunta Comunale viene espressa addirittura dalla stessa Circoscrizione e significativamente da tutte le forze del Centrosinistra, oltre che da Rifondazione.

Si potrebbe obiettare che le casse comunali necessitano di nuovi introiti, anche a causa dei pesanti tagli effettuati dalle ultime (e non solo) Finanziarie, ma giustamente la Circoscrizione fa rilevare come contemporaneamente alla vendita dei locali si continuino a pagare onerosi affitti per ospitare alcuni servizi comunali, a causa della carenza di strutture pubbliche adatte allo scopo ed allora non si capisce davvero questa operazione di alienazione.

Credo anch'io che la vicenda relativa alla trasformazione del Consorzio Depurazione Acque abbia rappresentato un primo importante segnale di ripresa di democrazia esercitata dal basso, o democrazia partecipativa come ora si usa dire. L'atteggiamento di alcuni consiglieri di circoscrizione, peraltro, sia nel caso dei locali di via De Amicis che in quello del mercatino di piazza Bologna, ci da anche un duplice importante segnale: da un lato la possibilità di trovare, perlomeno in alcuni amministratori, una seria sponda nelle Istituzioni a questa rinnovata voglia di partecipazione alla vita ed alle scelte politiche del proprio territorio e dall'altro di come sia urgente intrecciare la lotta per una democrazia dal basso con un rinnovato impegno, perlomeno per la città di Savona, nel ridare ruolo e voce al decentramento ed in particolare alle Circoscrizioni, ridotte ormai ad esercitare un ruolo marginale e subalterno nella vita politica della città.

Franco Zunino
Celle Ligure - Gennaio 2005