Sarò Franco

Affiancare nella lotta strumenti tradizionali e nuovi tipi d'intervento

Le scrivo perché sono stufo. Sono stufo di vedere le energie di chi crede in un mondo più giusto, sprecate, in strategie di comunicazione fallimentari. Scendete in piazza da anni, per dire basta alla guerra, alla fame, al capitalismo sfrenato, alla politica imperialista statunitense e alla guerra in Israele. Tutte cose su cui siamo d'accordo. Ma vi siete mai resi conto che alle manifestazioni, ben organizzate, piene di dibattiti partecipa solo la gente che già la pensa come noi?

Allora le chiedo: non si possono utilizzare i soldi che si racimolano per organizzare manifestazioni a livello mondiale per combattere con le stesse armi questi geni della propaganda? Create uno spot per ogni vostro pensiero e comprate spazi pubblicitari nelle tv che tutti guardano.

Parentesi scientifica: se ti fai una ferità che procura troppo dolore, il cervello invia ai nervi una sostanza che blocca la trasmissione del dolore oppure si perdono i sensi. Così l'animo, se posto davanti a immagini che ti provocano sensi di colpa, o sgomento, o tristezza, reagisce inviando sostanze che dopo un po' fanno passare il senso di colpa, lo sgomento e la tristezza, perché sono sentimenti che provocano un dolore psichico, e il corpo, per istinto vuole stare bene sia fisicamente che psicologicamente, perciò spot che mostrano le vere condizioni del mondo devono essere trasmessi di continuo. E ricordate che il vostro (e anche mio) "nemico" che sono il cinismo e l'abitudine al mondo così com'è, trasmette di continuo il suo pensiero, da quando l'informazione è nata.

Vittorio Squintani

Non è semplice, per la verità, dare una risposta alla Sua lettera: ci proverò e non me ne voglia se non riuscirò appieno (o affatto) nell'intento.

Lei coglie nella nostra azione (intendendo per nostra quella di tutti coloro che si stanno opponendo a questo modello di sviluppo neoliberista e ne prefigurano uno alternativo) condivisibili elementi di debolezza, soprattutto nella ripetitività degli strumenti usati e nella scarsa capacità di coinvolgere e convincere soggetti nuovi.

Personalmente ho però l'impressione che anche l'uso delle stesse armi "propagandistiche e pubblicitarie dell'avversario", come da Lei suggerito, non sia sufficiente. La sproporzione dei mezzi economici e di quelli di comunicazione disponibili, risulta infatti talmente evidente che non si combatterebbe comunque ad armi pari.

Bisognerebbe forse allora far ricorso di più all'intelligenza ed alla fantasia, nel cercare di affiancare agli strumenti tradizionali della nostra cassetta degli attrezzi (manifestazioni, dibattiti, cortei, etc.), che pur personalmente ritengo tuttora utili e a quanto da Lei suggerito, anche nuovi ed originali tipi d'intervento, soprattutto per coinvolgere le giovani generazioni che, mi pare, aldilà degli stereotipi preconcetti coi quali spesso li giudichiamo, siano interessate a capire ed a confrontarsi sul futuro del nostro, sempre più piccolo, pianeta.

Forse in questo potrebbero aiutarci, come in parte già fanno, da un lato insegnanti motivati e coscienti della necessità di far crescere nei ragazzi uno spirito critico e dall'altro, perché no, artisti impegnati nei più svariati settori (penso ad esempio all'arte cinematografica, con molti registi che sembrano aver riscoperto una venal'imponente manifestazione del 16 Ottobre 2002
contro la modifica dell'articolo 18 (archivio)
d'impegno civile e sociale, alla musica, al teatro, ma anche alle cosiddette televisioni di "strada", etc...).

Come Le ho premesso ho l'impressione di non riuscire a dare una risposta soddisfacente ai Suoi quesiti, anche perché in fondo penso che la strada, o meglio le strade, da intraprendere non siano così facilmente individuabili e che dobbiamo essere pronti a correggerci e ad intraprendere nuovi percorsi, ascoltando e confrontandoci con tutti coloro che, magari anche con posizioni diverse, sono disponibili a lottare per un mondo diverso e più giusto. Il "camminar domandando", pur in una realtà ben diversa da quella del Chiapas, potrebbe esserci utile.

Franco Zunino
Savona - Gennaio 2004