Un anno senza Carlo

È passato ormai ben più di un anno senza Carlo... Nel mezzo del libro vi è un inserto con fotografie poesie e brani dal titolo: Biografia di un giorno d'estate.

"Ho visto grappoli di sogni giallo limone
ho visto la bocca storta e buia del cannone
e sui rami gli spini torti di tutti i torti
le punte aguzze sui mali le bugie e i passi corti
i morti e le foglie che nessuno coglie
ho visto il tunnel buio il dolore e le sue doglie
aspre come limone in succo sulla ferita
magre come lupe cupe lunghe una vita..."

(da I limoni di Utopia, di Lello Voce - Sololimoni, agrumi e testi sui fatti di Genova, Shake Edizioni Underground, p.59)

Un anno senza Carlo
Haidi e Giuliano Giuliani
con Antonella Marrone
Baldini & Castoldi
€ 11,40
pag. 80

Nella pagina seguente una bellissima foto di Carlo che, mentre si sta tuffando, dalle rocce, nel suo mare, sembra che stia volando.

"...Carlo non fa parte del GSF. Sicuramente ne condivide lo spirito e gli ideali. Si potrebbe quasi dire che Carlo e il GSF si assomigliano: entrambi sono giovani, altruisti, hanno un cuore grande; non vanno d'accordo con il mondo della politica, guardano a orizzonti lontani; sanno essere ironici, e teneri allo stesso tempo; sono ingenui..."

Ma prima e dopo le fotografie e le parole di altri, nel libro (così come nella loro vita) due genitori tristi e feriti, ma orgogliosi di quel figlio la cui morte ha cambiato loro la vita, raccontano di loro, di Carlo e di tutto il mondo che, dopo la morte del figlio, è diventato il loro.

In diverse occasioni abbiamo visto, ascoltato, condiviso, guardato il dolore di Haidi e di Giuliano; leggendo questo libro veniamo a conoscenza anche della sofferenza angosciante di Elena, la sorella di Carlo. "... Non è possibile parlare di un anno senza Carlo senza sapere chi è Carlo e quale sia il rapporto tra noi. Carlo è mio fratello. Lo è stato da quando l'ho visto per la prima volta o da quando ho saputo che sarebbe nato. Carlo è mio fratello, è il mio amico, è il mio bambino. Carlo è la mia vita. E così è stato anche con Fabrizio. Che di fratelli non ne ha, e l'ha trovato in lui. Con Carlo da piccoli eravamo sempre io e lui, poi il resto del mondo. Nonostante la differenza di età, io e lui, con i miei amici o con i suoi...".

"... Oggi provo gioia in ogni nuovo incontro, ogni nuova amicizia o amicizia ritrovata che mi regala Carlo, da un anno, anche senza esserci più. Oggi provo dolore per tutta questa gioia che non posso condividere con lui e rabbia verso coloro che quotidianamente pianificano morti, verso coloro che ritengono una vita meno importante del Mibtel. Rabbia verso coloro (coloro e non colui) che me lo hanno ucciso e continuano a farlo. Un anno senza Carlo: un anno in cui si piange, ci si affoga nel fare, qualunque cosa pur di non pensare; in cui si pensa, tra poco la confusione finisce e lui torna a casa. Poi ricordi quel buco, e allora ti attacchi disperata al suo bacio quando ci si incontra, al suo ciao, al calore di lui addormentato sul divano e io che mi accoccolo vicino a lui. Ho vissuto 23 anni con Carlo. Quanti anni sarò costretta a vivere senza?".

"... e per tutti il dolore degli altri è dolore a metà" cantava Fabrizio De André. Non solo per la quantità del dolore, ma anche per il rispetto e la stima che nutro per questa famiglia che è riuscita a far germogliare dal proprio dolore qualcosa di positivo, ho preferito riportare (in corsivo) le loro parole senza riassumerle con le mie.

Elisabetta Caravati
Gennaio 2003