Pensare e agire nell'età della globalizzazione

Pensare ed agire nell'età
della globalizzazione
a cura di Stefano Agnoletto
Edizioni di Terrenuove
€ 14,50
pag. 174

Conosco personalmente Dela Ranci, colei che ha curato la prefazione di questo libro. Con lei, e con suo marito Carlo Agnoletto, ho trascorso un piacevole ed insolitamente piovoso e freddo pomeriggio d'agosto. Abbiamo a lungo parlato dei loro figli e dei miei. Mi sono sembrate due persone semplici gentili ed eccezionali abituate da sempre, grazie forse anche alle professioni che hanno scelto di svolgere, a mettere le loro vite ed il loro sapere a disposizione degli altri. I loro figli sono stati scout nell'AGESCI per un'infinità di anni e probabilmente per questo ancora oggi, da adulti, cercano di mettere in pratica, ognuno in un modo diverso, l'insegnamento lasciato loro da Baden Powell, fondatore dello scoutismo, cercate di lasciare il mondo un po' migliore di come lo avete trovato.

Quello che fa Vittorio lo sappiamo tutti. Mariagiulia si occupa di bambini palestinesi cercando di regalare loro una ragione per vivere. Paolo, con la moglie ed i loro figli Margherita e Simone, si occupa di un altro bambino cercando di regalargli una famiglia. Stefano, oltre ad altro, ha scritto, con altri, questo libro.

Dela Ranci, nella prefazione, spiega che "Pensare e agire nell'età della globalizzazione" raccoglie i materiali di un corso "Fair Trade, Fair Thinking" (Commercio equo, Pensiero leale) organizzato dalla Libera Università Terrenuove.

Terrenuove è una cooperativa sociale (promotrice anche dell'edizione di questo libro) che aiuta le persone che soffrono di emarginazione sociale e culturale; ed è, al tempo stesso, una Libera Università. Un luogo dove "pensare" insieme; un punto d'incontro dove persone provenienti da mondi culture ed esperienze diverse si confrontano e cercano insieme di ampliare i propri orizzonti e di imparare, attraverso i vari corsi, a rendere possibili altri modi di pensare, curare, lavorare, produrre e vivere.

Stefano Agnoletto sostiene che è indispensabile riappropriarsi dei contenuti della cosiddetta "scienza economica" per evitare che questa rimanga solo ed esclusivamente nelle mani di tecnici e studiosi. Perciò ci parla di domanda e offerta; del pensiero marxista e della teoria keynesiana; fino ad arrivare alle multinazionali, ed a come il marchio tenda a prescindere dalla merce effettivamente prodotta. Le multinazionali, oggi, fanno di tutto per separare il lavoro finito dallo squallore di dove è stato costruito. Nel Sud del mondo artigiani, contadini e chi, nei decenni scorsi, pensava di poter produrre per esportare, non possono più lavorare, perché incapaci di sostenere la concorrenza di queste super potenze. Nel Sud del mondo le multinazionali costringono i lavoratori a salari assurdi ed a condizioni di lavoro terribili. (Noi, nel Nord del mondo, compriamo i loro prodotti).

Tutta questa lunga premessa, fatta dal curatore del libro, è indispensabile per spiegarci che dietro ad un gesto che può sembrare banale come il fare la spesa, si nascondono invece problemi di natura sociale, politica ed ambientale che riguardano il mondo intero.

L'acquisto di un prodotto - continua a spiegarci Stefano Agnoletto - non è solo l'acquisto di una merce destinata ad un impiego personale ed alla soddisfazione di un bisogno, ma ci rende complici e responsabili di ciò che accade in tutto il percorso del prodotto stesso, e dunque dalle fabbriche ai campi di lavoro di tanti Sud. Esistono dei ponti invisibili fra il Sud ed il Nord del mondo; ponti che le multinazionali, attente all'immagine, e preoccupate di nascondere il momento produttivo, cercano di occultare.

È quindi necessario ed indispensabile stabilire dei contatti, delle alleanze fra i consumatori e risparmiatori del Nord e lavoratori del Nord e del Sud.

Il volume prosegue poi a più mani. Persone professionalmente qualificate ci parlano di commercio equo solidale, prodotti ecologici, cooperative, botteghe; Tobin Tax; Mani tese; debito estero dei paesi poveri; gestione etica e responsabile del nostro denaro. Fino a giungere, nell'ultimo capitolo, alle parole di Giovanni Acquati: «Ora per i lettori non ci sono più scuse: hanno la possibilità di capire meglio, informarsi più approfonditamente, andare a trovare le persone che conducono queste nuove iniziative: non si può far finta di non sapere».

«Ricordo un proverbio tibetano - continua Giovanni Acquati - che amo molto: la parola non è che la schiuma che si spande (e si perde) sull'acqua; l'azione è la goccia d'oro che scava la pietra».

L'azione dunque dobbiamo compierla noi. Noi possiamo trasformarci da cittadini passivi a cittadini attivi, consapevoli e protagonisti in prima persona di ogni nostra scelta. Non sarà sicuramente un'azione semplice, ma è l'unica che possiamo fare perché ormai abbiamo capito che, come ha detto Vittorio Agnoletto: questo mondo o sarà migliore o semplicemente non sarà.

Elisabetta Caravati
Settembre/Ottobre 2002