Rifondazione Comunista in movimento

Intervista ad Haidi Giuliani

"Rifondazione Comunista in movimento" è il documento congressuale proposto a livello nazionale da Maurizio Acerbo, Paolo Ferrero, Claudio Grassi, Ramon Mantovani, Giovanni Russo Spena e tanti altri/e in rigoroso ordine alfabetico. Un documento che è apertamente appoggiato da rappresentanti Haidi Giulianidei movimenti, dell'associazionismo, tra questi figura anche Haidi Giuliani che ha accettato di fare quattro chiacchiere con noi.

Partiamo da una considerazione precongressuale e postelettorale: il nostro VII Congresso, peraltro previsto come da scadenze statutarie, dopo la sconfitta nelle urne assume un sapore diverso da quello che avrebbe avuto se in Parlamento ci fossero ancora le sinistre e i comunisti. Quanto è inserita la discussione sul dopo-voto nel dibattito dentro il PRC?

Desidero premettere che non sono iscritta al partito, per questo motivo cerco per lo più di tenermi ai margini del dibattito congressuale; naturalmente non posso evitare di prendere posizione. Odio gli indifferenti, scriveva Gramsci, vivere significa essere partigiani. Bene, non sono indifferente a quanto sta succedendo nel Prc, non posso essere indifferente a quale sarà il suo, il nostro futuro. Temo che la discussione tra i compagni e le compagne della base del partito sia molto condizionata da quella che io considero una sciagurata decisione, quella cioè di andare al congresso per mozioni contrapposte. Temo, per quanto ho potuto osservare, che questa decisione abbia scatenato appunto una logica di contrapposizione che, invece di aiutare le persone a discutere nel merito delle tesi, le abbia spinte a "tifare" per questa o quella corrente. Così della sconfitta elettorale (ma non ci sarebbe solo quella!) si sente parlare quasi esclusivamente per rinfacciare responsabilità e presunte colpe. Non mi sembra davvero il modo migliore per ricostruire e rafforzare un partito ed affrontare i mille impegni che attendono! (Desidero comunque rassicurare chi legge, dati i tempi che corrono: ho partecipato al dibattito nel mio circolo ma non ho votato).

In queste settimane il tema centrale su cui si è focalizzata l'attenzione della cosidetta "opinione pubblica", ben manovrata dal governo e dai mezzi di informazione, è la sicurezza: ma non quella sui posti di lavoro. Bensì la tensione securitaria che viene alimentata dalle fobie per gli stranieri, per i diversi. A Roma un giornalista di Radio Deegay è stato picchiato e gli è stato intimato di non trasmettere più. Nel quartiere del Pigneto una ventina di neonazisti ha assaltato negozi gestiti da bengalesi e da indiani. Le ronde padane pullulano dal Nord Ovest alle più remote città della Penisola. Senza parlare dell'aggressione alla Sapienza. Rifondazione Comunista ha gli strumenti per arginare questo clima di recrudescenza violenta e di intolleranza?

Questo è uno degli impegni più urgenti che Rifondazione, come ogni organizzazione di sinistra, deve assumere utilizzando tutte le proprie forze e le proprie capacità di informare, diffondere dati reali, suscitare dubbi, fare cultura! Gli strumenti ci sarebbero, se la smettessimo di perdere tempo a litigare tra di noi. (O a cercare di imbrogliare la realtà, cosa ancora più stupida, perché significa imbrogliare noi stessi).

C'è un'altra emergenza che viene invece sistematicamente trascurata, salvo qualche intervento sporadico quando ci scappa la tragedia: è la sicurezza sul lavoro. Non è forse questo il vero problema sicurezza nel nostro paese?

Certamente. Tanto è vero che quest'anno come Comitato Piazza Carlo Giuliani cerchiamo di contribuire a denunciare la quotidiana tragedia delle morti sul lavoro organizzando una mostra multimediale che si potrà visitare dal 15 al 22 Luglio presso il Munizioniere di Palazzo Ducale a Genova. Tutti i giorni, tranne il 20 pomeriggio, quando saremo in piazza Alimonda. Abbiamo voluto una mostra sul lavoro, sui diritti del lavoro, sulle morti di lavoro e quindi sui diritti negati, sullo sfruttamento criminale dei lavoratori e delle lavoratrici.

Torniamo al VII Congresso di Rifondazione Comunista: da una parte si avanza la proposta della "Costituente della sinistra" e dall'altra quella della "Costiente dei comunisti". È un bisogno di unità o una ricerca forzata di assemblaggio di culture simili che portino ad una semplificazione del quadro politico nel frammentato mondo della sinistra italiana?

Sono convinta che l'unità si realizzi davvero nella pratica quotidiana e nell'agire concreto. Haidi GiulianiL'unità nasce nelle iniziative, dai conflitti sociali nei territori, affrontando insieme i problemi là dove si presentano, costruendo reti, partendo da contenuti precisi. Gli accordi tra dirigenze, come abbiamo sperimentato, non hanno fiato, si perdono strada facendo. E le campagne pubblicitarie possono anche essere suggestive ma si dimenticano presto.

In mezzo alle "costituenti" c'è posto per una posizione unitaria e radicale allo stesso tempo: un rafforzamento dell'esistente per una prospettiva unitaria della sinistra che rispetti le singole identità?

La coscienza della propria identità, io credo, se non viene vissuta in modo distorto (pensiamo a come la Lega ha strumentalizzato dialetti, tradizioni e lo stesso concetto di territorio) aiuta al contrario a valutare e rispettare le altre identità. Rivendicare una propria identità, come partito, non significa essere "identitari" ma affermare una proposta politica limpida, una organizzazione efficace che non sono di ostacolo ad una collaborazione costruttiva con altre realtà ( quante volte nel nostro passato si sono verificate forme molto positive di collaborazione tra organizzazioni marxiste e di area cristiana!). L'ambiguità non aiuta i rapporti tra le persone e neppure i processi di aggregazione.

Secondo la posizione che qui rappresenti sono da escludere rapporti con il Partito Democratico o un dialogo su determinate tematiche è ancora possibile? E se sì, a che livello?

Dipende da che cosa si intende per "rapporti": se, come dicevo prima, si pensa ad accordi presi a tavolino dal ceto politico la risposta è negativa, naturalmente. Se invece si parla di partecipazione ad iniziative comuni, di opposizione sociale, su obiettivi definiti sono sempre assolutamente favorevole al dialogoHaidi Giuliani alla Libreria Ubik a Savona
e nella sala della biblioteca Barrili a Carcare
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Puoi rivolgere un invito al voto per la mozione che sostieni cercando di esprimere, al comtempo, una sintesi estrema della medesima?

Ho letto le cinque mozioni apprezzando ampie parti di ognuna. Se votassi sceglierei la numero uno, primo firmatario Acerbo. Perché quando si costruisce una casa si parte dalle fondamenta, non dall'antenna sul tetto: non condivido l'acclamazione del segretario prima che si decida insieme quale strada percorrere. Perché è urgente e necessario rafforzare le fondamenta del più grande partito di sinistra che abbiamo. Perché sono per l'unità della sinistra, senza pluralismi generici e ambigui, sono per l'unità nel fare.

Marco Sferini
Savona - 5 Luglio 2008


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