Costruire un partito di massa

Intervista ad Aurelio Crippa

Tre emendamenti aggiuntivi alla mozione "Alternativa di società" su sindacato, sud e partito. Questa in estrema sintesi la posizione dei compagni di Valorizzare il saper fare in vista del VI Congresso di Rifondazione Comunista. Portavoce di questa "proposta emendataria" è l'ex senatore e oggi autorevole membro della Direzione Nazionale del PRC Aurelio Crippa che accoglie con grande disponibilità il nostro invito illustrandoci al meglio la sua posizione.

Il VI Congresso di Rifondazione Comunista stabilirà senza alcun dubbio e senza alcuna ambiguità la linea politica del nostro partito per i prossimi anni. Quale dovrebbero essere, secondo la proposta congressuale che qui rappresenti, le strategie e le scelte future del PRC?

Auspico che a prevalere nel ConAurelio Crippagresso sia la politica, in un confronto sereno e costruttivo delle idee. Sento, purtroppo, segnali di un Congresso-referendum pro o contro il Segretario, contrapposizioni a prescindere (quanti disastri ha prodotto il precedente congresso). Operiamo tutte e tutti perché così non sia.

Ho sottoscritto la mozione "Alternativa di società" ritenendo giusto ed attuale porre questo obiettivo, per il quale va definito un programma. L'ho sottoscritta mantenendo il dissenso espresso sulla modalità adottata nella "costruzione" delle mozioni (la ritengo una questione politica) perché ha annullato il ruolo degli organismi dirigenti e ridotto la democrazia, ed esprimendo rilievi su alcuni punti (tesi) per le quali ho presentato degli emendamenti aggiuntivi.

Oiettivi centrali:

In sede congressuale verranno affrontati diversi aspetti del nostro essere comunisti, ma è indubbio che l'accordo programmatico con le forze del Centrosinistra viene visto come il fulcro dell'intero dibattito. Una scelta impegnativa dettata dalla necessità di cacciare Berlusconi, una scelta che ha portato alla nascita della Grande Alleanza Democratica (GAD). Ma come sono conciliabili le nostre proposte con quelle dei partiti del Centrosinistra? L'accordo organico di governo è l'unica strada percorribile?

Parliamo delle elezioni per il 2006, legittimo farlo, anche Aurelio Crippase ritengo sarebbe più importante operare per sconfiggere oggi la politica antipopolare del governo di Centrodestra. Comunque. Abbiamo il candidato - Prodi - , l'alleanza - GAD -, manca il programma. Da segnalare un ribaltamento - che non ho condiviso - della posizione del Partito (prima i programmi, poi le alleanze ed i candidati).

Difficile la sua costruzione, inconciliabile le posizioni? È vero, ma non per questo ritengo occorra ritrarsi e soprattutto delegare la sua definizione al solo tavolo delle "trattative". Occorre un movimento nel Paese, che si renda protagonista della sua stesura, riportando in esso i reali bisogni, esigenze, delle grandi masse popolari. Accordo organico di governo? Se c'è intesa sul programma non vedo perché no (un accordo si fa se fa fare passi in avanti, altrimenti non se ne avverte la ragione).

Nella costruzione dell'alternativa di società, che rimane il nostro obiettivo, un ruolo decisivo dovrebbero ricoprirlo le lotte sociali promosse dai movimenti. Ma in che modo riusciranno ad influire nella vita politica nazionale?

Giusta la scelta del Partito di essere parte dei movimenti, con pari dignità, coscienti che essi non sono al servizio dei Partiti, ma anche del contrario. Dobbiamo contribuire al loro sviluppo e soprattutto all'unità di intenti e di iniziativa dei movimenti - da quello per la pace ed il disarmo, a quello contro il liberismo e la globalizzazione, del conflitto di lavoro - per perseguire concretamente l'obiettivo che "un altro mondo è possibile".

Già hanno influito nella cultura e nella vita politica del Paese; lo potranno fare di più se a prevalere saranno l'unità dei movimenti e gli obiettivi di cambiamento di cui sono portatori.

Per anni all'interno e all'esterno del nostro partito si è parlato di un progetto per la costruzione della "Sinistra Alternativa". Condividi questo progetto? La nascita della GAD non rischia di farne tramontare definitivamente la costituzione?

Occorre uscire dalla resistenza, di cui va riconosciuto il valore politico, per passare all'offensiva. L'idea che ci deve guidare è la conquista dal basso, dal conflitto sociale, di un'insieme di conquiste sulla base delle quali e con le quali costruire una svolta nella politica economica e sociale a livello nazionale ed europeo. Il peggio non si combatte con il meno peggio.

Dobbiamo lavorare per dare corpo ad un "terreno" unitario a sinistra. È necessaria un'accelerazione della costruzione di una sinistra alternativa, antiliberista, anticapitalista e nel contempo perseverare nel dialogo tra sinistra riformista, quella ecologista, quella dell'alternativa - la sinistra plurale. Un dialogo che non deve essere condizionato dall'obiettivo della ricerca immediata di alleanze che sfocino in formule di governo. Costruire l'alternativa è necessario, oltre che possibile.

Negli ultimi mesi nel nostro partito si è discusso molto della politica della nonviolenza. Una nuova proposta identitaria vista come strumento necessario per la trasformazione della società. Questa scelta rappresenta un taglio netto con la storia comunista e quella del movimento operaio? Rinnega in qualche modo le lotte di liberazione dei popoli?

Diceva Brecht: «Anche l'ira per l'ingiustizia rende la voce roca». Penso che non tutta la nostra storia va assolta ma tantomeno buttata via estirpandone le radici (i giudizi vanno storicizzati). Così come penso che sia azzardato generalizzare un orientamento per tutti i luoghi e per tutti i tempi.

Va detto chiaro che la "piazza" non è "violenza". La scelta delle/dei comuniste/i è non violenta - da sempre. Vogliamo l'azione di massa, non di sola protesta ma di proposte, intelligenti, forte sui contenuti, capace di allargare i consensi al di la della piazza, esercitando una egemonia gramsciana. Anche il primo grande pacifista della storia prese la frusta per cacciare i ladroni dal tempio.

Per chiudere. Perché un iscritto dovrebbe votare per gli emendamenti da te sostenuti?

Emendamenti aggiuntivi (sul sito www.valorizzareilsaperfare.it) perché considero non sufficientemente presenti e sviluppate, con chiarezza di posizione, tre problematiche: Sindacato, Mezzogiorno, Partito.

Giusto non sottovalutare alcune scelte del sindacato, ma ciò non può sottacere il dissenso sulla strategia concertativa e la politica dei redditi riproposti, e sui recenti rinnovi contrattuali. Non si può non indicare una strategia per il Mezzogiorno, che ha riproposto il suo disagio economico e sociale. Non si può tacere, dopo aver denunciato da due anni a questa parte il degrado dello stato del Partito, sino ad affermare che le forme organizzate nel Partito stesso costituiscono ormai un impedimento alla sua crescita.

Finalmente (speriamo sia così) si dice che verrà convocata dopo il Congresso nazionale una Conferenza di Organizzazione.

Il Congresso deve indicare i suoi obiettivi che per me sono: l'accelerazione della costruzione del Partito di massa (NO al Partito di correnti cristallizzate), una nuova politica di organizzazione, che rilanci la vita democratica del Partito, basata sulla partecipazione decisionale di iscritte/i. Credo che siano ragioni vere per presentarli e votarli.

Marco Ravera e Andrea Petronici
Savona - 7 Dicembre 2004


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