Dalla Piaggio al 16 ottobre

Intervista a Paola Boetto

«I delegati sindacali sono sempre a disposizione per condividere con chi si occupa del bene pubblico le loro esperienze per affrontarle con la dovuta delicatezza. Dietro alle notizie, ai piani industriali ci sono vite, attese, sentimenti, ed è opprtuno evitare il solo uso delle sintesi giornalistiche per farsi opinioni». Inizia con grande disponibilità la nostra chiacchierata con Paola Boetto Delegata RSU della Piaggio Aero di i lavoratori della Piaggio in corteoFinale Ligure. Tanti i temi sul tavolo.

La nostra provincia sta vivendo una forte crisi occupazionale. È in crisi la cantieristica a Varazze come a Pietra Ligure (per non parlare, benché fuori provincia, del caso Fincantieri), sempre a Varazze è in crisi la cartiera, difficoltà, per usare un eufemismo, anche in Van Bormida. E potremmo continuare. In questo quadro si inserisce la vicenda della Piaggio. Il nuovo Piano strategico parla di rilancio, ma anche di 120 "esuberi". Che giudizio dai alla proposta illustrata dall'azienda?
Nel "Piano" si parla anche di ricorso a processi di esternalizzazione, ma questo provvedimento non rischia di creare "lavoratori di serie A", maggiormente tutelati, e "lavoratori di serie B"?

Inizio a rispondere alle vostre domande partendo dal tema delle esternalizzazioni del lavoro - presentate nel Piano Strategico Piaggio Aero - e del rischio che si possano creare lavoratori di serie A ed altri di serie B, per rendere evidente come si rischi di mettere al centro dell'attenzione l'argomento sbagliato.

Prima di tutto bisogna parlare della sopravvivenza del Lavoro. La crisi attuale nel settore aeronautico dell'aviazione generale ci fa confrontare con questo ma anche nel nostro nuovo Piano strategico con una strategia ed investimenti mirati ad ammortizzare le conseguenze delle crisi cicliche future. La proposta illustrata dall'azienda è stata sottoposta ai lavoratori non a puro titolo conoscitivo, ma per condividerla e confrontarsi, proprio grazie al ruolo che gli stessi si sono ritagliati nelle loro vicende.

Pertanto gli stessi hanno la presunzione di continuare gli incontri formulando una loro "contro-proposta", che possa rielaborare l'iniziale strategia di riduzione costi, che la Società immagina con il ricorso a società straniere. Tenuto conto che il costo della manodopera incide su ogni velivolo per il 5% del suo costo finale, si può capire che la discussione diventa sottile e la trattativa molto interessante se affrontata nei dettagli (capacità produttiva attuale, costi, numeri, confronto con le parti già costruite verso il piano di vendite dei prossimi anni, ecc...).

I due pilastri del "Piano" risultano essere gli investimenti sul progetto PXX1 e il trasferimento dello stabilimento di Finale Ligure a Villanova di Albenga. Puoi spiegarci meglio questi aspetti?

I pilastri su cui si basa il Piano Strategico, indispensabile per superare la crisi attuale del settore velivolistico non sono il nuovo velivolo P1XX o il trasferimento! In campo velivolistico, per diversificare le produzioni ed evitare di trovarsi sbilanciati su un solo prodotto, nelle cicliche crisi del settore dell'aviazione generale: l'azienda intende investire per progettare un derivato del P180 destinato al mercato dei Pattugliatori e per un programma denominato Avanti III che migliora l'attuale P180.

In campo motoristico il piano prevede il consolidamento dei reparti produttivi e di quelli che si occupano di revisioni. In questo settore i ritorni economici sono altissimi. Gli investimenti in nuovi macchinari si completeranno con lo stabilimento di Villanova.

È veramente difficile sintetizzare in poche righe le complessità delle capacità progettuali e produttive e le potenzialità di tutti questi lavoratori (a Finale Ligure ad oggi circa 830). Tenuto conto di ciò i Lavoratori quindi non si sentono "merce di scambio" ma intendono far valere che sono i destinatari di 300 milioni di investimenti in ricerca e sviluppo in campo aeronautico perché hanno capacità riconosciute e difficilmente rintracciabili altrove. Purtroppo il Governo ci lascia in attesa dei proventi della Legge 808 sulla ricerca: 61 milioni di euro, già spesi in precedenza.

La nostra idea è che questi investimenti potrebbero diventare ricchezza per il territorio, cioè lavoro non solo per i piaggisti, come previsto dagli impegni nell'accordo di lo stabilimento di Finale Liguretrasferimento a Villanova, ma se non se ne parla adesso, il futuro lo costruiscono da un'altra parte.

Gli enti locali hanno sostenuto questa operazione per le sue valenze industriali. Oggi, nonostante la crisi incontrata, bisogna ragionarne in questi termini. Attualmente la fabbrica finalese rappresenta oggettivamente un pessimo impatto ambientale per la città (si pensi che se l'azienda avesse chiuso per la crisi nel 1994, disperdendo i progetti velivolistici e le licenze motoristiche tra Aermacchi e FIAT, lo stesso territorio sarebbe stato utilizzato dalle banche creditrici per rifarsi del debito di Rinaldo Piaggio e senza lasciare nulla).

Per quanto riguarda il trasferimento, le aree che verranno lasciate libere non rischiano di trasformarsi nell'ennesima aggressione alla nostra costa?

Le scelte progettuali ed urbanistiche di "compensazione" per il trasferimento non competono alle rappresentanze di fabbrica. Personalmente il primo progetto che fu presentato in Regione nel 2004 alla prima riunione di Conferenza dei Servizi pareva immaginare un progetto piacevole che restituiva alla città un suo angolo che oggi è freddo. Poi ci hanno messo le mani in tanti, con tante richieste ... le mie restano così opinioni da campagnola.

Ci tengo ad evidenziare che la RSU ha operato perché si giungesse ad un'intesa tra Legambiente, Enti Locali ed Azienda per il monitoraggio della qualità del progetto finalese e delle sue ripercussioni sull'ambiente circostante.

Sabato 16 ottobre si terrà la manifestazione nazionale della FIOM, una manifestazione per i diritti e contro i ricatti. Ricatti che viviamo anche nel nostro territorio. Perché è importante il 16 ottobre?

Credo che non bisogna mai portare i lavoratori a dover scegliere sotto ricatto, ma è necessario fornirli di argomenti forti ed alternativi per essere incisivi nelle trattative. Oggi viviamo un paradosso. Non possiamo votare per i nostri contratti, non possiamo misurare il consenso. E tutto ciò in un momento di grande debolezza dei lavoratori per la cassa integrazione e la sensazione di instabilità. Questo è da curare da parte di chi si occupa di loro. Non usare questo stato emozionale per rendere semplice vincere o sembrare forti.

Fino all'ultimo giorno spero che le Manifestazioni non si debbano fare perché per i lavoratori significa che la forza della trattativa ha segnato la differenza. Ed in questo momento la nostra Organizzazione sindacale, per quello che è la sua Storia di rappresentanza, non può far perdere ai Lavoratori lo spazio dove far contare i loro ragionamenti e le loro proposte.

Lo dico con estrema sincerità: in questo momento storico non bastano gli slogan sui i lavoratori della Piaggio in corteo
lo stabilimento di Finale Ligure
diritti e la democrazia. I lavoratori devono riappropriarsi della capacità di parlare di politiche industriali ed investimenti che fruttino ricchezza per il Paese e di politiche dei redditi.

Vorrei che il 16 Ottobre a Roma le bandiere fossero solo quelle delle rappresentanze sindacali e delle RSU delle fabbriche. Che i partiti politici facessero qualcosa di diverso. La solidarietà migliore è quella che evidenzia i problemi nel loro ordine: Lavoro, politiche industriali e, con urgenza, la riforma degli ammortizzatori sociali in scadenza tra due mesi per migliaia di persone. Non fermandosi ai titoli ed gli slogan. Con quelli non chiudiamo il mese.

Senza questi elementi i ragionamenti sui diritti e la democrazia rischiano di essere ritenuti di second'ordine se ti manca il lavoro o se rischi di perderlo. Per non farsi ricattare bisogna far maturare i ragionamenti.

la redazione del sito
Finale Ligure - 29 Settembre 2010