I benefattori

A proposito di crisi, INPS e Ferrania

Ai dati pubblicati in questi giorni dall'INPS e riguardanti la cassa integrazione c'è chi plaude e chi continua a dipingere scenari di ripresa ben lontani dalla realtà. I cultori dell'ottimismo e della ripresa enfatizzano infatti il dato della diminuzione del 5,7% delle richieste di cassa integrazione rispetto al mese precedente; ma volutamente tacciono il pesantissimo dato rispetto all'anno precedente che segna un incremento del ricorso alla cassa del 53% circa. Il dato relativo alla cassa integrazione in deroga segna un aumento dell'8% i lavoratori della Ferraniarispetto al mese precedente e un aumento del 192% su base annua.

Questi dati dimostrano quanto false e infondate siano le pillole di benessere che ogni giorno ci vengono propinate dai media e dai politicanti di turno. Alla cassa integrazione in deroga si approda, e non in tutti i casi, dopo un lungo percorso di cassa ordinaria, straordinaria, di precarietà, di tagli nei contratti e nelle tutele. Quando ormai si sono esaurite le risorse e gli aiuti ordinari, cioè quelli che vengono utilizzati nelle crisi cosiddette "normali". La cassa integrazione in deroga è segno evidente di una crisi irreversibile, strutturale e di prospettiva che investe e interessa i cosiddetti "grandi" casi.

Il problema per Sacconi non esiste, ed unendosi al coro degli ottimisti, elogia "l'attitudine delle imprese a mantenere il legame con i propri lavoratori anche in presenza del persistere di una bassa domanda", poiché come chiarisce lo stesso Ministro, "cassintegrato non é un disoccupato". Forse non lo è ancora, caro signor Ministro; ma lo diventerà presto, soprattutto se ha già consumato anche la cassa in deroga. E poiché la cassa integrazione è un costo per le aziende, meglio se questa lascia il posto alla mobilità.

La crisi è ormai strutturale e i dati sono lì ogni giorno a dimostrarlo. Solo chi non si accorge che altri gli stanno pagando la casa che ha comprato, può affermare di non vedere il massacro sociale prodotto in questi anni da una politica che ha derubricato i temi del lavoro e della programmazione economica dall'agenda politico-strategica del nostro paese.

I dati dimostrano che è in crisi un sistema di potere e di governo non solo italiano, ma europeo e mondiale, che i parametri di Maastricht sono ad uso e consumo dei grandi speculatori economici e finanziari che determinano la vita e la morte di aziende, di paesi, e con essi la sorte di milioni di persone.

Oggi la Grecia, domani forse la Spagna, l'Irlanda e l'Italia. Il debito pubblico è insostenibile si sentenzia. Ma certo qualcuno tutte queste case, appartamenti, compagnie aeree, grandi eventi,i lavoraotir della Ferrania grandi opere, li dovrà ben pagare. Certo non risolleva nessuno, né tanto meno i cassintegrati, sapere che con il loro salario non percepito, o la loro pensione tagliata, hanno permesso a qualcuno di arricchirsi a tal punto da poter pagare, di nascosto, e ad insaputa degli interessati, beni e servizi ai politicanti di turno.

Non accade mai che ai cassintegrati, ai precari, agli esuberi che venga alleggerito il conto che stanno pagando, né di trovare qualche "benefattore" che magari paghi per loro la rata del mutuo o si faccia carico del mancato reddito. La tua condizione di esubero la apprendi, come un pugno nello stomaco, dalla televisione che annuncia l'avvio della procedura di mobilità per 230 persone, come è accaduto ieri per i lavoratori della Ferrania, come sta accadendo per i lavoratori della cartiera di Varazze, per i lavoratori dei cantieri Baglietto, basta vedere una qualsiasi rassegna stampa, anche locale, per renderti conto che di benefattori e di santi in paradiso, ammesso che esista, i lavoratori non ne hanno più.

Commissione Lavoro PRC Savona
Carcare - 5 Maggio 2010