La cartiera di Varazze rischia la chiusura

60 dipendenti in cassaintegrazione e nessun progetto per il futuro

Sembra davvero buio il futuro della cartiera di Varazze. L'azienda, infatti, ha deciso di sospendere la produzione per 13 settimane, dal primo marzo 2010, mettendo in cassa integrazione 60 lavoratori su 64 e non utilizzando più, senza però che agli stessi venga accordato alcun ammortizzatore sociale, altri 7 lavoratori affittati da una agenzia di lavoro interinale.

Non solo. A condire il tutto ci sono le motivazioni dell'azienda, la crisi del mercato ed il calo delle commesse, ma anche altri segnali che potrebbero essere premonitori di un eventuale disimpegno della direzione rispetto al nostro stabilimento, e cioè il passaggio delle commesse residue allo stabilimento di Udine facente capo alla stessa proprietà.

Un altro pezzo di storia della nostra provincia rischia di chiudere. Per tutelare la cartiera, che fornisce la carta anche per il nostro quotidiano Liberazione, si è costituito il "Comitato per la difesa dei posti di lavoro della Cartiera Verde di Varazze". Per comprendere meglio la realtà riportiamo integralmente i comunicati stampa e le prese di posizione del comitato.

la redazione del sito
Savona - 4 Maggio 2010

Perché abbiamo costituito il Comitato per la difesa dei posti di lavoro della Cartiera Verde di Varazze

Nel corso di un primo parziale incontro tenutosi il 19 di marzo e di un altro più partecipato il 27, un ampio gruppo di lavoratori della Cartiera Verde di Varazze ha valutato con preoccupazione la situazione venutasi a creare dopo la decisione aziendale di sospendere la produzione per 13 settimane, a far data dal primo di marzo 2010, mettendo in cassa integrazione 60 lavoratori su 64 e non utilizzando più, senza però che agli stessi venga accordato alcun ammortizzatore sociale, altri 7 lavoratori affittati da una agenzia di lavoro interinale.

Questa preoccupazione è alimentata dalla motivazione addotta dall'azienda, la crisi del mercato ed il calo delle commesse, ma anche da altri segnali che potrebbero essere premonitori di un eventuale disimpegno della direzione rispetto al nostro stabilimento, e cioè il passaggio delle commesse residue allo stabilimento di Udine facente capo alla stessa proprietà; l'alienazione totale delle materie prime; una situazione non chiara rispetto ai debiti della pregressa proprietà; il rifiuto aziendale di lasciar svolgere ai dipendenti stessi, a rotazione, la sorveglianza dello stabilimento; la mancata manutenzione continua degli impianti stessi necessaria per una possibile ripresa della produzione; la mancanza di un chiaro impegno di riapertura da parte della direzione stessa e di un progetto complessivo di prosecuzione dell'attività credibile e verificabile.

Per questo motivo questo gruppo di lavoratori ha deciso di costituirsi nel Comitato, con la finalità di seguire passo passo l'evolversi della situazione e cominciare ad allertare sin da ora tutte le forze economiche, politiche e sociali presenti in zona per impedire che questa sciagurata possibilità possa concretizzarsi.

Tale comitato, aperto anche alla partecipazione delle organizzazioni sindacali ma libero e autogestito, non intende non riconoscere l'importanza che l'impegno delle stesse può svolgere nell'affrontare questa situazione, ma non si rassegna a delegare ad altri il compito di trovare gli strumenti e gli obiettivi per una reale soluzione del problema.

La possibile perdita del proprio posto di lavoro è una cosa troppo importante per poter dormire sonni tranquilli demandando a terzi il compito di affrontarla. I lavoratori che hanno costituito il comitato hanno quindi deciso di impegnarsi ed assumere in proprio tutte le iniziative necessarie, parallele a quelle assunte da qualsiasi altro soggetto che sia disponibile a farsene carico, per scongiurare questa eventualità.

L'assemblea ha rilevato altresì che lo stabilimento di Varazze ha tutte le caratteristiche certificate per essere ritenuto ecologico e che la sua attività è fondamentale per il riciclo della carta, necessario ad impedire il continuo esaurimento delle risorse primarie del territorio.

Il principio alla base del nostro ragionamento è che una società civile, la cui Costituzione afferma di fondarsi sul lavoro, non può assistere inerme alla perdita di decine e decine di posti di lavoro, alla chiusura di siti produttivi e tecnologicamente avanzati, al trasferimento di produzioni e commesse laddove lo sfruttamento della mano d'opera e del territorio è selvaggio e non regolamentato.

Ci battiamo quindi per la difesa del nostro posto di lavoro ma anche per la difesa dell'economia della zona e della sua molteplicità di settori, perché l'uscita da eventuali situazioni di crisi avvenga tramite forti investimenti nella ricerca, nell'individuazione di nuove produzioni, nel miglioramento della qualità dei prodotti, invece che attraverso meri ragionamenti di profitto immediato che scaricano sui lavoratori e sulle loro famiglie gli effetti perversi della globalizzazione dei mercati.

Per questi motivi chiediamo ai destinatari della presente un fattivo contributo alla nostra vertenza ed alle nostre iniziative.

i Coordinatori del Comitato
(Barile Giovanni, Bolognino Claudio, Bombardi Emilio,
Francese Ettore, Lombardo Sabrina, Tropiano Luciano, Vassallo Carlo)
Varazze - 29 Marzo 2010

La Cartiera Verde di Varazze non deve chiudere e nemmeno essere smantellata pezzo dopo pezzo!

Il comitato per la difesa dei posti di lavoro della Cartiera Verde di Varazze a seguito degli ultimi incontri, dove di fatto la Romanello S.p.A. non ha espresso intenzioni chiare di una prossima riapertura dell'impianto produttivo di Varazze, chiede alle istituzioni e a tutta la cittadinanza di sostenere tutte le iniziative che il Comitato stesso assumerà a sostegno dei seguenti obiettivi:

Ogni risposta negativa alle nostre richieste non potrà che esser letta come segno di disinteresse verso lo stabilimento ed i suoi lavoratori. In tal caso non avremo alcuna difficoltà a dichiarare anche il nostro disinteresse verso la Direzione Romanello, chiedendogli di farsi da parte e di lasciare il campo ad altri veramente interessati, disponibili ad investire seriamente sul patrimonio impiantistico e di esperienza che lo stabilimento e le sue maestranze sanno di rappresentare.

Comitato per la Difesa dei posti di lavoro della Cartiera Verde di Varazze
Varazze - 24 Aprile 2010

13 settimane di cassa integrazioe! E poi?

Siamo i lavoratori della cartiera verde e dal mese di marzo siamo in cassa integrazione a zero ore. Le motivazioni di questa scelta aziendale (difficoltà di mercato e rallentamento degli ordini) ci preoccupano fortemente. Ma ancor di più ci preoccupano ulteriori segnali (trasferimento degli ordini residui all'altro stabilimento di Udine, elinazione delle materie prime, impedimento ai dipendenti di effettuare il servizio ddi vigilanza che però viene affidato a ditta esterna, mancanza di impegni certi, ne prospettive di ripresa) che lasciano presagire un possibile disinteresse della "Cartiera Verde Romanello S.p.A." verso questo stabilimento.

Consapevoli del fatto che "quando i buoi sono scappati è inutile chiudere la stalla" ci siamo costituiti già ora in comitato permanente per difendere il nostro posto di lavoro ed assumeremo tutte le iniziative necessarie per garantire alle oltre 60 famiglie che dalla cartiera traggono il sostentamento la prospettiva di un reddito certo - non l'elemosina della cassa integrazione!

Comitato per la Difesa dei posti di lavoro della Cartiera Verde di Varazze
Varazze - 1 Maggio 2010