Siamo oltre il livello di guardia

Val Bormida è ormai emergenza occupazionale

La situazione economico-produttiva industriale e occupazionale provinciale e valbormidese sta implodendo come accade nell'intero paese. Il drammatico caso AP Looked riporta alla mente un altro caso simile: la Rolam di Altare. Le analogie tra le due aziende sono molteplici: ambedue operanti nel settore automobilistico, ambedue multinazionali, per ambedue la situazione di crisi è stata imputata alla crisi del settore dell'auto con conseguente diminuzione delle commesse e degli ordinativi.

Ma a ben guardare e ricordare la crisi della Rolam di Altare è stata successiva al progetto di clonazione dello stabilimento altarese in Polonia, finalizzato alla diminuzione dei costi di produzione e ad una maggior competitività sul mercato. Analogamente leggiamo che l'uscita di Bosch da AP ha portato al dirottamento di alcune produzioni della linea Fiat in Polonia. Con Continental si è iniziato una attività di trasferimento della produzione negli stabilimenti cinesi e indiani. Inoltre le esigue speranze che il polo cairese rimanga centro di progettazione e ricerca sono tutte da verificare. Pare conclamata infatti la ricerca di personale disposto al trasferimento presso i siti produttivi. Come si chiama questo processo se non delocalizzazione della produzione? Alla Ap oggi come alla Rolam ieri.

Il tenore delle notizie catastrofiche per la Val Bormida non varia guardando al caso Ferrania. Alle ipotetiche cifre riportate sui quotidiani locali, riferite a fotovoltaico, chimica fine e centrale a biomassa, ammontanti a ben 300 unità stimate, fa da contro altare un organico attualmente impiegato inferiore alle 90 unità.

Ci permettiamo di sottolineare che ai lavoratori di Ferraia non è stato concesso alcun ruolo attivo nella programmazione strategica del sito né tanto meno nella stesura del piano industriale. Né tanto meno essi hanno mai chiuso la porta in faccia a nessuno. La realtà è che i soci e gli assetti societari di ieri e di oggi hanno fatto ciò che hanno voluto: venduto, ceduto, chiuso rami di azienda portandola ad una inesorabile declino senza che uno solo dei decantati progetti di rilancio sia mai partito.

È ora che chi ha partorito e sottoscritto gli innumerevoli accordi di programma stilati e ne ha rivendicato la validità oggi li faccia rispettare vincolando la proprietà al loro rispetto, pena l'annullamento dell'aggiudicazione del bando commissariale. Tutto il resto lo lasciamo a chi, per dovere di cronaca, continua a consumare fiumi di inchiostro e di carta con non notizie.

Ancora una volta il conto viene presentato ai lavoratori della Ferrania, a quelli della AP di Cairo Montenotte, a quelli della ex-Rolam digli ultimi giorni della Rolam di Altare
un caso che ricorda molto quello dell'AP di Cairo Montenotte
Altare e ai tantissimi altri lavoratori italiani che con il loro lavoro, intelligenza, salario, fiscalità hanno sorretto un modello economico-sociale che oggi viene pesantemente ridimensionato. Su questi soggetti viene oggi scaricato anche il costo di un'economia di carta, della deriva finanziaria delle imprese, della delocalizzazione produttiva, e della sostituzione dell'economia reale con quella di carta.

Commissione Lavoro PRC Savona
Savona - 9 Ottobre 2008