Serve un nuovo piano industriale

Il Governo finanzia le guerre, ma non trova i soldi finanziare politiche di sviluppo

Dal 24 Febbraio 2004 Ferrania è in amministrazione controllata sotto la giuda del commissario dott. Rosina, il quale ha come compito quello di fornire entro il 25 Marzo 2004 tutti gli elementi necessari alla elaborazione di un piano industriale per Ferrania. lo stabilimento della FerraniaIl piano in oggetto può comprendere la possibilità di addivenire alla cosiddetta Prodi Bis o attivare la procedura di fallimento. In questo scenario si inseriscono le politiche di aggressione portate avanti dai concorrenti globali di Ferrania (AGFA, Kodak, Fuji), i quali stanno tentando in ogni modo di infliggere un colpo mortale ad un concorrente che detiene in Italia il 5/6% del mercato italiano della diagnostica per immagini ed una posizione di rilievo nella fornitura di prodotti fotosensibili amatoriali nella cosiddetta gamma dei "Private Labels" (marchio Tecmì COOP esse lunga, ecc).

Sulla nostra pelle AGFA tenta di recuperare quote di mercato nella diagnostica per immagini, tentativo che se andasse in porto le consentirebbe di avere una posizione di leader, sorpassando Kodak. Per fare questo tutti i mezzi sono leciti in un ottica di libero mercato. Dallo strangolamento nella fornitura di alcune materie prime. Già perché in questo strano mondo competitivo e globale, imprese competitrici sul mercato, spesso condividono gli stessi fornitori e a volte sono esse stesse fornitrici l'un l'atra di semilavorati intermedi necessari nel processo industriale. Per cui Ferrania compra da AGFA e viceversa, Ferrania produce e ha prodotto in passato pellicole per i concorrenti.

Da un punto di vista prettamente politico ritengo necessario ribadire come l'unica politica e l'unico intervento che può scongiurare la chiusura di questo sito produttivo è l'impegno concreto da parte del governo affinchè si affidino per decreto quote di mercato nella diagnostica medica per immagini a Ferrania. Ed interventi a medio termine per tentare un rilancio produttivo.

Purtroppo ad oggi non si è andati oltre vaghe promesse a livello regionale (Regione Liguria) e nazionale, mentre le azioni vere sono una vera e propria opera di sciacallaggio da parte dei grandi competitori sopra menzionati (AGFA che ha ufficialmente eplicitato l'intenzione di acquistare la parte di diagnostica medica) e mire speculative sulle aree del sito di Ferrania, per fare cosa non si sa.

Va ribadito che il progetto della Valbormida come area a servizio retroportuale fa intravedere opportunità per mosse di questo tipo. Termino dicendo che miope è quel governo che trova i soldi per finanziare missioni belliche in giro per il mondo, magari con l'astensione o la non partecipazione al voto da parte di alcune forze politiche (biciclette,tricicli o monopattini che siano) e non vuol trovare i soldi per finanziare politiche di sviluppo industriale finalizzate ad imprese operanti sul territorio nazionale.

Oggi quindi 870 dipendenti diretti dello stabilimento di Ferrania rischiano il loro posto di lavoro, con essi altri 400/500 dipendenti di imprese che lavorano nell'indotto, il tutto inserito in un constesto provinciale che ha visto la provincia di Savona perdere negli ultimi anni qualcosa come 15.000 posti di lavoro.

Furio Mocco
Consigliere Comunale PRC a Carcare
Carcare - 12 Marzo 2004