Occupazione!

I lavoratori Ferrania hanno perso una battaglia, ma insieme possono vincere la guerra

I lavoratori della Ferrania oggi a mio avviso potrebbero aver perso una grande occasione per difendere il loro posto di lavoro e mantenere una unità di classe che grazie al coraggio di pochi eroici compagni avevano dimostrato.

Il capo del personale dott. Pino Corizia è riuscito, non chiarendo quasi nulla della reale situazione dell'azienda, con un abile e fumoso intervento all'assemblea dei lavoratori a spostare l'asse della lotta a suo favore. Facendo la storia dell'intervento manageriale (e societario) dal momento della cessione dei brevetti della Ferrania a Kodak, perpetrato dalla allora proprietaria, la Imation, il capo del personale ha convinto una parte dei lavoratori a sospendere l'agitazione promossa dagli stessi per la difesa del posto di lavoro.

Si è rotta così l'unità e in pratica i dipendenti della Ferrania si sono consegnati mani e piedi alle decisioni del management della azienda. In pratica il dott. Corizia ha convinto i lavoratori a non usare l'unica arma di pressione a loro disposizione per costringere la dirigenza Ferrania a mettere sul piatto e discutere con i lavoratori il reale piano industriale e conoscere il loro destino e quello della fabbrica. Non remate contro l'azienda ha detto il capo del personale, tornate a produrre, questo è l'unico modo di contribuire a salvare il vostro posto di lavoro e la fabbrica per la quale lavorate. Ha addirittura negato che almeno una parte dei dipendenti sia a rischio.

Noi siamo di parere opposto a quella del dirigente della Ferrania. Sappiamo che la produzione della azienda di materiale fotosensibile, unica azienda italiana del settore, come tutte le altre che in questo comparto esistono, è investita da una crisi che è comune alle altre quattro aziende che nel mondo producono pellicole per fotografia e lastre radiografiche. L'avvento del "digitale" sia nel comparto fotografico che in quello medicale ha comportato il licenziamento di almeno 20.000 unità lavorative e altri tagli sono preventivasti da parte di Kodak, Fuji e Konika. Sappiamo anche, delle difficoltà di liquidità della Ferrania e delle posizioni debitorie della stessa nei confronti delle banche e dei fornitori.

L'abbandono della Finanziaria di riferimento Permira, l'intervento della ADT partner che, acquistata una parte minoritaria del pacchetto azionario della Ferrania S.p.A., sta valutando se entrare a tutto titolo a sostegno dell'azienda e l'indebitamento presso le banche, hanno creato un aggravamento delle condizioni della vita della Ferrania. Questo sono elementi che, non solo a nostro giudizio, causeranno inevitabilmente una riduzione del personale.

Non venendo rinnovati e ampliati i finanziamenti degli istituti di credito non sappiamo quale sarà il destino di questa importante azienda, la più grande della intera Valle Bormida, ma possiamo immaginarlo. Amministrazione controllata, l'anticamera del fallimento o dello spezzettamento, con un danno irreversibile per i lavoratori.

L'intervento di Sviluppo Italia sollecitato da più parti e in certo qual modo promesso dal Presidente della Regione Liguria (che potrebbe anche funzionare da garanzia per i creditori di tutti i tipi) richiede una procedura che non ci risulta immediatamente perseguibile e comunque la creazione di una specie di consociata che si dovrebbe occupare di sviluppare progetti che purtroppo non ci è dato di conoscere proprio per la mancata illustrazione del piano industriale della Ferraia da parte della dirigenza dell'azienda.

Ma alcune considerazioni, riteniamo di dover fare. Secondo noi gli scenari che la attuale situazione di Ferraia si aprono sono estremamente gravi. Il rifiuto delle banche di continuare a finanziare le attività dell'azienda porterà ad un corposo taglio degli occupati in forza oggi, in quanto per stessa ammissione del capo del personale il settore del fotografico essendo in forte discesa di produzione non sarebbe più sostenibile. Il fotosensibile medicale tradizionale andrà sempre diminuendo e il comparto del digitale richiede molto meno personale di quello oggi impiegato. Lo stesso discorso del comparto arti grafiche, gia in parte abbandonato, che vedrà ampliarsi i tagli occupazionali.

Nello scenario dell'amministrazione controllata, per i tempi che richiede la nomina del commissario e per la comprensione del nodo Ferrania produrrà molti più danni di quelli preventivabili oggi con la gestione ordinaria. In tutti e due casi i lavoratori sono a rischio anche perché l'età media dei dipendenti Ferraia è di 39 anni e l'utilizzo degli ammortizzatori sociali è difficile e non risolverà i problemi della disoccupazione.

Questo spettro non lascia alcuna speranza e l'unico fronte di resistenza per i lavoratori può contemplare più alternative:

Il patrimonio complessivo della Ferrania, immobiliare territoriale e professionale, potrebbe essere meglio impiegato dello stato attuale. Siamo convinti che questo intervento di togliere l'azienda Ferrania agli attuali proprietari potrebbe essere una ancor più rivoluzionaria soluzione, non tanto per garantire la sopravvivenza della dirigenza Ferrania, ma per garantire ai lavoratori un futuro meno nero di quello che gli scenari sopra ipotizzati prevedono.

Uscendo da un Consiglio Comunale aperto al Comune di Cairo dove i lavoratori hanno giustamente espresso il loro risentimento per l'abbandono nel quale ritengono di essere rimasti vittime, ho detto: «occupate la fabbrica». E a mio avviso questa è la soluzione, che potrebbe dare una svolta positiva alla situazione del complesso Ferrania. L'alta professionalità dei dipendenti della azienda, la stessa specialissima tecnologia, che in Ferrania esiste, può cambiare la situazione, rendendo molto più rosea la stessa, permettendo una risalita, anche se non sarà indolore per nessuno. Occorreranno grandi sacrifici e un notevole sforzo unitario da parte di tutti.

Sono convinto che non si possa disperdere questo patrimonio che è di valore molto più grande dello stesso patrimonio complessivo dello stabilimento cairese. I lavoratori tutti, fino a livello di quadri (esautorando i dirigenti che fino ad oggi hanno dimostrato di essere incapaci di una direzione in positivo di questo grande patrimonio industriale) potrebbero mettere a disposizione del comparto produttivo e commerciale la loro grande professionalità e, pur uscendo da regole che possono portare solo allo sfacelo o allo smembramento di una realtà produttiva unica in Italia, avrebbero la possibilità di ribaltare la situazione in tutti i settori delle attività della Ferrania.

Il fatto stesso che le altre aziende del settore siano in difficoltà e dismettano settori importanti nel fotografico e nel medicale, a mio avviso, consentirebbe un miglioramento sostanziale delle attività della azienda in questo settore (costruendo e potenziando un eventuale settore di nicchia) nonché il mantenimento e l'inserimento nel mercato del fotosensibile (applicando un sano protezionismo), se gli stessi lavoratori gestissero e dirigessero tutto il processo industriale e di commercializzazione.

Può parere agli sprovveduti una fantasiosa e impossibile riedizione di vecchie occupazioni storiche. Mi viene in mente la Orsi Mangelli di Modena che in tempi passati, quasi smantellata e dimessa dalla proprietà, fu salvata dai dipendenti che diressero in proprio l'azienda e la resero produttiva riconsegnandola, purtroppo, ai padroni dopo il risanamento. A mio avviso le potenzialità per fare una cosa del genere esistono e sono praticabili.

Occorre tuttavia per fare questo intervento, che tutti, azionisti e sindacati chiariscano i lati oscuri di questa vicenda, che a me par quasi un maldestro tentativo per consegnare la Ferrania il suo patrimonio di uomini e di cose alla più bieca speculazione padronale.

L'occasione di praticare un tentativo di tal genere, se fosse persa, sarebbe una sconfitta che purtroppo i lavoratori pagherebbero con la qualità della loro vita e con la disoccupazione. Ancora una volta vincerebbero il padronato pur incapace di difendere se stesso e la speculazione finanziaria.

Giorgio Magni
Segretario del Circolo Bella Ciao di Cairo Montenotte
Cairo Montenotte - 2 Febbraio 2004