Nel nostro paese le scelte strategiche le compie solo il mercato

Logistica, piattaforma Maersk di Vado e programmazione del flusso del traffico merci

L'esempio della Svizzera dimostra che il flusso del traffico merci può essere programmato e incentivato. I dati forniti dal dipartimento elvetico dell'Ambiente e dei Trasporti, pubblicati da www.informare.it, evidenziano un calo del traffico merci attraverso le Alpi. Tale flessione ha interessato sia il trasporto su gomma (-13,1%) che quello su ferrovia (-24,2%).

L'analisi di questi dati, effettuata dallo stesso dipartimento, individua nella crisi mondiale la ragione di fondo della flessione dei volumi di merci scambiate. Il trasporto ferroviario accusa una flessione maggiore dei volumi, legata alla forte riduzione dei prezzi attuata dagli autotrasportatori. Riduzione dei prezzi dovuta ad un eccesso di capacità nei trasporti stradali che genera un'accesa concorrenza e impone, ad una parte degli autotrasportatori, di lavorare a tariffe inferiori ai costi nell'attuale reperibilità sul mercato di conducenti disposti a lavorare a salari bassi.

A fronte di questa situazione la Confederazione Elvetica investirà 50 milioni di franchi svizzeri a sostegno del traffico combinato (gomma + ferro) non accompagnato, raddoppiando il contributo per ogni contenitore trasportato e innalzando il contributo per ogni treno. Impariamo dalla Svizzera a programmare i flussi delle merci e ad incentivare il trasporto su rotaia.

Qui da noi invece si ci riempie la bocca di logistica, di opere faraoniche, di piattaforme, senza affrontare in modo corretto il problema fondamentale che la logistica impone: le infrastrutture, l'impatto legato alla realizzazione di determinate opere e il loro inserimento con l'esistente.

Al di la delle perdite nette dichiarate da Møller-Mærsk, che ha totalizzato una perdita netta di 9,0 milioni di corone danesi, con una diminuzione del 125% dell'utile netto della prima metà dello scorso anno, e alle quali qualcuno affida la non realizzazione della piattaforma di Vado, il problema vero è ancora più profondo. E cioè la completa mancanza di un rapporto corretto di programmazione dei politici di turno, che fanno dello “sviluppismo” ad ogni costo (dalla cementificazione selvaggia della costa, alla realizzazione di opere faraoniche ed inutili Albenga-Millesimo-Predosa in testa) la loro bandiera di azione. La politica decisionista si disiteressa completamente del territorio, di come dotarsi di una valutazione oggettiva dell'impatto che determinate opere avranno, necessaria alla loro assentibilità e relativa alle eventuali contromisure necessarie a rendere gli interventi compatibili con l'esistente.

Mentre in Italia si lascia fare al mercato, Valencia, il principale porto spagnolo, si è assicurato 74 milioni di euro di finanziamento della coesione europea per l'assistenza comunitaria, nell'ambito del programma di investimenti della struttura di supporto comunitario 2007-2013. Tale finziamento porterà il budget complessivo relativo al potenziamento del porto spagnolo a 900 milioni di euro e, come precisa l'Autorità Portuale di Valencia, “sarà decisivo sia per il miglioramento dei collegamenti di Valencia con i principali porti del mondo, sia ai fini della fornitura di servizi ottimali a supporto della sua crescente base di traffici internazionali, aumentando di conseguenza la competitività delle industrie nella sua regione e nell'hinterland".

Nel frattempo Maersk Line inaugurerà nel prossimo mese di settembre un nuovo servizio settimanale tra India, Medio Oriente e Mediterraneo occidentale, grazie ad un accordo con la United Arab Shipping Company (UASC) relativo al servizio Mina della compagnia kuwaitiana.Tale servizio toccherà i porti di Valencia, Genova, Gedda, Jebel Ali, Port Qasim, Nhava Sheva, Gedda, Genova, Barcellona e Valencia.

La programmazione del territorio, le politiche di intervento e di sostegno alla programmazione del traffico di persone e merci, la compatibilità degli interventi e degli insediamenti con l'esistente non sono un costo ma una necessità e nulla hanno a che vedere con l'ingerenza statale sull'economia e sulle regole di mercato.

Occorre uscire dalla logica “decisionista e sviluppista a prescindere” se si vuole dare risposte credibili e sostenibili ai cittadini.

Marco Ravera - Segretario provinciale Rifondazione Comunista
Furio Mocco - Responsabile Lavoro PRC Savona
Savona - 28 Agosto 2009