Albenga ha bisogno di un porto turistico?

Pensiamo ad un'altra idea di turismo

L'idea di sviluppo che prevale nella nostra provincia ha una schema ormai consolidato. Quel che rimane dell'industria e il tessuto produttivo, nascosto, nell'entroterra, in Val Bormida; sulla costa, invece, a farla da padroni sono i porti e le annesse volumentrie residenziali. Anche Albenga non fa eccezione.

Nelle ultime settimane si è sviluppato un dibattito in città attorno ai cinque progetti presentati. Per noi, ancora una volta, non è in discussione lo svolgimento, ma il tema stesso. Albenga ha bisogno di un porto turistico? Noi siamo quantomeno dubbiosi, a prescindere dalla posizione geografica dell'opera e dal progetto, in considerazione dell'impatto ambientale che l'opera sicuramente avrà.

Lungo tutto il terrotorio costiero del ponente affiorano porti e porticcioli. La famosa "cementificazione". In ogni città si sta edificando (Loano, Borghetto Santo Spirito) con un'idea di turismo volto alla "quantità", alle volumetrie e non certo alla "qualità", ai servizi. Ad altro, ancor più in un periodo di crisi come quello che stiamo attraversando, si dovrebbe pensare senza inseguire ossessivamente i cinque Antonello Tabbò Sindaco di Albenga
tre dei progetti presentati
progetto tanto pubblicizzati dai media locali.

Il nostro giudizio negativo sul porto di Albenga nasce quindi dalla apparente non necessità dell'opera che porterà vantaggio ai pochi costruttori e forse a qualche categoria. Non certo alla collettività.

la redazione del sito
Albenga - 2 Novembre 2008