Botta e risposta

Squadra Rialzo e Orti Folconi: una sfida che non possiamo perdere

Lo sviluppo contro il declino. Con queste parole d'ordine il Sindaco Federico Berruti ha deciso di affrontare i temi legati all'urbanistica. A Savona, tuttavia, lo sviluppo almeno negli ultimi quindici anni è stato rappresentato solo dal cemento, dai tanti metri cubi edificati, dai troppi insediamenti residenziali. Parliamo del progetto Bofill e dell'ormai prossimo Crescent calati sulla città senza che avvenisse un serio confronto sull'utilizzo delle più pregiate e strategiche aree a mare della città. Parliamo della torre di Fuksas e del porticciolo della Margonara che andranno, se approvati, a devastare una delle poche aree non sfruttate della nostra costa. Pensiamo anche all'intervento nelle aree dell'ex cinema Astor, alla Savona 2 sulle colline di Cadibona. Insomma si è sempre partiti dagli interessi dei pochi per promuovere progetti faraonici slegati completamente dai bisogni della Città.

Interessi ben evidenti anche nelle aree dell'ormai ex Squadra Rialzo delle Ferrovie. Allo stato attuale il Piano regolatore, licenziato dall'amministrazione Ruggeri, cosente sulle aree acquisite dalla società Binario Blu (Barbano, De Filippi e Careglio) la realizzazione di 30 mila metri cubi di cemento. Un diritto acquisito. Sembra ridicolo in anni di negazioni di diritti, ma questo, grazie a Ruggeri, è divenuto un diritto! Gli impenditori privati per ridisegnare l'area, che rappresenta l'unico distretto di trasformazione previsto dal PUC, si sono rivolti all'architetto svizzero Mario Botta che ha ideato due torri da 90 metri (inizialmente ne ipotizzava 4 da 60). Volumi che saranno per lo più residenziali a parte il piano terra. Diritto acquisito.

Non meno delicata la riqualificazione della aree, 33 mila metri quadrati, degli Orti Folconi. Gli imprenditori coinvolti sono numerosi (Mirgovi, Panero, Bagnasco, De Filippi, cooperative) con il Comune che tenterà di rilevare i terreni dalle Opere Sociali (un quinto del totale). Anche qui è prevista la nascita di un nuovo quartiere, intorno ad una grande torre residenziale (stando alle notizie di stampa), più alta delle vicine Ammiraglie, che sarà il tratto distintivo di Savona per chi arriva dalla stazione di Mongrifone. Il progetto in questo caso è firmato dallo studio savonese Poggio-Armellino.

Il Comune sta realizzando l'inquadramento complessivo con un master plan "pubblico" contenente gli indirizzi ai quali i privati dovranno attenersi. Un intervento in grado di ricucire, negli intenti del Comune, la città ottocentesca alla Savona del '900 con in mezzo il torrente Letimbro, in grado di collegare Mongrifone a piazza del Popolo magari con una grande passeggiata pedonale che ha tra le ispirazioni possibili il ponte di Santiago Calatrava a Barcellona. Tutto bello, ma la città cosa ci guadagna?

Se i privati hanno oggi questi "diritti" non è certo imputabile all'attuale amministrazione che oggi deve contrattare importanti ricadute pubbliche per i cittadini grazie ad un percorso partecipato capace di coinvolgere non solo le associazioni "amiche", ma anche i cittadini, le circoscrizioni, le categorie. Due proposte sembrano già andare nella giusta direzione: la realizzazione di un parco urbano al posto dell'attuale parcheggio in piazza del Popolo, un parco urbano degno di questo nome esteso sulle le torri di Kyobo a Seoul ideate da Mario Botta
le aree che ospitavano i capannoni della Squadra Rialzo
un'area degli Orti Folconi
il ponte di Santiago Calatrava a Barcellona
due sponde del Letimbro, senza parcheggio interrato (altrimenti non sarebbe un parco urbano) per una città che dovrebbe essere sempre più a misura d'uomo e meno a misura d'auto (lo sostiene anche il superAssessore Di Tullio) e la costruzione negli Orti Folconi di alloggi riservati all'edilizia sociale, convenzionata, alloggi per la cosidetta "fascia media", per i giovani, per le giovani coppie, per i "bambiaccioni" di Padoa Schioppa. Alloggi popolari. Questa a Savona è una novità.

Primi timidi segnali. Ancora insufficenti. La cosidetta zona S-11 cambia e la sinistra non può certo stare a guardare.

la redazione del sito
Savona - 2 Febbraio 2008