Sull'urbanistica ancora non ci siamo

Le cose devono cambiare per non far venir meno le condizioni hanno portato Rifondazione in maggioranza

Lo scorso anno Rifondazione Comunista, dopo anni di coerente opposizione, raggiunse l'accordo politico-elettorale con la coalizione di centrosinistra a sostegno dell'allora candidato Sindaco Federico Berruti sulla baseFederico Berruti di un programma da noi giudicato serio e avanzato che conteneva, e contiene, su temi per noi fondamentali, l'ambiente e la politica dei rifiuti, la politica sociale, l'urbanistica, forti elementi di discontinuità con il passato. Forti elementi di discontinuità con l'amministrazione Ruggeri.

Avevamo imposto alla coalizione la chiusura della discarica di Cima Montà. E così è stato. Ci eravamo impegnati per una nuova politica dei rifiuti e, seppur osteggiati da una parte minoritaria della coalizione, il progetto sta prendendo corpo e, nel capoluogo, partirà nell'ormai prossimo autunno.

Importanti segnali sono giunti anche sulle politiche sociali (barriere architettoniche, asili, ecc...). Sull'urbanistica, invece, la discontinuità auspicata e scritta nel programma non si è ancora concretizzata.

Una discontinuità che deve partire dal metodo. La partecipazione dei cittadini nei processi di trasformazione della città e del territorio, che ha acquistato sempre maggiore risalto nel dibattito urbanistico (l'impegno delle circoscrizioni, dei comitati, di singoli), non può essere accolta dall'amministrazione con diffidenza e riluttanza adducendo motivazioni di carattere pratico (mancanza di risorse, iter procedurali troppo lunghi e complessi, ecc.). Deve al contrario essere vista come una opportunità che non contrasta la pianificazione tradizionale.

C'è sul territorio una maggiore richiesta di partecipazione, soprattutto nei casi in cui i cittadini desiderino non delegare totalmente la responsabilità decisionale ai propri rappresentanti in particolar modo nella sfera urbanistica/gestione del territorio, elemento forse più vicino e quindi più sentito dalla popolazione che si è rivelata capace di attivare proteste anche molto intense e durature.

Esemplare, da questo punto di vista, è il progetto Bofill, calato sulla città senza che avvenisse un serio confronto sull'utilizzo delle più pregiate e strategiche aree a mare di Savona. Marco RaveraCon la stessa metodologia sono stati affrontati altri aspetti prioritari riguardanti la trasformazione del nostro territorio, basti pensare all'ipotesi del porticciolo turistico alla Margonara, e al tracciato della cosiddetta "tangenziale urbana", meglio conosciuto come Aurelia Bis. Questi progetti sono stati imposti, in passato, senza un vero confronto con le forze politiche e sociali della città e rispondono, nella formulazione attuale, essenzialmente agli interessi di pochi anziché a quelli di uno sviluppo sostenibile del nostro territorio.

Dovrà al contrario muoversi su altri binari e raggiungere altri traguardi il percorso che porterà all'approvazione del PUC. Un percorso che dovrà rilanciare una grande e importante discussione con la città.

Senza voler deformare la realtà con le lenti dell'ideologia o del pregiudizio è innegabile che a Savona è mancata in questi anni una forte regia pubblica e di conseguenza, o sarebbe meglio dire volontariamente, lo sviluppo della città è stato lasciato in mano ai privati che hanno ridisegnato Savona sotto gli occhi dei cittadini che non hanno potuto esprimersi.

Il Sindaco Berruti si è fatto più volte garante della nuova coalizione che governa Savona ed ha introdotto importanti novità anche su questi temi dalla partecipazione dei cittadini alla rivendicazione del ruolo di regia pubblica del Comune. Ma questo non basta.

Dobbiamo contrastare l'idea e la pratica di un comando riformista della coalizione cui poi gli altri, recalcitranti o meno, seguono. O c'è una condivisione, anche un compromesso dopo una discussione comune, oppure salta la possibilità di una intesa. Chi persegue la rottura e lavora per consumarla è chi vuole imporre una linea che non è condivisa e non è conseguente a quello che dice il programma che tutti assieme abbiamo sottoscritto.

Bisogna dire la verità ovvero che l'offensiva nel Partito Democratico a tutti i Federico Berruti
Sindaco di Savona
Marco Ravera
Segretario provinciale di Rifondazione Comunista
livelli sta portando alla dissoluzione dell'Unione e alla sua crisi. Se è vero che a Savona la maggioranza dei cittadini ha votato per le forze riformiste è altrettanto vero che il 42% della coalizione non confluirà del futuro Partito Democratico e che, stando alle elezioni del maggio 2006, 1/5 degli elettori dell'Unione savonese si riconosce nelle posizioni della cosiddetta "sinistra di alternativa". Di questo si deve tenere conto.

La sinistra rischia di essere spazzata via, non nella prospettiva futura della capacità di rifondarsi, ma qui e ora se non è in grado di aprire un conflitto vero, deciso e fino in fondo sui temi brucianti dell'attualità. A partire dall'elaborazione del PUC. Questo ci riguarda direttamente perché è messa in gioco la nostra stessa autonomia.

È ora che la Politica torni a governare la città per non far venir meno le condizioni che ci hanno portato nella maggioranza che governa Palazzo Sisto.

Segreteria provinciale Rifondazione Comunista
Savona - 6 Settembre 2007

I commenti dei quotidiani

La sinistra incalza il sindaco sull'urbanistica - da Il Secolo XIX

Rifondazione vuole atti concreti di discontinuità rispetto al passato. Sinistra Democratica: «Subito il piano regolatore»

Rifondazione comunista annuncia al sindaco Federico Berruti un autunno rovente sul fronte dell'urbanistica. E batte su questo tasto, seppure con toni più cauti, la Sinistra Democratica che con Berruti ha avuto un incontro.

«È ora che la politica torni a governare la città per non far venir meno le condizioni che ci hanno portato nella maggioranza che governa Palazzo Sisto», afferma il segretario provinciale del Prc Marco Ravera. «Avevamo imposto alla coalizione la chiusura della discarica di Cima Montà. E cosìè stato. Ci eravamo impegnati per una nuova politica dei rifiuti e, seppur osteggiati da una parte minoritaria della coalizione, il progetto sta prendendo corpo. Importanti segnali sono giunti anche sulle politiche sociali (barriere architettoniche, asili, ecc...). Sull'urbanistica, invece, la discontinuità auspicata e scritta nel programma non si è ancora concretizzata - sostiene il segretario -. Una discontinuità che deve partire dal metodo. La partecipazione dei cittadini nei processi di trasformazione, non può essere accolta dall'amministrazione con diffidenza e riluttanza».

Ravera cita il progetto Bofill, «calato sulla città senza che avvenisse un serio confronto sull'utilizzo delle più pregiate e strategiche aree a mare di Savona. Con la stessa metodologia sono stati affrontati altri aspetti prioritari riguardanti la trasformazione del nostro territorio, basti pensare all'ipotesi del porticciolo turistico alla Margonara, e all'Aurelia Bis. Questi progetti sono stati imposti, in passato, senza un vero confronto con le forze politiche e sociali della città e rispondono, nella formulazione attuale, essenzialmente agli interessi di pochi anziché a quelli di uno sviluppo sostenibile del nostro territorio».

«Le scelte di politica urbanistica sono le più pressanti - afferma al S.D. in una nota, dopo l'incontro con Berruti - La strada più opportuna è quella di fissare una scadenza vincolante per la definitiva approvazione del nuovo strumento regolatore già adottato, evitando il tortuoso sentiero delle varianti che la S.D. ritiene non più proponibile». Roberto De Cia, Franca Ferrando e Giovanni Urbani, esponenti della S.D. sottolineano inoltre «l'importanza democratica del ruolo delle circoscrizioni, verso le quali è necessaria una politica aperta e autorevole del Comune». Il partito conclude confermando pieno sostegno all'amministrazione-Berruti. (08/09/2007)

Ultimatum di Rifondazione al sindaco - da La Stampa

Ultimatum di Rifondazione comunista sul Piano regolatore. Il segretario provinciale Marco Ravera in un comunicato stampa ha chiesto al sindaco di dare «concreti segni di discontinuità rispetto al passato sulla pianificazione urbanistica». Aggiunge Rifondazione: «In questi anni è mancata la regia pubblica e i privati hanno avuto troppo spazio». Aggiunge il segretario: «Dobbiamo contrastare l'idea di un comando riformista della coalizione cui gli altri partiti devono adeguarsi, recalcitranti o meno. O c'è condivisione oppure salta la possibilità di un'intesa. È vero che a Savona la maggioranza ha votato le forze riformiste ma è altrettanto vero che il 42% della coalizione non confluirà nel Pd che sta portando l'Unione alla crisi».