Bertolotto guarda a destra!?

Nessuna apertura di credito verso il Centrodestra

Le dichiarazioni del Presidente della Provincia Marco Bertolotto ci hanno colto di sorpresa. Siamo certi essere frutto di posizioni personali e non espressione ne della maggioranza che governa la Provincia ne delle forze politiche che la sostengono, ma è innegabile che si apra oggi un caso politico che necessita di un chiarimento urgente tra tutti i partiti dell'Unione.

Ricordiamo che gli impegni presi con gli elettori sono per noi prioritari e devono essere portati a compimento come previsto dal programma sottoscritto nel 2004. Ciò è testimoniato anche dalla nostra stessa presenza in Giunta, legata in via prioritaria all'obiettivo della realizzazione del nuovo piano provinciale dei rifiuti previsto appunto dal mandato elettorale ricevuto.

Ribadiamo inoltre con chiarezza, in futuro come oggi, la nostra indisponibilità a qualunque apertura di credito nei confronti del centrodestra e o dei ben noti personaggi citati nell'articolo come possibili componenti di una nuova maggioranza a Palazzo Nervi. Ogni conseguente responsabilità sarà valutata dal giudizio degli elettori.

Nello specifico delle dichiarazioni di Bertolotto su "La pratica quotidiana del governo" l'esperienza ci insegna che per un ente sovracomunale come la Provincia sia del tutto normale e doveroso non solo il dialogo, ma la stretta collaborazione con ogni amministrazione comunale, al di là degli schieramenti di appartenenza, per lo sviluppo socio economico del nostro territorio.

Segreteria provinciale PRC
Gruppo consigliare provinciale PRC
Savona - 19 Ottobre 2006

I commenti dei quotidiani

Bertolotto scarica Verdi e PRC - da Il Secolo XIX

Sortita choc del presidente della Provincia che rivela anche recenti contatti con l'ex ministro Scajola - «Alle prossime elezioni intese con il centrodestra»

C'è il travaglio dell'intero centrosinistra in vista della nascita del Partito democratico e, probabilmente, di una nuova aggregazione a sinistra. C'è Rifondazione ed i suoi fuoriusciti che litigano in modo sempre più violento e pubblico, su blog e internet. E c'è il neopartito comunista di Marco Ferrando in agguato. Ma c'è anche la bufera nella Margherita divisa a Genova e a Savona da lotte di correnti e personalismi tanto più accentuati dal rimescolamento che prepara l'avvento del Partito Democratico stesso. In questo quadro burrascoso, il presidente margheritino della Provincia, Marco Bertolotto, spariglia completamente le carte, tende la mano al centrodestra - «occorre dare vita a coalizioni più ampie anche verso il centrodestra», dice testualmente - e non nasconde un'entente cordiale persino con l'ex ministro azzurro Claudio Scajola.

«La pratica quotidiana del governo - attacca Bertolotto - mi ha insegnato la necessità di un approccio libero, poco ideologico». E aggiunge: «Il nostro territorio, ed in particolare il Ponente dal quale provengo, esprime delle esigenze ed elabora, verso i progetti politici, un consenso di tipo "orizzontale", basato sui problemi e non sulle ideologie. Noi politici, invece, continuiamo ad aggregarci in modo "verticale", verticistico. Tutto questo non funziona e si traduce in una formula semplice: è necessario trovare nuove forme di allenza». Di tutto ciò Bertolotto rivela di aver parlato già in varie occasioni con l'ex ministro Scajola. L'ultima, sabato scorso ad Imperia. «Ed abbiamo trovato concordanza di idee». Spiega Bertolotto: «Ci sono tante parti di territorio, alcuni comuni come quelli di Finale e di Loano, o altri dell'entroterra, che sono governati dal centrodestra, ma con i quali stiamo lavorando benissimo, su questioni importanti, trovando convergenze sulle cose da fare». Pronto dunque ad ampliare l'alleanza anche a Palazzo Nervi? Qui Bertolotto frena, ma solo per il momento: «La mia maggioranza è l'espressione di un voto e non possiamo tradirlo. Ma per la prossima tornata elettorale dobbiamo prepararci senz'altro ad una coalizione diversa». Tanto per essere ancora più esplicito, Bertolotto attacca: «I Verdi? Rifondazione? Certo non saranno contenti. Ma se penso al progetto di Fuksas, io dico che è bellissimo, ce ne fossero cento del genere in provincia. Ed invece vedo che i Verdi dicono ancora "no". Prendiamo il piano venatorio, la stessa cosa. È difficile trovare un accordo di fronte ad approcci ideologici». (Antonella Granero - 19/10/2006)

Tutto il centrosinistra contro Bertolotto - da Il Secolo XIX

Il presidente della Provincia finisce sulla graticola per aver auspicato intese con il centrodestra e "scaricato" gli alleati meno malleabili - DS e Sdi pretendono un chiarimento urgente, il suo partito prende le distanze. L'ira dei Verdi

Un terremoto politico. È questo l'effetto delle dichiarazioni del presidente della Provincia Marco Bertolotto che ieri ha detto: «Basta approcci ideologici con i problemi, come fanno Verdi e Rifondazione; è necessario trovare nuove forme di alleanza "orizzontale" eventualmente anche con il centrodestra».

Apriti cielo. Nel centrosinistra la sparata non è piaciuta affatto. Da DS, Sdi, Verdi, Rifondazione e Comunisti Italiani sono arrivate puntuali, e durissime, repliche. Ma soprattutto è arrivato il dietrofront della Margherita, partito di Bertolotto, il cui coordinamento provinciale ha precisato: «Le esternazioni del presidente Bertolotto sono del tutto personali e non riguardano minimamente la Margherita che non le condivide. Trattasi del pensiero autonomo del dott. Bertolotto che evidentemente è improntato ad un percorso politico personale del quale la Margherita nulla ha a che spartire».

Ma per tutto il giorno si sono rincorse le "smentite". Il più veloce è stato il segretario dello Sdi Paolo Caviglia che in mattinata, dopo una consultazione con i suoi rappresentanti nel consiglio provinciale, ha deciso di chiedere una verifica politica della maggioranza della Provincia con i seguenti effetti: «Chiedere nuove elezioni se Bertolotto non smentità ciò che ha dichiarato». «Bertolotto naviga in una logica antica del campanilismo del ponente - ha aggiunto Caviglia - non è certo questo il ruolo del presidente di tutta la provincia».

Ma in questa direzione sono andati via via tutti i rappresentanti dell'Unione. Così il segretario dei DS Giovanni Lunardon: «Le dichiarazioni rese da Bertolotto richiedono un chiarimento urgente - ha scritto - non si può in alcun modo confondere il piano dei rapporti istituzionali, con i confini politici della coalizione di cui è espressione e a cui risponde il presidente. Per quanto ci riguarda esiste una sola coalizione, scelta dagli elettori, che sta governando bene. Verdi e Rifondazione ci stanno a pieno titolo oggi, così come in futuro. Il presidente deve fare chiarezza immediata venendo in maggioranza a dirci se rispetta o meno il patto che abbiamo fatto». «Le dichiarazioni di Bertolotto impongono l'immediata convocazione della maggioranza - fa eco Francesco Montanaro dei Comunisti Italiani - sono in contraddizione con il programma e con i valori del centrosinistra».

Rifondazione ha aggiunto: «Quelle di Bertolotto sono dichiarazioni sorprendenti; noi siamo indisponibili a qualunque apertura di credito verso il centrodestra». E lo stesso i Verdi, per bocca del consigliere regionale Carlo Vasconi : «Se il presidente Bertolotto vuole dar vita a una coalizione più ampia verso il centrodestra, i mezzi per disfarsi di questa coalizione sono nelle sue mani. Noi Verdi restiamo contrari al progetto della Margonara e ai "cento progetti Fuksas" che Bertolotto auspica con enfasi». (Dario Freccero - 20/10/2006)

Bertolotto al capolinea? - da La Stampa

«Per risolvere i problemi, trovare una soluzione pratica alle istanze che il territorio ci propone ogni giorni, non è detto che ci si debba attenere agli schieramenti politici. Spesso ci si trova in sintonia anche con giunte di un colore diverso, anche di centrodestra e a volte possono nascere nuove esperienze politiche». L'affermazione fatta dal presidente della Provincia Marco Bertolotto al convegno di Villanova è di quelle capaci di aprire una crepa nella coalizione che governa Palazzo Nervi. Suona come un'apertura al Polo a due anni e mezzo dalle elezioni ma soprattutto suona come il benservito a Rifondazione comunista e Verdi accusati, neppure troppo velatamente, di essere il meccanismo frenante della coalizione e di essere un ostacolo alla realizzazione del programma. Il giorno dopo Bertolotto aggiusta un po' il tiro, ma fondamentalmente conferma che con alcune amministrazioni (e cita Finale e Loano, entrambe di centrodestra) si lavora benissimo. Ma fioccano le reazioni degli alleati, prime fra tutti quelle del segretario dei DS Lunardon e di quello dello Sdi Paolo Caviglia. Si profila una immediata verifica di maggioranza, politica e programmatica. Anzi, secondo lo Sdi (che ha anche assessori in Comune a Finale), in mancanza di un chiarimento, si rischia di andare immediatamente alle elezioni.

«Esiste una sola coalizione, quella per cui abbiamo lavorato, quella che hanno scelto gli elettori. Una coalizione in cui Verdi e Rifondazione hanno pieno titolo oggi, così come in futuro. Il presidente Bertolotto deve fare una cosa sola, fare chiarezza immediata venendo in maggioranza a dirci se rispetta o meno il patto che abbiamo stretto di fronte agli elettori», ha detto Giovanni Lunardon, segretario provinciale dei DS. Dura anche la presa di posizione del segretario provinciale dello Sdi, Paolo Caviglia: «Bertolotto ha un mandato preciso in una coalizione di cui Verdi e PRC fanno parte. A due anni e mezzo dalle elezioni la sua uscita mi è sembrata quantomai inopportuna - ha detto Caviglia - perché lascia pensare a un'alleanza trasversale non sui problemi ma sui poteri. Se questa linea verrà confermata è meglio andare a votare immediatamente». La segreteria di Rifondazione: «Gli impegni con gli elettori vanno portati a termine. È innegabile che si è aperto un caso politico e che noi non siamo disponibili a qualunque apertura verso il centrodestra». Anche i Comunisti italiani sono intervenuti ieri nel dibattito. A nome della segreteria provinciale ha parlato Francesco Montanaro: «Gli amministratori pubblici devono colloquiare con tutti gli enti. Altra cosa è confondere gli ideali dei diversi schieramenti che hanno origini e presupposti dissimili dagli indirizzi di governo. Pensare a soluzioni diverse per la prossima tornata elettorale significa lasciare l'attuale maggioranza congelata fino a quella data? Allora è meglio dare un'immediata soluzione al problema. È necessario che il presidente lo dica subito». Bertolotto ieri ha ribadito: «Ho espresso una riflessione sul fatto che spesso per risolvere i problemi del territorio sono richieste alleanze con forze politche diverse da quelle della coalizione. Si aprono quindi esperienze politiche che vanno tenute in considerazione. Con questo non voglio dire che intendo togliere le deleghe ad alcuno né che considero chiusa l'esperienza con i Verdi e con Rifondazione».

In serata si sono riuniti i segretari di DS, Margherita, Sdi, Rifondazione, il presidente dei Verdi e il coordinatore dell'Italia dei valori che hanno chiesto ufficialmente a Bertolotto un incontro urgente (lunedì alle 18,30 nella sede dei DS). (20/10/2006)

Provincia l'opposizione: «Dimissioni ed elezioni» - da La Stampa

Il Presidente Bertolotto corre ai ripari con gli alleati. Un comunicato per spiegare che non apre al centrodestra ma ai sindaci di tutti i Comuni

Il presidente Bertolotto getta acqua sul fuoco e si prepara alla verifica di maggioranza di lunedì cercando si smontare il caso politico che gli è scoppiato fra le mani dopo le (incaute) dichiarazioni al convegno di Villanova sullo sviluppo strategico del Ponente. Gli alleati della sua coalizione non hanno gradito il «flirt» di Scipione Bertolotto che in uno slancio da kamikaze si è profuso in un intervento ricco di complimenti per i sindaci del centrodestra di Finale, Cairo e Loano. Ieri Bertolotto ha diffuso un comunicato con cui ha cercato di fornire l'interpretazione autentica dell'intervento: «In Provincia esiste un'alleanza organica di centro sinistra che si è assunta l'onere di governare al meglio: è un impegno che è doveroso rispettare e che a mio parere sta portando sul piano del rilancio economico risultati più che soddisfacenti. Su questo non possono esservi dubbi. Tuttavia è giusto sottolineare che sono stato chiamato alla guida di questa coalizione di centro sinistra anche per agevolare il dialogo con alcune forze politiche ed esponenti centristi e moderati del centro destra presenti sul territorio per agevolare, quando ciò è possibile, la risoluzione di problemi che assillano in particolare i comuni e le comunità montane. In definitiva la collaborazione con gli amministratori presenti sul territorio qualunque sia la loro appartenenza politica rimane una necessità per la quale da sempre ho mostrato particolare attenzione: non si tratta di "civetteria" politica ma di assolvere ad una necessità per il bene della comunità savonese. Non stiamo quindi parlando di alleanze politiche trasversali: i miei trascorsi politici personali testimoniano una coerenza ideale da sempre fedele ai valori espressi oggi dalla coalizione riformista su cui spero nessuno voglia più equivocare».

Lunedì Bertolotto si prenderà comunque la sacrosanta lavata di capo dagli alleati di centro sinistra anche se tutti i protagonisti della vicenda sono consapevoli che spedire a casa Bertolotto per un «reato di opinione» significherebbe consegnare la Provincia al centrodestra. Ieri comunque il coordinatore provinciale della Margherita Alfio Minetti e tutti i consiglieri di Comune e Provincia hanno fatto quadrato spiegando che il movimento è granitico, appoggia compatto i suoi amministratori che a loro volta stimano profondamente partito e consiglieri. Il consigliere regionale dei Verdi Carlo Vasconi resta invece molto polemico: «Che Bertolotto parli con tutti i sindaci è ovvio, che invece cerchi consensi nel centrodestra molto meno. Inoltre i Verdi sono fortemente contrari al progetto Fuksas di cui il presidente spera di vedere altri 100 esempi».

L'opposizione di centrodestra (Bracco e Bellasio) rinvigorita dall'inatteso ragalo di Bertolotto, gli chiede di farsi da parte: «Se i palesi disaccordi nella coalizione di governo dovessero proseguire, non sarebbe più corretto che il presidente desse le dimissioni in modo da consentire nuove elezioni?». (Ermanno Branca - 21/10/2006)