Un piano per la gestione integrata dei rifiuti, Savona volta pagina
L'iter legislativo sarà lungo, ma vi sono i presupposti per una scelta di civiltà
Lo scorso 15 marzo il Consiglio Proivinciale di Savona ha "adottato" il Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti Urbani: l'atto è stato preceduto da un lungo percorso di rilevamento di dati e di analisi, iniziato subito dopo l'insediamento, nel luglio del 2004, dell'attuale Giunta di Centro-Sinistra, di cui il PRC fa parte integrante, avendo un assessore con delega ai rifiuti ed alla protezione civile.
Ed è stato anche un percorso faticoso e spesso contrastato: si doveva partire da un precedente Piano, "approvato" nel 2003 dall'allora maggioranza consiliare, sempre di Centro-Sinistra, ma con il PRC all'opposizione. Esso era stato annullato dal T.A.R. della Liguria per un ricorso presentato dall'Azienda pubblica che gestisce raccolta e messa a discarica dei rifiuti per il Comune di Savona.
Anche a seguito degli accordi politici intercorsi, la nuova Giunta ha ritenuto necessario procedere ad una generale revisione del vecchio Piano, sulla base di linee di indirizzo presentate dall'assessore competente ed approvate all'unanimità. Esse contenevano criteri peraltro largamenti diffusi ormai nella cultura comune, ma non così emergenti in quella specifica delle comunità politiche e sociali della Liguria e di Savona in particolare; e facevano riferimento essenzialmente a:
- riduzione alla fonte della produzione di rifiuti;
- separazione dell'umido (scarti domestici, prodotti di sfalcio e potatura) ed incentivi al compostaggio domestico ovunque possibile in base al contesto territoriale, oppure raccolta differenziata con il metodo del "porta a porta" ed avvio alla produzione industriale di compost di qualità;
- con lo stesso metodo, raccolta differenziata delle frazioni merceologiche più facilmente riutilizzabili (carta, vetro, plastica, metalli) ed avvio delle stesse al riciclaggio tramite i consorzi di filiera del CONAI;
- trattamento con metodi biologici e meccanici della frazione indifferenziata, per produzione di CDR (Combustibile Derivato dal Rifiuto) di qualità, per il suo riutilizzo in impianti di combustione, in parziale sostituzione dei combustibili fossili;
- obiettivi superiori al 50% per la raccolta differenziata;
- massima riduzione delle emissioni di gas serra in atmosfera;
- progressiva chiusura delle discariche e loro utilizzo residuale solo in relazione all'interramento controllato dei materiali di scarto dei processi di compostaggio o di produzione di CDR.
Il vecchio Piano risentiva di alcune debolezze di fondo: esso era stato costruito partendo dalla scelta a priori del termovalorizzatore quale soluzione finale ed intorno a tale scelta erano state poi dimensionate tutte le altre variabili. In particolare era stato ipotizzato un limite massimo del 35% per la raccolta differenziata (livello minimo cui l'Italia avrebbe dovuto attestarsi già dal 2003), non era previsto il "porta a porta", non si rispondeva in modo coerente alla caratteristiche della Provincia di Savona in relazione alla produzione dei rifiuti.
Il percorso logico che ha guidato l'attività di costruzione del nuovo Piano ha invece corrisposto ai seguenti criteri:
- Piano come risultato di un itinerario che, partendo dall'assunzione delle linee di indirizzo assunte quali canali portanti, si sviluppa secondo un rigoroso processo tecnico-scientifico in cui ogni segmento è l'effetto del precedente e causa del successivo;
- Piano come conseguenza di una capillare assunzione di dati sulla quantità di rifiuti, sulle categorie merceologiche degli stessi, sulle loro oscillazioni stagionali, sui diversi contesti territoriali, sulle attività prevalenti in questi ultimi, sulle infrastrutture viarie, ecc.;
- Piano come costruzione che non assume pregiudizialmente nessuna soluzione e non ne esclude pregiudizialmente nessun'altra, ma le verifica tutte con lo scopo primo di essere rigorosamente dimensionato sulla realtà territoriale, urbana, sociale, ammini-strativa ed economica alla quale viene proposto, individuando per essa il percorso ottimale, pur sempre nel rispetto delle linee di indirizzo politiche che lo hanno promosso;
- Piano non come documento politico, ma come strumento tecnico per una corretta applicazione di scelte politiche che avvengono a monte di esso: come tale esso non può e non deve essere oggetto di compromessi diversi, pena la sua inapplicabilità e la sua inefficacia;
- Piano che, nella sua dimensione squisitamente tecnica, deve essere affidato a consulenti specifici del ramo, competenti, affidabili e lontani dall'influsso di possibili suggestioni che spesso rischiano di condizionarne l'attività; e, soprattutto, Piano come progetto che non può e non deve essere "ispirato" da quanti gestiscono il problema dei rifiuti proprio nel contesto territoriale per cui il Piano viene costruito.
Oggi la Provincia di Savona ha un nuovo Piano per la gestione integrata dei Rifiuti Urbani: il suo cammino è ancora lungo, è in corso la sua pubblicazione, dovranno essere ricevute e discusse le osservazioni, dovrà passare al vaglio della "compatibilità ambientale", dovrà ritornare in Consiglio per la sua definitiva approvazione.
Ma è già qualcosa di importante: esso rispetta tutti i presupposti in base ai quali e tramite i quali è stato costruito, è una scelta di civiltà ed ha in sé una specifica dimensione culturale sulla quale far crescere la comunità del savonese; ed è uno strumento concreto per far sì che questa comunità si ponga in armonia con il territorio e l'ambiente in cui vive e lavora.
Giampietro "Mimmo" Filippi
Assessore provinciale con delega ai rifiuti
Savona - 20 Marzo 2006
Scarica il Piano provinciale di gestione dei rifiuti - Schema di rivisitazione del Piano provinciale di gestione dei rifiuti, adottato dal Consiglio regionale con deliberazione n° 11 del 15 marzo 2006.