Diminuzione alla fonte e "biovalorizzazione"

In via di definizione il nuovo Piano Provinciale dei Rifiuti

In questi giorni si sta parlando molto della modernizzazione e della riorganizzazione del ciclo dei rifiuti, è infatti vicina l'approvazione del nuovo Piano Provinciale. Un piano fortemente voluto da Rifondazione Comunista e dall'Assessore competente Giampietro Filippi che con forza e determinazione sono riusciti a mettere in discussione il piano approvato dalla Giunta Garassini, un documento che prevedeva tra le altre cose la realizzazione di un impianto di incenerimento nel nostro territorio. Il Piano Provinciale dei Rifiuti in via di definizione al contrario esclude questa soluzione (come da accordi di governo) e investe sulla diminuzione dei rifiuti e sulla "biovalorizzazione".

La provincia di Savona produce all'incirca 200 mila tonnellate di rifiuti all'anno, una quantità che grazie ad una efficace campagna volta al riciclo e al riuso può essere facilmente ridimensionata. Giampietro FilippiAttraverso la raccolta differenziata "porta a porta" (uno degli aspetti più discussi del piano. Il progetto prevede una divisione casalinga dei rifiuti che poi verrebbero ritirati porta a porta e "registrati" attraverso un chip o un codice elettronico. Ogni famiglia, o condominio, avrebbe insomma un interesse diretto a produrre meno rifiuti per pagare di meno) e l'introduzione su larga scala del compostaggio domestico, infatti, la quantità sopraccitata passerebbe da 200 mila a circa 70-80 mila tonnellate. Un'operazione che renderebbe antieconomico lo stesso termovalorizzatore.

Per il trattamento dei rifiuti residui, con l'esclusione dell'inceneritore, rimangono in campo due soluzioni. La prima, la più importante su cui stanno lavorando l'Assessore con delega ai Rifiuti Giampietro Filippi e l'Assessore Regionale all'Ambiente nonché Consigliere Provinciale Franco Zunino, prevede la bioessicazione, la biostabilizzazione e l'abbancamento finale in discarica del materiale (in volumi ridotti) ormai inerte e dunque non pericoloso. Esistono tuttavia per questa strada dei problemi oggettivi dato che la normativa nazionale non consente dal primo Gennaio 2007 di abbancare in discarica rifiuti che superino un certo potere calorifico (in poche parole induce a "bruciare"). La seconda possibilità, cui i giornali locali hanno dato grande risalto, prevede la trasformazione dei rifiuti in CDR (combustibile da rifiuti) da bruciare nella centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure. Questa opzione, che ha destato qualche preoccupazione tra gli ambientalisti savonesi (pubblichiamo di seguito un comunicato del MODA), non è assolutamente la strada indicata da Rifondazione Comunista che persegue, nonostante le difficoltà, la "biovalorizzazione" una scelta condivisa anche dagli altri partiti della maggioranza in Provincia. Insomma un piano "rivoluzionario" che non porterà, tra le altre cose, nessuna impennata dei prezzi, per comuni e cittadini.

la redazione del sito
Savona - 23 Giugno 2005

I rifiuti bruciati nella centrale di Vado... peggio che l'inceneritore!

Dopo la logica scelta dell'Assessore Filippi che dichiara di bocciare definitivamente l'inceneritore provinciale del precedente Piano Rifiuti, e la forte positiva spinta verso una efficace raccolta differenziata "porta a porta" in prospettiva intorno al 50%, scelte da sempre condivise dagli ambientalisti savonesi, siamo però molto spaventati e nettamente contrari alla proposta di bruciare il volume residuo dei rifiuti urbani (80.000 tonnellate/anno) nella centrale a carbone Tirreno Power di Vado in pieno centro abitato dopo averli trasformati in CDR (Combustibile da rifiuti).

Riteniamo altamente pericolosa per la salute e per l'Assessore provinciale con delega ai rifiuti
Giampietro "Mimmo" Filippi
l'ambiente la combustione del CDR in centrale come risulta anche da una Nota del 27/11/1998 del Ministero dell'Ambiente inviato alla Regione Liguria su "Utilizzazione di combustibile derivato da rifiuti nelle centrali ENEL": "... in Europa non viene abitualmente impiegato combustibile derivato dai rifiuti (RDF o CDR) nelle centrali termoelettriche, ... per la possibile formazione aggiuntiva di microinquinanti organici ed inorganici nelle emissioni" ... "Le sperimentazioni condotte su impianti pilota mettono in evidenza che i metalli e il cloro presenti nel CDR sono rilevabili nelle emissioni allo stato dì vapore o di composti volatili, e in alcune condizioni di esercizio, di composti organoclorurati.(Diossine)". Oltretutto in una provincia dove i controlli ambientali sono del tutto inadeguati e dove addirittura era stata bruciata "segretamente" in centrale la spazzatura di Milano (Il Sole 24 ore" del 16/03/96). D'altra parte sulle problematiche ambientali è stato lo stesso ex vicesindaco di Vado ad affermare "Si è fatto qualcosa, ma dietro a Tirreno Power c'è De Benedetti che finanzia alcune correnti politiche" (Il Secolo XIX del 28/05/04). In questo scenario del tutto inaffidabile diventa allucinante la proposta di bruciare CDR in questa "Centrale in città".

Riteniamo quindi tale ipotesi del CDR in centrale più pericolosa addirittura degli inceneritori.per la formazione di diossine e metalli pesanti.Ecco in alternativa le proposte degli ambientalisti:

  1. riduzione dei rifiuti alla fonte di produzione per 30.000 t/a (15%);
  2. una seria raccolta domiciliare che permette di recuperare quasi tutte le 60.000 tonnellate/anno di rifiuto organico (30% del totale) e avviarlo a un impianto centralizzato di compostaggio con compost da utilizzare come concime in agricoltura;
  3. il recupero delle altre frazioni solide (plastica, metalli , carta, vetro, legno) per un totale di 100.000 tonnellate/anno (50% del totale) con raccolta differenziata grazie anche a finanziamenti "Obiettivo 2" della Comunità Europea;
  4. con queste premesse su 200.000 t/a si potrebbero recuperare almeno 190.000 t/a ed il residuo di 10.000 t/a (5%) potrebbe essere smaltito con sicurezza in discarica.

Ambientalisti Savonesi MODA
Savona - 18 Giugno 2005