Ciao Ginetta...

Gina Guarena, due amori e una lotta lunghi una vita

La telefonata di Anna Maria arriva nel pomeriggio. Pensiamo si tratti di qualcosa concernente il congresso del Partito. Invece le tenere lacrime di una figlia fanno subito capire che è accaduto qualcosa di irreparabile. Giovanna "Gina" Guarena non c'è più. Se ne è andata in questo tempo anomalo, dopo una vita di lotte per la libertà, la giustizia sociale e l'uguaglianza. Per il Comunismo, insomma. Sin da giovanissima la sua vita diventa d'amore e di lotta, come nei romanzi d'avventura. La vita con Luciano, operaio dell'Ilva deportato nei campi di concentramento nazisti, il loro amore che è andato di passo passo con la passione sociale, civile e politica.

Donna della Resistenza, staffetta partigiana, comunista del grande PCI e poi, sin dalla sua fondazione, con tutta la sua famiglia sempre in Rifondazione Comunista, perché l'amore continuava, la passione anche: una passione per i più deboli, per tutti quelli che sono sfruttati e che ha visto faticare nei campi e in quelle officine meccaniche savonesi chiuse poi per far posto ad un altra economia, ad un mondo che lasciava spazio solo al cemento invece che all'uomo e alla macchina.

Un autentico monumento al gusto della panissa ligure il negozietto suo e di Luciano in vico dei Crema (un carruggio di via Pia a Savona) dove ogni pomeriggio vi si riversavano giovani e meno giovani di tutte le età per mangiare una "focaccietta". E anche quel negozio diventava "luogo della politica" tra una frittura e un'altra.

Alle feste de l'Unità e a quelle di Liberazione l'intera famiglia Guarena era sempre presente con i "frixeau": le frittelle di boragine, di baccalà, senza niente, salate o dolcificate. A piacere. E Gina portava sempre un grembiule ricamato, precisa, puntuale, ordinata. "Tanto gentile e tanto onesta pare", citando il padre Dante. Così era la nostra "Ginetta": la voce pacata, calma, ma all'occorrenza energica e risoluta.

In una delle ultime campagne elettorali, alle elezioni provinciali, Paolo Ferrero venne a tenere un comizio a Savona nella Sala Mostre della Provincia. Lei ascoltò tutto l'intervento sulla sua ormai immancabile sedia a rotelle. Poi, quando il segretario nazionale, terminato di parlare, scese dal palco, lei con uno scatto veramente fulminio si alzò e gli balzò accanto. Gli strinse la mano con grande affetto. Ferrero contraccambiò. Si sussurrarono qualcosa. Forse quello di Gina era un appello a continuare, a non cedere in campo, a non abbandonare la lotta.

Negli ultimi anni, anche se costretta sulla sedia a rotelle, non perdeva nessun corteo del Primo maggio, nessuna fiaccolata del 24 aprile, nessun congresso di Rifondazione Comunista.

Ora Gina è nel nostro cuore e rimane nella nostra memoria. Abbiamo bisogno di conservare la memoria di tutte le compagne e tutti i compagni che ci hanno lasciato e che ci hanno insegnato ad essere comunisti, a non darci per vinti, ma a conoscere a fondo l'animo umano e le dinamiche di un mondo che lo stritola.

L'abbraccio grande, grandissimo è per Luciano, Anna Maria e Ilaria.

La vostra, la nostra Gina è stata e rimane una donna da ammirare, da ricordare e da citare nei racconti che faremo nel futuro, quando i comunisti e la sinistra torneranno ad avere il ruolo che spetta loro e per il quale anche lei si è battuta per una vita intera.

Ciao "Ginetta", grazie per tutto quello che hai fatto. Con Anna, Luciano e Ilaria, andiamo avanti.

Segreteria provinciale di Rifondazione Comunista
Savona - 7 Novebre 2013