Il successo dell'Unione in Liguria

Uno sguardo alla realtà locale

L'esito delle Elezioni Regionali 2005, sul piano generale, registra una vittoria particolarmente netta delle forze di Centrosinistra, che assume particolare importanza per il tipo di specificità, che sul piano politico, la coalizione ha saputo mettere in campo.

Pur scontando il solidificarsi di una quota d'astensionismo pari al 30% (un fatto politico da rimarcare con grande attenzione), il Centrosinistra ha fatto dell'omogeneità nell'esprimere una forte capacità di coalizione la sua arma vincente, dimostrando nell'occasione una maggiore efficacia nel misurarsi con un tipo di competizione bipolare, che richiede ormai la messa in opera di almeno due elementi distinti: la convergenza al "centro" della rappresentanza degli interessi sociali mediabili, e la mobilitazione del proprio elettorato disponibile su entrambi i versanti, al centro come a sinistra.

Il risultato della Regione Liguria appare, in questo senso, fortemente indicativo, proprio perché la contesa elettorale ligure poneva di fronte, da una parte, nel caso del Centrosinistra un'espressione di forte presa coalizionale (frutto, anche, di un riequilibro posto sul piano delle presenze delle diverse Province, nel tentativo di affrontare a fondo uno dei nodi storicamente rappresentato, nella realtà ligure, dalla realtà di Genova-Città Regione) e, dall'altra parte, un Centrodestra, all'interno del quale lo schieramento delle forze politiche è apparso in sostanziale second'ordine, rispetto ad un evidente squilibrio di presenza rivolto in favore della linea di personalizzazione mediatica, portato avanti dal Presidente uscente.

La chiave del successo del Centrosinistra in Liguria, appare dunque risiedere in questi due punti: la maggiore capacità coalizionale e la migliore espressione di rappresentatività delle diverse realtà regionali. Sotto questo aspetto c'è da rilevare che Burlando ha ottenuto un minor numero di voti personali (37.959) rispetto a Biasotti (61.492).

Il Centrodestra sconta l'assenza di una forza politica di riferimento, Claudio Burlandoin grado di rappresentare efficacemente l'asse portante della propria coalizione. Il Centrodestra rischia di rimanere arroccato nel Lombardo-Veneto, perdendo (come fa rilevare anche Ilvo Diamanti) le caratteristiche di dimensione nazionale, con la Lega Nord decisiva nel mantenere - in vista delle Elezioni Politiche - un numero rilevante di collegi, con il rischio di rilanciare tendenze di tipo separatista, del tutto esiziali in quel quadro europeo che rimane del tutto determinante per le prospettive future. In questo senso il tema della riforma costituzionale assume, da qui alla data delle Elezioni Politiche, una importanza assoluta.

Passando ad una analisi di tipo più strettamente locale, riferita alla realtà savonese è evidente che il massimo interesse, a partire da questi risultati elettorali, sarà rappresentato nei prossimi mesi dall'elezione del nuovo Sindaco e del nuovo Consiglio Comunale della Città capoluogo della nostra provincia. Sotto questo aspetto il voto del 3- 4 Aprile non ha presentato particolari novità: lo schieramento di centrosinistra (allargato a Rifondazione Comunista che, è bene ricordarlo perché si tratta di un dato importante, non faceva parte della coalizione che elesse Ruggeri) tiene saldamente la maggioranza.

Il Centrodestra appare, obiettivamente, del tutto tagliato fuori dalla possibilità di competere efficacemente in vista della scadenza del 2006 (che avrà luogo, probabilmente, lo stesso giorno in cui si svolgeranno le elezioni politiche: con implicanze tra il "nazionale" ed il "locale" facilmente arguibili). Il Centrodestra savonese, non dispone di personaggi in grado di trasportare quote particolarmente elevate di consenso personale, ed appare composto da forze politiche come AN e UDC fortemente cristallizzate nelle loro "nicchie" di consenso elettorale, oppure in piena crisi come Forza Italia.

Il nodo "Forza Italia" è quello decisivo per la coalizione di centrodestra perché non è pensabile per un qualsiasi schieramento che intenda proporsi una funzione di governo, avere il partito-guida collocato ben al di sotto al 20%.

La prospettiva elettorale savonese si gioca, quindi, per intero dentro al Centrosinistra. L'interrogativo di fondo, può essere così riassunto: quale grado di discontinuità, nei programmi e nelle persone, rispetto all'amministrazione Ruggeri? Se prevarrà una linea di continuità sostanziale (impersonificata, ad esempio, dall'attuale vicepresidente della Provincia, Berruti), la forza delle lista "Uniti per l'Ulivo" (se questa sarà riproposta nell'occasione amministrativa) potrebbe far pensare, anche ad una operazione di autosufficienza, raccolta attorno ad un sistema di alleanze "deboli", magari fondato su varie liste minori, collegate in funzioni di "cespugli".

Se dovesse venire avanti una ipotesi di maggior distacco dalle opzioni presentate dalla precedente amministrazione (soprattutto in funzione di settori apparsi chiaramente sottodimensionati, nel corso di questi ultimi anni), interpretabile, sul piano soggettivo, dall'assessore Rambaudi, clamorosamente esclusa all'ultimo momento dalla lista per le Regionali proprio per far posto a Ruggeri (il cui risultato, è bene ricordarlo, non è stato esaltante: anzi. I DS hanno lavorato, infatti, per riappropriarsi del potere di nomina, e soggetti associativi importanti, come la CGIL ed il terzo settore si sono mossi tentando, con un certo successo, di affrancarsi dal prevalere dei "poteri forti". Da questi dati è scaturito il modesto risultato ottenuto da Ruggeri, in termini di preferenze personali) si potrebbe pensare, invece, ad uno schieramento di centrosinistra "classico", con Rifondazione Comunista nel ruolo di "garante" del successo al primo turno.

È assente sulla scena, adesso come adesso, una terza opzione: quella di un discontinuità molto più accentuata, in grado di riproporre con forza i temi dello sviluppo, dell'equilibrio nello sviluppo del territorio, dei servizi sociali, delle periferie, di una visione compiutamente democratica e partecipativa dell'amministrazione pubblica. Con quali forze potrebbe essere possibile realizzare una incisiva presenza, anche sul piano istituzionale, per un progetto di questo genere nella realtà savonese? Per Rifondazione Comunista, con il risultato raccolto il 3 - 4 Aprile, si presentano responsabilità rilevanti nel determinare un esito piuttosto che un'altro: l'apertura di un confronto, aperto all'insieme delle realtà cittadine ed, insieme, serrato nella presentazione delle opzioni politiche e delle specificità programmatiche appare ormai indifferibile.

Franco Astengo
Savona - 6 Aprile 2005