Ricostruire un futuro alla Liguria partendo dai diritti

Intervista a Giacomo Conti

Ormai ci siamo. Tra pochi giorni si svolgeranno le tanto attese elezioni che rinnoveranno anche in Liguria il Consiglio Regionale ed eleggeranno il Presidente della Regione (non chiamiamolo "Governatore"). Come noto Rifondazione Comunista, dopo intense trattative, ha raggiunto un serio accordo con le altre forze de L'Unione a sostegno di Claudio Burlando. Per comprendere al meglio il ruolo e l'apporto fornito dal nostro partito abbiamo contattato Giacomo Conti Segretario Regionale del PRC.

Rifondazione Comunista ha sempre messo al centro della propria azione politica i programmi. Ha sempre preferito parlare di contenuti e non di contenitori. Un'attenzione quasi maniacale. Tuttavia in questa occasione abbiamo prima costruito l'alleanza a sostegno del candidato Giacomo ContiPresidente e poi abbiamo definito un programma. Questo dato può essere letto come un'inversione di tendenza nel nostro modo di fare politica?

Nessuna inversione di tendenza, ma la necessità di far pesare la radicalità del movimento nella costruzione di una proposta programmatica alternativa per battere le destre e le politiche delle destre. In questi anni è stato smantellato il tessuto democratico e civile, si sono praticate politiche per distruggere lo stato sociale e cancellare quei diritti conquistati nel corso del secolo scorso.

Emblematica è la questione del lavoro. Fino a qualche anno fa la precarietà era un fenomeno parziale. Oggi, con la Legge 30, il precario diventa la regola. Per non parlare dell'attacco al carattere progressivo della Costituzione italiana, dove si minano i caratteri fondamentali dell'unitarietà delle prestazioni sociali e dell'esigibilità dei diritti sul territorio nazionale. Vorrei ricordare che nostro partito è entrato a far parte della coalizione ligure che sostiene Claudio Burlando solo a Novembre, dopo la sottoscrizione del documento dei segretari regionali (pubblicato anche sul vostro bellissimo sito) che fissava sette priorità programmatiche, come, ad esempio, la questione democratica e la lotta alla precarietà.

In Liguria, ad esclusione del nostro partito, le cosiddette forze della sinistra alternativa non hanno un grosso radicamento sul territorio e non hanno una grossa consistenza elettorale. In questo quadro è stato per noi più difficile avanzare le istanze del "movimento"? È stato per noi più difficile dire "qualcosa di sinistra"?

Sicuramente. Ma il problema non è quello di "dire qualcosa di sinistra", che lo abbiamo detto e scritto nel programma, ma è quello di praticarlo nel momento in cui dovessimo vincere le elezioni. Per questo, accanto al lavoro per costruire e aggregare la sinistra di alternativa, dobbiamo continuare ad operare per allargare i canali di comunicazione tra sociale e politica. Dobbiamo lavorare al rafforzamento del movimento e portarne gli orientamenti dentro la "politica". Sui grandi nodi di fondo (pace, lavoro, stato sociale) le posizioni della sinistra alternativa sono oggi largamente maggioritarie nel paese: dobbiamo trovare i canali attraverso cui far pesare nella politica questi orientamenti. Come si vede la partita del programma non si è conclusa con la sottoscrizione, ma ci auguriamo che possa iniziare il 4 Aprile e durare cinque anni.

Nel programma in via di definizione in quali settori sarà più marcato il segno di Rifondazione? E quale apporto darà il nostro partito a L'Unione in Liguria?

Sulle questioni sociali, in particolare su lavoro e sanità. Con la lotta alla precarietà del lavoro e con l'orientamento a superare la logica della "compatibilità di bilancio" nella sanità, abbiamo reintrodotto il concetto dei diritti al posto delle logiche di mercato che in questi anni avevano affascinato anche le forze del Centrosinistra. Il contrasto dell'applicazione della Legge 30, l'introduzione del salario sociale per i giovani disoccupati, la progressiva eliminazione di tutti i ticket sanitari, sono i tre punti che maggiormente ci caratterizzano.

Quali saranno, qualora il nostro candidato dovesse vincere, i maggiori segni di discontinuità con l'operato del Presidente uscente Sandro Biasotti?

Sul piano della democrazia e sul piano delle politiche sociali: subordinando le decisioni strategiche alla verifica Giacomo Conti
Segretario Regionale di Rifondazione Comunista
sul territorio con le popolazioni interessate; cercando di ricostruire un futuro a questa regione in crisi che parli di lavoro stabile per le nuove generazioni e che garantisca a tutti i cittadini l'esigibilità delle prestazioni sociali.

Cavalcato da Berlusconi come questione fondamentale del suo programma (evidentemente non ha altri argomenti a suo favore), l'anticomunismo sta diventando un tema sempre più presente nei media. Approfittando della comprensibile disinformazione dei cittadini che senza dubbio non conoscono a fondo l'estrema complessità ed eterogeneità dei comunismi del mondo, questo anticomunismo post guerra fredda vuole semplificare la storia di più di un secolo di movimento socialista e di settant'anni di URSS nel teorema povertà-morte-distruzione, operazione che, con onestà intellettuale, non può che essere considerata ridicola. Come Segretario Regionale di un partito che vorrebbe rifondare il Comunismo come pensi ci dovremmo difendere?

Il tendenziale aumento del consenso elettorale e le significative nuove adesioni al nostro partito e alla Sinistra Europea, dimostrano che i cittadini, nonostante Berlusconi e i mass media, sono molto attenti al percorso che abbiamo intrapreso. Mi pare, per dirla con una battuta, che abbiamo solo una strada da percorrere: continuare come stiamo facendo nella ricerca e nella rifondazione comunista.

Marco Ravera e Andrea Petronici
Genova - 25 Marzo 2005