Bertinotti: "Rifondazione è un investimento sociale per il futuro"

Il Segretario nazionale del PRC apre la campagna elettorale a Savona

Le parole sono pietre, dice un vecchio adagio popolare. Ed oggi queste pietre sono metaforicamente scagliate contro una politica liberista che uccide i più fondamentali diritti sociali delle persone. Fausto Bertinotti entra nella Claudio Burlando, Franco Zunino e Fausto Bertinottigrande sala del Consiglio Provinciale di Savona e lo attende un lungo applauso dei militanti, dei cittadini - e sono veramente tanti - che sono venuti a sentire il comizio del Segretario nazionale di Rifondazione Comunista per l'apertura della campagna elettorale regionale nel capoluogo ponentino. Dicevamo che le parole sono pietre e non sassolini: pietre come macigni, macigni come lo sono i tanti aspetti di disperazione che assillano la vita di centinaia di migliaia, anzi di milioni di indigenti sia in Italia che nel Vecchio continente. In giornata i lavoratori della Ferrania avevano occupato le strade della Valle Bormida per protestare ennesimamente sul futuro del "loro" (magari potesse essere affidato alla gestione dei lavoratori...) sito produttivo. Hanno incontrato Bertinotti poco prima del suo intervento e gli hanno esposto le preoccupazioni che si protraggono ormai da anni su uno dei comparti più importanti ormai rimasti nel territorio non solo della valle, ma dell'intera provincia di Savona. Prima di Bertinotti parlano Franco Zunino, Presidente del Consiglio provinciale e capolista del PRC per il collegio elettorale di Savona, e Claudio Burlando, candidato a Presidente della Regione Liguria per l'Unione. Entrambi criticano la mancanza di una programmazione politico-sociale dell'amministrazione Biasotti e auspicano la possibilità di un cambiamento concreto a 180° dell'attuale governo della Regione.

Bertinotti, interviene subito dopo e cita e ricita più volte il caso Ferrania, perchè, dice «l'appuntamento delle prossime regionali non può essere solamente una semplice tornata elettorale, ma deve far sì che anche le amministrazioni e i governi locali diventino un luogo di partecipazione ai conflitti sociali che sono in atto su un territorio». Territorio. Un'altra parola che è una pietra: uno scorcio della salaJil territorio - continua il Segretario di Rifondazione - è insieme il luogo di crescita di una nuova stagione dei diritti e, al tempo stesso, il teatro di nuove rivendicazioni per un'esigenza rinnovata di soddisfazione dei bisogni anche più elementari, che sono quelli poi indispensabili per sbarcare il lunario: il diritto alla casa, all'assistenza sociale, alla salute, ad una vigna dignitosa». Da qui la necessità della creazione di un'onda lunga che porti alla sconfitta, presto, del cartello delle destre e delle loro politiche a livello nazionale: «Perchè, caro Claudio - dice rivolgendosi al candidato alla Presidenza della Regione Claudio Burlando - se domani sarai tu, saremo noi a guidare la Regione Liguria, anche tu dovrai fare i conti con un governo che farà ogni sforzo per imporre agli Enti locali quel federalismo che è dalle destre concepito come accentuazione delle differenziazioni e non come valorizzazione delle differenze. Esasperando quelle politiche di attacco al lavoro, di sistematizzazione della precarietà come regime di condotta lavorativa permanente nell'insicurezza più totale per la costruzione di un futuro delle giovani e medie generazioni». Il governo, infatti, ha già cominciato questo cammino di "devoluzione", disponendo per gli enti comunali, provinciali e regionali tagli non indifferenti su voci e capitoli di bilanci che disponevano servizi di stampo prettamente sociale e quindi non superflui o diversamente gestibili. Ma la Casa delle Libertà considera superfluo il pubblico e accarezza con mano seducente il privato, modello di un'economia volta a scardinare del tutto i valori sociali che i Padri Costituenti inserirono nella Carta del 1948.

Precarietà ed insicurezza, lavoro in affitto per pochi giorni, poche settimane, non lavoro, disoccupazione e contratti di collaborazione continuativa: tutti nomi di una stessa faccia, Franco Zunino, Fausto Bertinotti, Giacomo Contiquella della deregolamentazione dei diritti dei lavoratori, a loro scapito ovviamente e a vantaggio esclusivo delle imprese e del neocapitalismo che ha perso tutte le sue geometriche contorsioni adattatrici che aveva saputo inventare con il fordismo e con modelli anche meno intuitivi, ma che comunque cercavano di assicurarsi una "collaborazione" della classe dei salariati.

Oggi tutto questo è scomparso, annichilito dalla cieca ricerca di un profitto che sia indipendente dalle influenze delle leggi a protezione dei lavoratori: «Qual'era - riprende Bertinotti - la speranza delle nostre generazioni (e fa riferimento soprattutto ai suoi coetanei)? Che i figli, e i figli dei figli potessero lavorare e vivere senza dover più intraprendere le battaglie che noi avevamo sostenuto per l'introduzione di meccanismi di tutela del salario, delle pensioni e, in particolare, il diritto grande e forte che nessuno poteva toglierti il lavoro senza una giusta causa, un motivo concreto, reale che facesse riferimento ad un grave pregiudizio che tu potevi aver portato all'azienda, ma che fosse debitamente provato. Oggi tutto questo è inesistente, e siamo tornato indietro di decenni. Oggi il licenziamento è già inserito nel tuo contratto: non sai quando, magari tra un mese, due mesi, ma sai che il tuo contratto non è a tempo indeterminato, ma scadrà quando agli organizzatori della produzione, ai moderni padroni piacerà non rinnovartelo! Oggi il lavoro non ha alcuna base potenziale per garantire il futuro ad una famiglia».

Ecco un'altra parola che è una pietra: «Usano concetti come quello della famiglia, per rassicurarci, per mostrarci che se hai una famiglia, beh insomma una qualche sicurezza ce l'hai e quindi non sei solo. In realtà se non sei solo tu, è sola una comunità più ampia che condivide la stessa incertezza, la medesima insicurezza per sè stessi e per gli altri».

Poi Bertinotti Claudio Burlando, Franco Zunino e Fausto Bertinotti
la sala del Consiglio Provinciale gremita per Bertinotti
Franco Zunino, Fausto Bertinotti e Giacomo Conti a fine iniziativa
foto di Giovanni Sferini
apre un capitolo sul mondo della scuola collegandolo al lavoro e diverte anche la platea che lo ascolta attentamente: «Sapete, io me la immagino questa signora romana (si riferisce al Ministro Letizia Moratti) che una mattina si alza e ha un'intuizione geniale, davvero geniale e che dice: ma se oggi il mondo del lavoro è così precario, instabile, non esistendo più il posto fisso, ma perchè mai spendere tanti soldi nella scuola pubblica? Perchè farli studiare e incentivare l'apprendimento? Terminata la scuola quale lavoro stabile possono avere? Nessuno, ed ecco che si tagliano anche i fondi alle scuole dello Stato e si aprono nuovi canali di finanziamento per gli istituti privati e si esaspera ancora una volta la politica liberista delle destre che attacca al cuore l'impianto sociale del Paese e, permettetemi di ricordarlo, il viatico a determinate politiche liberiste non è stato opera solamente della destra, ma anche di chi un tempo a sinistra e al centro ha aperto quelle strade, creando i presupposti per l'amplificazione all'ennesima potenza di tutto quello che oggi avviene sulla scuola, sulle pensioni, sul lavoro». E qui la platea plaude e si spella le mani, perchè la critica alle politiche del centrosinistra degli anni '98-2001 è a dir poco doverosa.

Il Segretario di Rifondazione Comunista termina con un appello: «Guardate, voglio rivolgervi un appello non rituale: dal Paese, dalle regioni, viene una domanda intensa di unità delle forze che oggi sono parte de l'Unione. Il contributo che noi di Rifondazione Comunista possiamo dare a tutti ciò è essenziale. Vi chiedo fiducia in tutti coloro con cui parlerete: rendere più forte questo nostro Partito significa potenziare le sue politiche, le sue rivendicazioni. Per questo nell'invito al voto per Rifondazione, vi è contenuta tutta quella richiesta pressante di coloro che oggi i propri bisogni non riescono a soddisfarli e che sono ancora su un livello di sopravvivenza. Di più oggi di ieri, il consenso a Rifondazione Comunista ed alle liste che noi appoggiamo è un investimento sulla riappropriazione dei diritti del lavoro, della salute, dello stato sociale, per un futuro migliore, soprattutto per un futuro possibile».

La campagna elettorale per vincere le Regionali è cominciata e, come si diceva una volta: al lavoro e alla lotta, compagne e compagni.

Marco Sferini
Savona - 15 Marzo 2005