Per una presentazione autonoma di Rifondazione Comunista

Progetto Comunista e Sinistra Critica contro l'accordo

Il Comitato Politico Regionale lo scorso 27 Gennaio ha approvato la linea tracciata dal Segretario Regionale Giacomo Conti in merito alle imminenti Elezioni Regionali che vedranno il nostro partito al fianco delle forze del Centrosinistra a sostegno del candidato Predisente Claudio Burlando. La decisione tuttavia non è stata unanime.

Per conoscere al meglio le posizioni espresse all'interno del Partito vi presentiamo gli ordini del giorno presentati dai rappresentanti di Progetto Comunista e di Sinistra Critica.

la redazione del sito
Savona - 20 Febbraio 2005

Documento presentato da Marco Verruggio

La candidatura di Claudio Burlando come presidente della Regione Liguria si conferma come l'espressione degli interessi materiali degli industriali, dei terminalisti e delle lobbies politico-finanziarie della nostra regione. Il confronto politico-programmatico tra il PRC e la GAD ligure non solo non ha "spostato a sinistra" l'asse politico di quest'ultima, ma ha confermato la contraddizione evidente tra il progetto di Burlando e del suo schieramento da una parte e le ragioni sociali dei lavoratori, dei giovani disoccupati o precari, dei pensionati, dei principali movimenti di lotta attivi anche sul nostro territorio dall'altra. Una contraddizione resa ancora più evidente dall'abbraccio tra Burlando ed esponenti della destra come il professor Pittaluga, ex assessore della giunta Biasotti e consigliere d'amministrazione di un gruppo come Finmeccanica, che oggi annuncia di voler investire sul militare e smantellare la produzione civile mettendo a rischio circa 6000 posti di lavoro soltanto in Liguria. Una contraddizione che agisce non solo sui nostri referenti sociali ma nello stesso corpo del Partito, causando sempre più evidenti segni di insofferenza nel nostro elettorato e tra i nostri stessi iscritti e spingendo personaggi autorevoli del movimento no global e pacifista e dirigenti del nostro stesso Partito (trasversalmente alla loro collocazione congressuale) a dichiarare: "In ogni caso non voteremo Burlando".

Per questo insistere sulla decisione dell'alleanza di governo regionale, sventolando concessioni programmatiche fittizie o del tutto formali, significherebbe non solo prendere una decisione ingiustificabile ma anche porsi su un terreno più arretrato della stessa percezione comune che la vittoria di Burlando e della GAD non prefigura un'alternativa reale rispetto alle politiche della Giunta Biasotti, ma la sostanziale prosecuzione di tali politiche. E che alla prosecuzione di tali politiche è necessario prepararsi proseguendo a battere la strada dell'opposizione portata avanti dal Partito in questi 5 anni. Tutto ciò in un quadro in cui la legge elettorale regionale non consente neanche la possibilità di costruire un semplice accordo tecnico senza contestualmente ricadere in una forma di accordo politico ed entrare nella maggioranza di governo.

Per questo il CPR del PRC ligure:

Documento presentato da Sergio Casanova e Aurelio Macciò

Il Comitato Politico Regionale ligure del PRC, riunito in data 27 Gennaio 2005, nel prendere in esame la situazione determinatasi riguardo alle Elezioni Regionali in Liguria, valuta che il protocollo d'intesa firmato dai Segretari regionali della GAD ligure il 9 Novembre scorso sia inaccettabile.

Trascorsi oltre 70 giorni dall'ultima riunione del CPR, la situazione è rimasta immutata e non si è riscontrato il verificarsi di nessun percorso partecipato sul programma. Non si è innestato alcun confronto rivolto a far partecipare l'opposizione sociale nelle sue diverse espressioni, che evitasse ogni reticenza e ogni diplomatismo e affrontasse finalmente le questioni centrali in modo esplicito; nessuna iniziativa politica si è programmata per qualificare e praticare un reale percorso partecipato e di alternativa. In quel protocollo d'intesa, questioni per noi centrali vengono trattate in maniera inaccettabile. In particolare, una questione come il reddito sociale, considerata sinora dal PRC, dai GC e da significativi pezzi di movimento un'acquisizione fondamentale e caratterizzante una qualsiasi alleanza a ispirazione alternativa rispetto al Centrodestra, viene trattata, in quel testo, con la seguente astrusa formulazione: "Introdurre misure di sostegno al reddito per favorire una ricerca occupazionale fuori dal circuito della precarietà e per superare le situazioni di povertà".

Nell'accordo costitutivo della GAD ligure, peraltro, mancano anche riferimenti di ogni tipo ad altre questioni di grande rilevanza, come: il ciclo dei rifiuti, in particolare il mega inceneritore; lo Statuto regionale, contro cui, soli, abbiamo votato in Consiglio Regionale, in quanto improntato al presidenzialismo, e quindi difficilmente conciliabile con la democrazia, la partecipazione e il protagonismo sociale; il sistema dei porti liguri, peraltro in via di progressiva ultraprivatizzazione e "liberalizzazione monopolistica"; le infrastrutture, dalle condizioni del sistema ferroviario regionale alle scelte sul Terzo valico; il fisco della Regione Liguria, per capire chi dovrebbe pagare gi interventi auspicati (almeno da noi) in materia di reddito sociale, sistema sanitario, sistema scolastico, ecc.

Neppure sul finanziamento delle scuole private il Centrosinistra ha fatto un passo indietro, visto che si parla di "superamento" e non di abrogazione della legge sui buoni scuola, ma per arrivare ad altri tipi di finanziamento, come annunciato a più riprese da Burlando e da autorevoli esponenti della Margherita. Insomma, il protocollo d'intesa del 9 Novembre è un documento del tutto inadeguato e insufficiente e, pertanto, inaccettabile. Ciò determina questa paradossale situazione: per la prima volta le Federazioni del PRC della Liguria sono chiamate ad approvare una lista regionale che andrà alle elezioni in un'alleanza di cui non è dato di conoscere il programma concordato. Anzi, nemmeno di una bozza di programma!

Non si tratta affatto di un'anomalia ligure, anzi nelle altre regioni, in gran parte, non si è neppure fatto un qualsiasi percorso programmatico. Compresa la Puglia, vista la scelta di concorrere anche noi al processo di personalizzazione della politica, smentendo tutto il nostro percorso culturale avverso al pensiero unico del mercato. Quest'ultimo infatti non riguarda solo il mercato "libero da lacci e lacciuoli" come dicono gli economisti liberisti, ma anche il sistema elettorale necessario all'affermazione di quel regime di mercato: un sistema maggioritario che faccia da supporto a governi di alternanza tra forze politiche che si vogliono tendenzialmente analoghe tra loro.

Come frutto della scelta praticata dalla maggioranza del gruppo dirigente del PRC nell'ultimo anno e mezzo (l'obiettivo dell'accordo programmatico e di governo), il nostro partito ha impugnato la bandiera delle primarie come garanzia di democrazia e di partecipazione! Fatto sta che, invece, le primarie sono l'asse centrale del sistema maggioritario e presidenzialista degli USA, quello da noi sempre indicato come prototipo della "democrazia autoritaria". L'elezione del compagno Vendola (con un successo che riteniamo in sé importante, in quanto dimostra – manifesta, non genera! – il fecondo rapporto tra il PRC e il movimento meridionale) non muta la natura delle primarie, che restano uno strumento negativo antidemocratico e che riduce la partecipazione, come, appunto, dimostrano gli USA.

Tra le ricadute negative dell'accordo su cui è nata la GAD nazionale, c'è quello della predeterminazione degli accordi comunque in tutte le regioni. Tutto ciò che di male si raccoglie localmente nasce da lì. Anche i risultati ottenuti in Liguria che, a oggi, si riducono, come già detto, al protocollo d'intesa del 9 Novembre 2004, del tutto insufficiente per raggiungere un accordo col centrosinistra.

Il Comitato Politico Regionale ritiene, pertanto, che non vi siano le condizioni per raggiungere un accordo programmatico e di governo con il centrosinistra per le prossime elezioni regionali in Liguria.