Nasce la GAD ligure

Al termine di una discussione intensa approvata la linea tracciata dal Segretario Regionale Giacomo Conti

Giacomo ContiLo scorso 17 Novembre il Comitato Politico Regionale (CPR) ha approvato, a larga maggioranza, il protocollo d'intesa, presentato dal Segretario Regionale Giacomo Conti, che da vita alla GAD ligure. Un documento, sottoscritto dai segretari della Grande Alleanza Democratica l'otto Novembre, che apre la strada ad un percorso di costruzione programmatica aperto e partecipato ai soggetti sociali e al movimento, un testo che riprende alcuni dei temi principali emersi dalla nostra assemblea programmatica: precarietà, diritto allo studio, sanità, trasporti. «È del tutto evidente - precisa in una nota lo stesso Conti - che questo documento, anche se raccoglie indicazioni del nostro partito e rappresenta un passo in avanti nelle relazioni tra le forze di opposizione, deve intendersi esclusivamente come avvio di un processo di costruzione programmatica, il cui esito non è predeterminato».

Il documento proposto dalla maggioranza ha ottenuto 20 voti, non accolti invece gli altri ordini del giorno presentati rispettivamente da Marco Veruggio (8 voti a favore) e da Sergio Casanova (3 voti a favore).

Per conoscere al meglio le posizioni espresse all'interno del Partito vi presentiamo i documenti argomentati e discussi nell'ultimo Comitato Politico Regionale.

la redazione del sito
Savona - 20 Novembre 2004

Linee di indirizzo tra le forze politiche su alcuni temi programmatici per una alternativa di governo per la Liguria - Documento presentato da Giacomo Conti - approvato

1. Democrazia, partecipazione, protagonismo sociale

La costruzione di una grande alleanza democratica per il governo della Liguria passa anche attraverso un processo programmatico che vede nella partecipazione dei soggetti sociali, dei movimenti e dei partiti, sia una scelta metodologica, sia una opzione di fondo politica, per affermare idee e contenuti di alternativa al disastro sociale, economico e politico prodotto dal governo di centro destra della Regione.

2. L'estensione dei diritti

La nostra epoca è marcata da profondi mutamenti sociali che investono la sfera individuale e collettiva. Investono il sistema produttivo, delle relazioni sociali: nuovi e vecchi bisogni fanno emergere la necessità di adeguare i diritti fondamentali e di allargare la platea dei soggetti che ne devono usufruire. Estendere i diritti alle nuove soggettività è anche un modo efficace per difendere coloro che già ne usufruiscono.

Il riconoscimento universale del diritto di cittadinanza, a cominciare dai migranti, non serve solo a riconoscere a quest'ultimi i diritti politici e di voto, ma a sottrarli dallo sfruttamento più miserabile e dal ricatto salariale, dalla marginalità e dall'indigenza che da sempre è terreno di sviluppo di comportamenti malavitosi.

3. Progetto lavoro

Una nuova dimensione dello sviluppo della regione, passa attraverso la lotta alla precarietà, per un lavoro stabile e sicuro. La Regione Liguria in tal senso si impegna quindi a contrastare l'applicazione della legge 30 sul mercato del lavoro e si muove lungo tre direttrici che prevedano:

  1. l'incentivazione alla trasformazione di contratti atipici in contratti a tempo indeterminato obbligando le imprese a rispettare i contratti collettivi nazionali, le norme sulla sicurezza e la previdenza, nonché, negli appalti, il rispetto di clausole sociali di salvaguardia occupazionale, salariale e di sicurezza;
  2. introdurre misure di sostegno al reddito per favorire una ricerca occupazionale fuori dal circuito della precarietà e per superrare le situazioni di povertà;
  3. messa a punto di una norma quadro sugli appalti che dia priorità alla sicurezza sul lavoro e ai diritti dei lavoratori, penalizzando le imprese che non aderiscono ai vincoli su citati per la sicurezza.

4. Sviluppo economico

Il declino industriale della regione va contrastato con politiche attive capaci di produrre uno sviluppo centrato sulla valorizzazione e sul rispetto dell'ambiente, e garantendo che beni fondamentali e comuni quali l'acqua, l'aria, l'energia non siano oggetto di mere logiche di mercato.

Va posta una maggiore attenzione alla nostra costa evitando ulteriori cementificazioni e inutili progetti faraonici, pensando ad un rilancio turistico valorizzando tutto il territorio ligure, dalla costa all'entroterra, e facendo della qualità il centro della nostra eccellenza. L'intervento pubblico deve essere assunto come leva fondamentale di sviluppo dell'interesse collettivo e non come semplice fonte a cui le imprese attingono per aumentare i loro profitti. In particolare quindi l'intervento pubblico deve essere rivolto alla sviluppo del tessuto produttivo con interventi orientati alla innovazione attraverso nuova tecnologia e formazione, strutture e strumenti moltiplicatori di reddito diffuso, nella salvaguardia dell'occupazione e dei livelli salariali. Particolare attenzione va posta sui processi di ristrutturazione industriale con misure adeguate di ricollocazione per i lavoratori coinvolti che non devono andare fuori dai processi produttivi.

5. Diritto allo studio e attività di ricerca

L'istruzione intesa come perno fondamentale di una società democratica, avanzata, plurale e multirazziale. In tale contesto va dichiarata e assunta la centralità della scuola pubblica come strumento insostituibile e irrinunciabile di formazione e costruzione della società democratica.

Occorre una nuova legge quadro regionale sul "diritto ai saperi" che, superando la "legge sui buoni scuola", punti ad un rifinanziamento del sistema di istruzione capace di rispettare il dettato costituzionale sulla gratuità della scuola quale diritto allo studio mettendo a disposizione le risorse pubbliche verso l'adeguamento delle strutture scolastiche, dei servizi necessari e del materiale didattico.

Anche la "Ricerca pubblica" va intesa come strumento di sviluppo tecnologico, produttivo e sociale e non certo come costo.

6. La rete del sistema sociale

Il sistema sociale regionale è sottofinanziato e quindi in forte sofferenza. Tuttavia trattandosi di diritti fondamentali e costituzionalmente salvaguardati, è necessario uscire da una pura logica di compatibilità di bilancio ponendosi l'obiettivo della piena e totale esigibilità dei diritti.

Quindi è necessario uscire dalla concettualità del buono o del vaucher che consegnano l'esigibilità del diritto ad una pura opportunità regolata come fosse una lotteria. Il sistema della rete sociale dei servizi, già oggi fortemente caratterizzata dalla integrazione pubblico privato, non può vedere un ruolo pubblico sempre più marginale e ritirato. Al contrario la centralità pubblica e la responsabilità costituzionale ad essa riconosciuta, vanno agite per favorire una efficace azione di tutela e garanzia per tutti i soggetti sociali.

Il sistema sanitario regionale dovrà riformarsi ponendo al centro della sua azione la tutela della salute dei cittadini. Le condizioni per maggiori risorse e i tagli agli sprechi, vanno garantite attraverso azioni quali una revisione del prontuario farmaceutico, la diffusione dei medicinali generici, intese efficaci con i medici di famiglia, la vendita diretta post degenza, abolendo per questa via tutti i ticket sanitari. Inoltre anche una efficace lotta agli infortuni sul lavoro contribuisce a ridurre i costi sanitari e quelli sociali. In questo contesto vanno riviste la rete ospedaliera e dei presidi territoriali, il sistema del day hospital e della day surgery, l'OBI per una effettiva appropriatezza della cura.

Una riorganizzazione del sistema sanitario pubblico, anche attraverso l'adeguamento delle piante organiche, che porti ad una reale riduzione dei tempi di attesa, eliminando per questa via l'utilizzo improprio di strutture sanitarie private.

7. La rete del trasporto pubblico

La regione è titolare del servizio di trasporto pubblico locale intergrato. Occorre porsi l'obiettivo di un forte sviluppo dell'intermodalità costruendo per questa via anche una politica ambientale di prospettiva e di lungo respiro.

I processi posti in essere nel corso di questi anni necessitano di una attenta riflessione, garantendo autonomia agli enti locali in merito all' assegnazione dei servizi di trasporto nell'ambito della normativa esistente che contempla ogni possibilità di gestione e affidamento.

La legge di riforma del TPL è entrata in vigore nel '98 senza che la regione con atti successivi abbia mai definito i servizi minimi da garantire ai cittadini e senza che abbia mai potenziato le risorse necessarie alla copertura dei servizi stessi. Quindi c'è la priorità di definire i servizi e le risorse conseguenti, per questo và prima di tutto operata una forte azione nei confronti del governo centrale per aumentare le risorse del fondo nazionale non escludendo forme si intervento proprio regionale.

Documento presentato da Marco Veruggio - respinto

Il CPR del PRC Liguria esprime un giudizio fortemente negativo sul varo della GAD nella nostra regione attraverso il protocollo d'intesa siglato dal PRC coi partiti del Centrosinistra. È la conseguenza di una scelta nazionale sbagliata nel metodo e nel merito. Nel metodo, perché decisa dalla Segreteria Nazionale e annunciata a mezzo stampa senza una discussione democratica nel Partito, fatto tanto più grave alla vigilia di un congresso nazionale che discuterà a giochi fatti. Nel merito, perché conferma e articola anche a livello locale la scelta sciagurata di un accordo politico-programmatico di governo col centro liberale dell'Ulivo, accordo che sacrifica sull'altare della giusta lotta contro la destra la necessità di un'autonoma proposta programmatica a difesa dei lavoratori e delle classi subalterne.

A livello regionale si creano aspettative utopistiche sulla possibilità di sospingere a sinistra Burlando e il suo schieramento attraverso un "confronto programmatico". Ma il confronto fino ad ora ha già dimostrato che Burlando è disponibile al dialogo bipartisan con Biasotti (ad esempio su questioni come Finmeccanica 2 e Ferrania) piuttosto che a recepire le proposte avanzate dal PRC. Claudio Burlando è del resto l'incarnazione di un altro programma: quello delle lobbies finanziarie, dei terminalisti, degli industriali. È stato l'artefice della privatizzazione dei porti e del trasporto pubblico, nonché l'autore dell'operazione Malpensa, oggi riconosciuta come una delle cause della crisi di Alitalia. Non sono e non saranno i "risultati" del confronto a giustificare gli accordi PRC-Ulivo, in Liguria come nelle altre 13 regioni in cui si voterà, ma viceversa sono questi stessi accordi (annunciati in blocco all'atto di nascita della GAD) che richiedono la "foglia di fico" di un confronto tutto illusorio e formale.

Il CPR chiede quindi:

Analisi dei contenuti del protocollo d'intesa - Documento presentato da Sergio Casanova - respinto

Valutazioni generali

Valutazioni nei contenuti

Alcune gravi lacune

In sintesi

Questioni per noi centrali sono trattate in modo inaccettabile nel protocollo d'intesa: reddito sociale, esclusione dei finanziamenti alla scuola privata, visione sostanzialmente ragionieristica della sanità. Altre sono addirittura assenti: questione del ciclo dei rifiuti, Statuto regionale, ruolo dei porti, infrastrutture, sistema fiscale. Rimane troppo forte l'impronta del Centrosinistra e delle sue politiche tradizionali, rispetto alle quali ci sono solo alcuni scostamenti, mentre resta immutata la difesa di ben precisi interessi economici e delle linee programmatiche liberiste.

È marcato il salto tra le enunciazioni generali e le concrete proposte politiche. Si ritiene dunque dannosa per la prosecuzione stessa del confronto qualsiasi enfatizzazione di risultati raggiunti, quando mancano moltissimi aspetti programmatici fondamentali. Il protocollo d'intesa sottoscritto l'8/11 non può quindi che ritenersi un documento del tutto inadeguato e insufficiente, e pertanto non accettabile.

Si ritiene, in alternativa, che debba innestarsi un confronto più marcatamente rivolto a far partecipare l'opposizione sociale in tutte le sue espressioni, che eviti ogni reticenza e ogni diplomatismo e affronti finalmente le questioni centrali in modo esplicito. Il tutto supportato da iniziative politiche rivolte a qualificare e praticare il percorso. Solo così si potrà sciogliere il nodo, quanto mai intricato e difficile, relativo ad un eventuale accordo per le elezioni regionali del 2005.