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Al via la corsa elettorale di Rifondazione, Sd, Verdi e Pdci uniti. Bertinotti: «a noi il compito di far vivere la sinistra»

«Ah, siamo messi così...». Fausto Bertinotti si fa largo nella ressa di fotografi e cameramen. Il caffè Fandango risulta stretto e trabocca di gente fin sull'antistante piazza di Pietra, in pieno centro a Roma. «Luogo affascinante, un po' disagevole, ma dà il segno dell'impresa: difficile, un po' incasinata, per questo divertente». Il bar. Perchè «la politica non ha luoghi deputati, separati. Può vivere nelle sezioni dei partiti, nelle sedi delle associazioni, nelle fabbriche, nelle scuole e nei bar, luogo tra i più vocati alla politica», dice il candidato premier del "la Sinistra l'Arcobaleno". «Politica da bar?». La provocazione di qualche malizioso non trova spazio. «A volte è migliore di tante chiacchiere che fanno i politici...», interviene il segretario del Prc Franco Giordano. Profumo di caffè e focaccine, tavolini e libri. In fondo, i manifesti con il simbolo unitario, a contorno qualche bandiera di partito, nessun cattedratico spazio dei relatori, solo sedie e qualche microfono. Un pianoforte sta muto in un angolo, in sottofondo bisbiglia una melodia sudamericana. Qui l'unione tra Prc, Sd, Pdci e Verdi inizia il suo cammino verso il voto di aprile, «con l'obiettivo di trascendere la campagna elettorale per dar vita a un nuovo soggetto della Sinistra», precisa Bertinotti. E il caffè Fandango, nonostante lo spazio angusto, dice molto della campagna elettorale pensata dal "leader a tempo" della "Cosa rossa".

Pochi comizi classici in piazza. Bertinotti punta a incontrare la gente nei luoghi significativi della vita quotidiana nelle città d'Italia. Per dire: un bar noto perchè frequentato da operai, un locale conosciuto perchè meta solita di intellettuali e via così. Un po' operaio, un po' ecologista, un po' gay-lesbo, come del resto disse lui stesso a un congresso del Prc anni fa. Oggi a maggior ragione: «Dopo tante divisioni, da storie diverse, nasce una sinistra allegra, colorata e plurale, con radici antiche e immaginazione di futuro». Via ai lavori. In mattinata, Bertinotti lancerà la campagna elettorale "Amica del clima" insieme ai responsabili Ambiente dei partiti de "la Sinistra l'Arcobaleno" (sala cinema dell'Hotel Nazionale a Roma). E un ulteriore gesto di contaminazione nel nuovo insieme politico, che sfida il Pd di Veltroni, sarà la presenza di Bertinotti al "parlamentino" dei Verdi domenica mattina. Per tutta "la Sinistra l'Arcobaleno", la prima vera interlocuzione con cittadini, associazioni e movimenti avverrà mercoledì prossimo, in una kermesse aperta e unitaria in un teatro romano. Un altro momento unitario della campagna elettorale è fissato per il primo e 2 marzo nelle piazze dei capoluoghi di regione. In agenda per Bertinotti la prossima settimana, un incontro con le donne della Sinistra Arcobaleno, che gli hanno chiesto un colloquio sulla rappresentanza femminile in campagna elettorale. Magari sarà la sede per sciogliere il nodo sul ticket (Rita Borsellino sempre più orientata a confermare il suo impegno politico in Sicilia, in campo Grazia Francescato). E poi incontri con i movimenti. Martedì al salotto tv di Vespa a Porta a Porta.

Franco Giordano, Oliviero Diliberto, Alfonso Pecoraro Scanio, i capigruppo di Sd Cesare Salvi e Titti Di Salvo in sostituzione di Fabio Mussi, ricoverato in ospedale per un intervento. I dissidi sembrano alle spalle, nel giorno della presentazione del simbolo unico e del candidato premier. Bertinotti non evita il tema: «Appartengo alla tradizione della falce e martello e, come me, nessuno che vi appartenga può sentirsi deprivato», ora che il simbolo non reca i loghi dei partiti. «Quando si porta una storia non solo senza tradirla, ma arricchendola con altre storie, si compie un grande gesto di sinistra». Diliberto acconsente: «La falce e martello continua comunque a esistere». «Abbiamo scelto di portarla nel cuore - prosegue Bertinotti - Del resto, anche Nenni e Togliatti nel '48 decisero di correre insieme sotto il simbolo del volto di Garibaldi racchiuso in una stella...». Al caffè Fandango, Rossana Praitano, portavoce del Gay Pride, presidente del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, è il segno tangibile della svolta. Si improvvisa «Nicoletta Orsomando» della Sinistra, presenta il candidato, fa notare che l'iride sul simbolo è «quella gay», con l'ordine dei colori inverso rispetto alla bandiera della pace: toni freddi sotto, quelli caldi sopra. «Non c'è la falce e martello, comprendiamo la rinuncia, si è capito che non poteva rappresentare anche i diritti civili e l'ambiente», sottolinea la "Orsomando". Mugugna Claudio Grassi di Essere Comunisti (Prc), che al Fandango non c'è ma annuncia un'assemblea aperta sul tema sabato prossimo a Roma.

La sfida è aperta, non senza preoccupazioni. «Un atto di speranza», lo definisce Bertinotti, affinchè «la sinistra non sia cancellata: il rischio c'è, senza l'impresa che stiamo compiendo». Dito puntato contro il tentativo di «americanizzare il panorama politico italiano», Pd versus Pdl e viceversa. Si chiama «omologazione», continua il candidato premier, rischia di sopprimere «la sinistra e le sue domande di cambiamento della società». C'è bisogno di politica, ma «riformata: ci proviamo senza iattanza e moralismi, ma con profonda moralità e senso etico». Nemmeno a pensarlo, non c'è spazio per larghe coalizioni con Berlusconi e anche un'alleanza con il Pd appare difficile, benchè si lavori a intese per le amministrative. Per parlarne, innanzitutto bisognerebbe «che perdesse Berlusconi», ragiona Bertinotti. E poi ci vorrebbe una «modificazione dell'orientamento politico del Pd e non mi sembra ci sia... Pur rispettando l'autonomia, noi lavoriamo per contaminarlo il Pd: da sinistra». Tanto più che il partito di Veltroni si sposta sempre più al centro, concordano i leader, soprattutto ora che ha siglato «l'accordo con Di Pietro», nota Sgobio del Pdci, «smentendo gli annunci di Veltroni di andare da solo», dice Salvi di Sd. Di certo, la sinistra è «asimmetrica rispetto al voto un po' troppo simile che può essere dato al Pd o al Popolo della Libertà», stigmatizza Migliore del Prc.

Trascendere la campagna elettorale per il nuovo soggetto unitario e la presentazione del simbolo elettorale de "la Sinistra l'Arcobaleno"
dal sito www.repubblica.it
plurale è l'obiettivo di lunga gittata. Ma l'obiettivo ravvicinato è a due cifre? « On s'engage ...». Ci impegniamo, dice Bertinotti disegnando scenari aperti anche sulla spinosa ipotesi di scioglimento dei partiti della/nella Sinistra Arcobaleno. «Decideranno loro e le persone non di partito che prenderanno parte al nuovo soggetto». Il processo è, appunto, aperto. C'è di certo che nella prossima legislatura il nuovo soggetto avrà gruppi unici in Parlamento.

Angela Mauro
da Liberazione del 14 febbraio 2008