Le dichiarazioni del compagno Marco Ferrando sulla lotta armata irachena e sullo stato di Israele non si avvicinano in alcun modo alla posizione di Rifondazione Comunista che rifiuta e condanna ogni forma di violenza e terrorismo, in nome della pace, della distensione tra i popoli e della libertà.
Rifondazione Comunista respinge ogni manifestazione di ostilità e condanna duramente la guerra preventiva americana nei confronti dello stato iracheno, ma non per questo legittima l'aggressione come forma di difesa, e non mette in discussione la legittimità dello Stato di Israele, così come riconosce lo Stato palestinese. Rifondazione Comunista lotta pacificamente per i diritti e la libertà di tutti i popoli.
Le dichiarazioni di Marco Ferrando risultano incompatibili con la linea intrapresa da Rifondazione Comunista e, benché la libertà di espressione sia un principio essenziale della nostra ideologia, ritengo che, nel momento in cui si rappresenta il partito, non si possa manifestare una simile divergenza di pensiero. Ritengo, inoltre, assolutamente inopportuna, e non credo casuale, la scelta dei tempi, poiché in campagna elettorale va assicurata la chiarezza della linea politica che si rappresenta.
Inoltre, in un momento di così aspro conflitto tra le parti politiche, ogni segnale di cedimento e di scontro interno è movente di strumentalizzazione da parte della destra. Credo, quindi, che l'intervento del compagno Marco Ferrando sia stato dannoso per la nostra campagna elettorale e per il nostro partito.
Cari Compagni,
ho atteso di avere il testo dell'articolo del Corsera, dove compare la intervista a Marco Ferrando, prima di scrivere questa mia comunicazione nella mia qualità di dirigente delle Federazione di Savona, di appartenente alla mozione Progetto Comunista, di candidato nella lista della Camera dei deputati per la circoscrizione Liguria, per ribadire la mia contrarietà e il mio disappunto per le decisioni che il segretario del Partito ha preso nei confronti del compagno Marco Ferrando, rimuovendolo dalla candidatura nelle liste elettorali per il Senato, dandone comunicazione prima di avere sentito il Comitato politico nazionale.
Credo quindi in conclusione di condividere e sostenere la protesta del compagno Ferrando per la sua esclusione dalle liste del Partito .