Ritirata la candidatura di Marco Ferrando

I commenti dei candidati savonesi

Anna Giudice (Camera)

Le dichiarazioni del compagno Marco Ferrando sulla lotta armata irachena e sullo stato di Israele non si avvicinano in alcun modo alla posizione di Rifondazione Comunista che rifiuta e condanna ogni forma di violenza e terrorismo, in nome della pace, della distensione tra i popoli e della libertà.

Rifondazione Comunista respinge ogni manifestazione di ostilità e condanna duramente la guerra preventiva americana nei confronti dello stato iracheno, ma non per questo legittima l'aggressione come forma di difesa, e non mette in discussione la legittimità dello Stato di Israele, così come riconosce lo Stato palestinese. Rifondazione Comunista lotta pacificamente per i diritti e la libertà di tutti i popoli.

Le dichiarazioni di Marco Ferrando risultano incompatibili con la linea intrapresa da Rifondazione Comunista e, benché la libertà di espressione sia un principio essenziale della nostra ideologia, ritengo che, nel momento in cui si rappresenta il partito, non si possa manifestare una simile divergenza di pensiero. Ritengo, inoltre, assolutamente inopportuna, e non credo casuale, la scelta dei tempi, poiché in campagna elettorale va assicurata la chiarezza della linea politica che si rappresenta.

Inoltre, in un momento di così aspro conflitto tra le parti politiche, ogni segnale di cedimento e di scontro interno è movente di strumentalizzazione da parte della destra. Credo, quindi, che l'intervento del compagno Marco Ferrando sia stato dannoso per la nostra campagna elettorale e per il nostro partito.

Giorgio Magni (Camera)

Cari Compagni,

ho atteso di avere il testo dell'articolo del Corsera, dove compare la intervista a Marco Ferrando, prima di scrivere questa mia comunicazione nella mia qualità di dirigente delle Federazione di Savona, di appartenente alla mozione Progetto Comunista, di candidato nella lista della Camera dei deputati per la circoscrizione Liguria, per ribadire la mia contrarietà e il mio disappunto per le decisioni che il segretario del Partito ha preso nei confronti del compagno Marco Ferrando, rimuovendolo dalla candidatura nelle liste elettorali per il Senato, dandone comunicazione prima di avere sentito il Comitato politico nazionale.

  1. Le dichiarazioni di Marco riportate nell'articolo del Corsera, non hanno nulla di straordinario, né di sconvolgente. I temi trattati nell'intervista sono la esplicitazione del documento presentato al congresso del partito da Progetto Comunista. Credo quindi che il compagno Ferrando non abbia detto niente di così eclatante da richiederne l'eliminazione dalle liste del partito.
  2. La reazione del Segretario dimostra la subalternità dello stesso agli alleati della coalizione di centrosinistra e quanto poco, nel caso di vittoria dell'Unione, potrà contare il nostro partito nelle decisioni che il Governo porterà avanti nell'attuazione del programma di interventi dello stesso Governo.
  3. Emerge dall'iter della vicenda della annunciata eliminazione del compagno Ferrando dalla candidatura quale peso e quale democraticità esiste nella coalizione di centrosinistra, nella quale l'arroganza di Prodi, D'Alema e Fassino, di fatto, minano la sovranità e l'autonomia di giudizio del nostro partito.
  4. Esiste una grande differenza di peso politico del PRC e gli altri partiti all'interno dell'Unione: Noi non abbiamo eccepito nulla sull'acquisto dell'ex ministro Fisichella (ex AN) da parte della Margherita. E nemmeno ci siamo scandalizzati delle divergenze del partito della Rosa nel pugno, ne delle posizioni chiaramente diverse su alcuni temi, (scuola e PACS).
  5. Trovo inammissibile che non si difenda il compagno Ferrando da accuse false e infamanti, ma ci si unisca al coro, interessato a eliminare nel nostro partito, voci della minoranza, che esiste, e alla quale non è permesso chiedere di rinunciare alle proprie posizioni, espresse a norma dello statuto. E ancora più grave dare adito alla coalizione di destra di assimilare i campagno, come impresentabile, ai candidati fascisti.
  6. Ci unisce il giustissimo impegno di cacciare Berlusconi e i suoi alleati, ma io sono convinto che sia deleterio e quasi suicida il comportamento dei dirigenti del partito.in questa incresciosa vicenda.

Credo quindi in conclusione di condividere e sostenere la protesta del compagno Ferrando per la sua esclusione dalle liste del Partito .