Le sfide di Rifondazione Comunista

La discontinuità con la Giunta Ruggeri va conquistata sul campo

Cosa ci hanno lasciato i sette anni di Giunta Ruggeri (incluso la parentesi targata di Lirosi)? Ed è possibile intervenire per modificare la linea tracciata fino ad ora? Molto modestamente credo siano queste le domande da porsi in vista delle elezioni comunali dell'ormai prossima primavera.

Le politiche portate avanti dall'attuale l'ex Sindaco di Savona Carlo Ruggerimaggioranza di Palazzo Sisto non sono state troppo dissimili da quelle promosse dalla precedente giunta di Centrodestra. Sulle questioni urbanistiche, sulle questioni sociali, sulle questioni della democrazia e della partecipazione Ruggeri e la sua giunta hanno infatti portato avanti una politica che può essere definita in mille modi, ma non può essere certo definita di sinistra.

Non è di sinistra l'urbanistica al servizio di pochi soggetti, non è di sinistra la città del nuovo waterfront disegnata da Bofill, non è di sinistra la cementificazione delle coste e delle colline, non è neppure di sinistra l'abbandono delle periferie. Insomma quello di Ruggeri è stato un governo molto lontano dall'idea di sviluppo equilibrato, di attenzione ai cittadini più deboli e di opposizione alle speculazioni edilizie che dovrebbe caratterizzare una giunta di Centrosinistra.

L'operato dell'attuale maggioranza di Palazzo Sisto è stato lontano dall'essere progressista anche in altri settori. Savona era, tra la fine degli anni settanta e all'inizio degli anni ottanta, una delle città più avanzate in campo sociale soprattutto per l'assistenza domiciliare. Ora è una delle realtà peggiori non solo per colpe proprie, ha risentito delle politiche regionali della Giunta Biasotti e nazionali che hanno tagliato molte risorse, ma non c'è dubbio che il Comune ci ha messo del suo.

Non sono andate meglio le cose nemmeno in materia ambientale. I progetti Margonara e Aurelia Bis parlano da soli. E come non citare poi la (non) gestione della discarica di Cima Montà. Assolutamente non "di sinistra" è stato anche in mancato rapporto della Giunta Ruggeri con la popolazione e le sue strutture associative o elettive come le Circoscrizioni. Il vuoto più assoluto.

Ciliegina sulla torta le modalità politiche che hanno portato alla candidatura in Regione dell'ormai ex Sindaco Ruggeri che ha preferito la decadenza della carica piuttosto che le dimissioni che avrebbero si portato ad un commissariamento della città, ma che sarebbero state quantomeno più trasparenti e chiare.

Per queste ragioni a Savona a differenza di molte altre realtà, penso ad esempio a Genova o a La Spezia, Rifondazione Comunista è sempre stata, salvo una breve parentesi, all'opposizione delle giunte di Centrosinistra. Una scelta obbligata viste le differenze politico-programmatiche, una scelta coraggiosa nella "politica da stadio" dei nostri tempi.

Oggi tuttavia, anche grazie all'uscita di Ruggeri, si è chiuso un ciclo basato il Comune di Savonasu un modello economico-sociale di suo in crisi e si sono create le condizioni per il rilancio della città. Un'opportunità che deve essere colta. Ma come?

Alcuni ritengono che la strada da percorrere sia quella dell'opposizione. Un'opposizione "a priori" magari coerente, ma sicuramente miope e perdente. Miope perché va a dividere ed indebolire la sinistra cittadina facendo il gioco delle forze moderate dell'Unione (e non solo); perdente perché la discontinuità con il passato non si conquista certo dai banchi dell'opposizione. Non a caso una parte del Centrosinistra preferirebbe evitare ogni "contaminazione" a sinistra per continuare a gestire indisturbata la città.

In questo quadro un ruolo centrale lo svolge Rifondazione Comunista che opportunamente ha scelto, a larga maggioranza, il dialogo con le forze del Centrosinistra. Un dialogo difficile, ma assolutamente necessario. Un confronto serrato che deve riuscire ad ottenere un profilo programmatico che renda chiara e netta la discontinuità rispetto alle politiche della Giunta Ruggeri.

Elementi in qualche modo positivi si sono già manifestati. Se infatti la scelta di Berruti come candidato Sindaco è stata per l'ennesima volta una scelta imposta e non partecipata (sintomo, come ricordava Sergio Aquilino sul sito Trucioli Savonesi, di una debolezza mista ad arroganza), bisogna riconoscere che l'attuale vice Presidente della Provincia ha affrontato temi che rappresentavano dei veri e propri tabù per l'ex Sindaco quali: la chiusura della discarica di Cima Montà, l'edilizia sociale, i porticcioli turistici che non devono diventare dei "cavalli di Troia" per nuove costruzioni. Segni importanti che tuttavia non bastano per marcare una discontinuità con il passato. Sarebbe ben poca cosa infatti introdurre qualche elemento "di sinistra" dentro un programma di liberismo più o meno moderato. Ed è proprio questa una delle sfide che attendono il PRC (che mai come in questa fase meriterebbe di essere unito): cambiare l'impostazione complessiva del programma.

A Rifondazione spetta poi un altro compito, tutt'altro che banale, quello di unire i comitati sorti negli anni della Giunta Ruggeri (penso ad esempio al comitato contro l'Aurelia Bis, a quello contro i box di piazza Bologna, a quello per la chiusura di Cima Montà, a quello della Madonnetta contro il porticciolo turistico di Margonara, a quello contro il progetto Bofill, a quello contro la privatizzazione dell'acqua) per superare gli interessi localistici e far pesare maggiormente le istanze delle lotte all'interno delle istituzioni.

C'è poi una terza sfida, forse la più difficile. Qualora le trattative con il Centrosinistra dovessero concludersi positivamente, Rifondazione Comunista dovrà essere in grado di far crescere un'idea di autonomia del partito nei confronti del governo cittadino. Il PRC non dovrà identificarsi con la giunta, dovrà avere una sua linea, una sua politica che trascenda il governo, dovrà far valere interamente la sua capacità di progetto di trasformazione della città e, più in generale, di trasformazione della società. Il governo a qualunque livello, anche il migliore, è per Rifondazione un mezzo, un passaggio di compromesso non certo il fine. Non raccogliere questa sfida significherebbe rinunciare alla Politica, quella con la P maiuscola.

Marco Ravera
Segreteria Regionale PRC Liguria
Responsabile organizzazione, tesseramento, informatizzazione
Savona - 14 Gennaio 2006