Una boccata d'ossigeno

Paolo Ferrero apre la campagna elettorale per Furio Mocco Presidente

Non è la prima volta che Paolo Ferrero viene a Savona. Ma questa volta la sua veste non è quella del Ministro della Solidarietà Sociale. Questa volta è il Segretario nazionale di Rifondazione Comunista che viene ad aprire ufficialmente la campagna elettorale del suo, del nostro, del vostro Partito in una città di provincia dove il PRC è particolarmente presente sul territorio e dove la sua azione politica si fa sentire sia nelle istituzioni che al di fuori di esse.

La Sala Mostre della Provincia di Savona è già piena di persone quando Paolo Ferrero arriva: alcuni brevi saluti ai compagni della Federazione e poi via, dentro al bagno di folla che lo attende e che lo accoglie con un applauso mentre si dirige al palco con Haidi Giuliani, già senatrice del PRC e candidata al Parlamento europeo nella circoscrizione del Nord Ovest, con Furio Mocco, candidato Presidente della Provincia di Savona, e con Marco Ravera, segretario provinciale del Partito, anch'egli candidato alle provinciali.

Tocca proprio al segretario l'apertura della serata che ha per tema un coraggioso binomio: "Unire la sinistra, praticare l'alternativa". Le ragioni della presentazione di un candidato operaio, da decenni lavoratore della Ferrania, alla presidenza dell'ente provinciale sono illustrate da Ravera che spiega come la frammentazione a sinistra sia la conseguenza di una ricerca inibitoria delle singole autonomie e che, in nome di una simile unità, non è possibile praticare neppure la costruzione di quadro federativo: "Abbiamo sempre sostenuto che siamo utili, che siamo necessari alla sinistra, ma che da soli non siamo sufficienti. Nessuno di noi lo è. E per questo i tentativi di creare una coalizione di sinistra sono stati fatti tutti quanti da Rifondazione Comunista. Impraticabile, invece, l'ipotesi di alleanza con il PD da cui ci dividono giudizi e valutazioni politiche sull'oggi e sul domani, sul piano locale e su quello nazionale. Più correttamente, possiamo dire che differenti sono le visioni strategiche della trasformazione sociale: noi puntiamo ad una rivalutazione pubblica della funzione sociale degli enti locali, il PD punta ad una commistione tra pubblico e privato in molti ambiti, in settori cruciali come ciò che resta dello Stato sociale o, venendo ai problemi provinciali, alla gestione del territorio e alle ricadute che si hanno sulle singole comunità".

Poi la parola passa a Furio Mocco, al candidato presidente, che illustra il programma con cui Rifondazione Comunista si presenta alle elezioni amministrative: ma prima, su invito di Marco Ravera, tutta la platea osserva un minuto di silenzio per la morte sul lavoro di Giovanni Genta, l'operaio precipitato da cinque metri di altezza mentre lavorava al tetto di un capannone nel Porto di Savona.

E da questo episodio di guerra del lavoro contro i lavoratori, parte il discorso di Mocco: "La morte dell'operaio Giovanni Genta e l'attacco xenofobo di Albenga, dimostrano ancora una volta l'estrema gravità della situazione socio-economica attuale. Il tema della sicurezza, che per noi parte dalla sicurezza sui posti di lavoro,dalla sicurezza di un lavoro stabile e non precario, si unisce al tema di una pericolosissima deriva xenofoba che vede nell'immigrato il pericolo primario. Le elezioni per il rinnovo dell'Amministrazione provinciale di Savona si svolgono in uno scenario politico estremamente pesante che vede l'affermazione forzata del bipartitismo in nome della semplificazione politica italiana e locale. In questo scenario, la campagna elettorale, non affronta in modo organico le problematiche forti di un nuovo modello di sviluppo e di socialità. Nel corso di questo periodo, da parte del pdl, siamo stati definiti 'Anomali' e persino 'maleodoranti'. Alla prima definizione ribattiamo che siamo contenti e fieri di essere definiti Anormali, poiché effettivamente parlare di sicurezza sul lavoro, di modelli di sviluppo alternativi allo sviluppismo, di trasporto alternativo alla gomma, di territorio e ambiente è davvero anormale. Riguardo la nostra 'maleodoranza' ritengo che ogni commento sia del tutto superfluo. Le sole cose che a noi interessano sono i progetti e le idee. Poiché di queste cose non si discute, o meglio non si vuol discutere, si sposta l'attenzione e le schermaglie su contenuti che a noi non interessano per nulla."

E sulla presentazione di Rifondazione Comunista, dipinta come una corsa solitaria contro i mulini a vento, mette un punto chiaro e definitivo: "Nel corso di alcune interviste mi è stato detto: Rifondazione si presenta da sola. A questa domanda rispondo NO. Rifondazione non si presenta da sola, al contrario essa si pone come unica forza in grado di realizzare un processo di partecipazione e di condivisione di un processo politico-amministrativo rivolto a tutti coloro i quali ritengono necessaria una svolta strategica nelle scelte e nelle prospettive di sviluppo in senso alternativo e democratico. La presenza di 11 indipendenti sui 24 collegi in cui è divisa la Provincia di Savona, è la conferma di questa affermazione. Il progetto che presentiamo a questa scadenza elettorale è un progetto collettivo, condiviso e partecipato. A tutti coloro i quali hanno aderito al nostro progetto va il nostro sentito ringraziamento".

L'illustrazione di tutti gli assi di intervento che il PRC vorrebbe realizzare, se chiamato alla guida della Provincia, sono non un programma scritto per prammatica, per una semplice osservanza della norma legislativa che così vuole. Dentro ci sono proposte concrete e studiate seguendo anni di esperienza nei comuni dove consiglieri, sindaci e assessori di Rifondazione si sono spesi per una politica veramente alternativa alle classiche pieghe del potere, ai cedimenti strutturali dell'integrità pubblica verso gli interessi dei privati.

Lo sottolinea bene Mocco quando afferma: "La sconfitta della destra si ottiene con programmi ed idee alternative, in grado di offrire una alternativa alla deriva socio-culturale in atto. Offrendo risposte di strategia e di intervento alla domanda di sicurezza sociale oggi sempre più evidente. La distanza tra il modello di sviluppo e le linee programmatiche contenute nel nostro programma, e gli obiettivi politico-strategici e amministrativi del centro-sinistra locale è testimoniato da posizioni e prospettive più volte assunte dal PRC provinciale riguardo le tematiche urbanistiche, le prospettive infrastrutturali e gli insediamenti produttivi che hanno marcato posizioni inconciliabili. Margonara, piattaforma Maersk, Aurelia Bis, Albenga-Millesimo-Predosa sono solo alcuni esempi".

Un lungo passaggio sulla situazione valbormidese, doveroso vista la provenienza del candidato, e poi la parola va, per un breve saluto, ad Haidi Giuliani che fa un intervento veramente bello, denso di passione per i valori costituzionali, per la difesa dei diritti e che chiosa con queste parole: "Insegnate e dite che i diritti sono tutti uguali e che vanno comunque e sempre difesi. Non esiste una separazione tra la lotta per la casa e quella per il lavoro, tra la lotta per i diritti dei migranti e quella per gli spazi di aggregazione. Esiste una unità sociale che coinvolge tutti e che non può trovare distinzioni di sorta. Esiste una nuova socialità a cui noi dobbiamo saper dare delle risposte certe, senza proclami, senza troppi orgogli, ma con la serenità di chi ha alle spalle una grande storia e un futuro tutto da conquistare con le ragioni di quella parte giusta nella quale siamo".

L'applauso è fragoroso e prolungato e apre la scena all'intervento finale, quello di Paolo Ferrero. Il segretario nazionale apre il suo comizio partendo dalle parole di Furio Mocco, dal programma per le provinciali: "Non dobbiamo pensare che sia solamente un programma con un tempo definito: che dopo il voto non serva più. Un programma politico è una agenda di impegni, è da conservare a da mettere in pratica anche se non si vince, anche se si sta nei banchi dell'opposizione. Se vinciamo - auspica il segretario - ovviamente è il fondamento dell'azione di governo. Ma se perdiamo non assume le caratteristiche di un libro dei sogni da dimenticare, da abbandonare a sé stesso. Va tenuto come programma sociale, come elemento da cui partire per fare di Rifondazione Comunista quel partito del sociale che oggi manca, che manca alla sinistra".

L'attenzione degli oltre 150 presenti non cala mai. Tutti sono molto attenti ad ogni singola parola e gli applausi partono quando Ferrero cita un'opposizione parlamentare "praticamente inesistente", che vota addirittura il federalismo fiscale o che, nel migliore dei casi, si astiene e consente comunque il passaggio di una serie di normative che divideranno il Paese in zone privilegiate al Nord e in zone declassate al Sud.

"L'Italia di oggi è quella disegnata dai piani destabilizzatori della P2. È l'Italia dove la libertà è consentita nella misura in cui non disturba non tanto il manovratore, quanto il disegno che mette in pratica: una santa alleanza con il Vaticano, una economica con Confidustria e con una parte del sindacato e, come terreno di crescita del proprio consenso, la guerra tra i ceti deboli fondata sugli aspetti securitari mostrati come l'unica emergenza esistente, mentre di vera emergenza si dovrebbe parlare ogni giorno nel declinare i numeri dei morti sul lavoro, quelli dell'esponenziale aumento del precariato e quelli che dicono come il lavoro (e quindi il salario) sia divenuto una variabile completamente dipendente dalla finanziarizzazione dei mercati".

Paolo Ferrero non fa cenni polemici sulle elezioni europee. Tocca di margine solo l'antica malattia che porta la sinistra a dividersi quando una linea politica non viene condivisa da una minoranza del Partito, quando il dissenso si struttura e diventa non dialettica ma alterità e, alla fine, si ripete il teatrino delle scissioni fatte in nome di una maggiore unità della sinistra: "Per farla poi con i craxiani, con coloro che nel Parlamento europeo siederanno nel gruppo del Partito socialista e voteranno similmente al gruppo dei Popolari dove stanno Berlusconi, Rutelli e Mastella".

Ma Rifondazione Comunista lascia le polemiche ormai alle sue spalle: è il momento del "Su la testa!", di ripetere lo slogan che accompagna il simbolo della lista anticapitalista europea e di "rifondare la provincia!", come recita invece lo slogan scelto per le amministative. Per questo, alla semplice e rituale chiamata al voto, Ferrero aggiunge un ulteriore chiamata: "Certo, noi siamo qui a chiedere consenso, a chiedere un voto per Rifondazione Comunista e per le liste che appoggiamo. Ma siamo qui anche per chiedervi di appoggiare un progetto: quello di far rivivere la "rifondazione" e il "comunismo" in una simbiosi che è alla radice della nascita del PRC. Il nostro Comunismo, liberato finalmente da quella schifezza che fu lo stalinismo, è una interpretazione della società e uno schema risolutivo delle tante contraddizioni che il capitalismo oggi crea e ricrea in continuazione.". Alla ricerca dunque della traduzione sociale dell'essere comunisti, del praticarlo ogni giorno con la marcatura di quelle differenze da tutte le altre forze politiche che invece guardano al liberismo come all'orizzione magnifico per le sorti dei più deboli, dei più indigenti. Ferrero termina un'ora di comizio con una vera e propria boccata di ossigeno: "La militanza politica, almeno per me, si traduce in un girare l'Italia ogni giorno per sostenere il Partito e le sue lotte. Per voi, compagne e compagni, è probabilmente diversa. Ma va vissuta con tanta passione. Riscoprendo la meraviglia della politica che non è un hobby, che non è un passatempo rispetto a tutto quello che accade nella vita nostra e di tutti. La politica permea tutte le nostre azioni e raggiunge ogni momento della nostra vita, della vita di chi non ne vuole sapere perchè la considera qualcosa che non può risolvere i suoi problemi. Ecco, un compito oggi rivoluzionario è proprio questo: tornare a far vivere la politica come esperienza globale, come mezzo per cambiare radicalmente i rapporti di classe, come modo di scambio e di interazione delle idee e dei progetti. La politica non è qualcosa di separato dal resto della realtà. La politica è socialità.alcune istantanee della serata
foto di Marco Sferini
Una parola su cui noi investiamo per il futuro, su cui Rifondazione Comunista impegnerà tutto il suo avvenire".

Una boccata d'ossigeno, sì... Per chi, come noi, ogni giorno la vive così, volontariamente, senza alcuna pretesa, ma con una vera passione comunista, con quella spensieratezza idealista che pesta bene i piedi per terra per non allontanarsi troppo dalla cruda realtà dei fatti, sapendo però che come non si possono avere i piedi sempre piantati per terra, così non si può pretendere di saltare all'infinito per agguantare un pezzo di cielo. La forza del nuovo Comunismo di Rifondazione è nella sintesi di questi comportamenti: sogno e realtà non sono poi così inconiugabili.

Marco Sferini
Savona - 3 Maggio 2009