Marco Bertolotto vince al primo turno

Una sintetica analisi circa l'esito delle Elezioni Provinciali

Ho scritto queste brevissime note pochi minuti dopo che è stata annunciata la vittoria al primo turno del candidato del Centrosinistra Marco Bertolotto. Si è trattata di una vittoria strappata sul filo di lana (non si è andati al ballottaggio per circa 750 voti), nonostante il netto distacco inflitto al candidato del Centrodestra arrestatosi, più o meno, sulla soglia del 38%.

Nelle settimane scorse mi ero premesso di indicare l'esito finale della vittoria di Bertolotto al primo turno come quello più probabile, attribuendo la possibilità di un esito diverso (appunto il ballottaggio) ad un deficit di "effetto trascinamento" da parte del candidato Presidente. Marco BertolottoQuesta è stata, infatti, la causa di un esito tutto sommato risicato: il valore aggiunto portato dal candidato Presidente alla sua coalizione può, infatti, essere calcolato all'incirca per il 7% dei voti complessivamente raccolti; peggio è andato il suo competitore, arrivato al 5%.

La decisione riguardante la sfida del Presidente dell'Amministrazione Provinciale di Savona è arrivata, così, da un fattore che rimane quello determinante nell'occasione di questo tipo di elezioni: la capacità coalizionale. Su questo il Centrosinistra, questa volta, ha lavorato bene, portando dentro al proprio schieramento uno spettro di soggettività politiche particolarmente ampie. Per la prima volta si è dunque determinata un'elezione al primo turno (nel 1995 e nel 1999 Garassini aveva dovuto superare le "forche caudine" del ballottaggio). Decisivo è risultato l'apporto di Rifondazione Comunista che, fra l'altro, ha ottenuto una percentuale superiore a quella della propria media nazionale.

Sull'altro versante ha avuto un peso specifico di rilievo la defezione della Lega Nord, arrivata in Consiglio Provinciale attraverso il proprio candidato Presidente, facendo così mancare al Centrodestra un apporto considerevole, non surrogato dalle molte liste e listine di provenienza incerta (non possono, infatti, essere definite "civiche" liste che si presentano alle elezioni provinciali: tutt'al più possono essere considerate, per l'appunto, "provinciali") che hanno causato frazionamento, anziché aggregazione disperdendo sostanzialmente consenso.

D'altro canto il problema del frazionamento appare il più rilevante tra quelli che interessano il piccolo sistema politico della provincia di Savona: 11 candidati presidenti, soltanto tre dei quali in grado di superare la soglia del 3% e 26 liste molte delle quali collocate sulla stessa "frattura" politica, sono assolutamente da considerare una esagerazione. A dimostrazione di questo discorso sta il modesto peso delle formazioni più forti (DS e FI, sommate assieme non raggiungono il 50% dei voti validi).

È necessario quindi ricordare che una competizione elettorale amministrativa, basata sull'elezione diretta e sull'attribuzione del premio di maggioranza richiedono la presentazione di schieramenti adeguati: ed in questo sta la chiave del successo, oltre che nella capacità di individuare problematiche di programma all'altezza delle aspettative dell'elettorato (questo ultimo fatto, in verità, nell'occasione di cui stiamo discutendo si è verificato in una dimensione molto modesta).

Permettetemi, infine, di ricordare agli 8 candidati presidenti che neppure hanno sfiorato la quota del 3% indispensabile per concorrere all'assegnazione dei seggi (ottenerlo il seggio, poi, è un altro paio di maniche...) che sarebbe bene riflettere meglio, ed evitare di presentare candidature con il solo scopo di ammirare il proprio nome sui manifesti per un mese. Stesso discorso per le liste: ne sono state presentate 26 ed in Consiglio Provinciale, alla fine, ci saranno soltanto Forza Italia, DS, Margherita, Rifondazione Comunista, Lega Nord e SDI. Non si intende, con questo, scoraggiare la politica "di base", ma anche sotto questo aspetto, il risultato elettorale della provincia di Savona ce lo insegna, è necessario cercare adeguati livelli di aggregazione.

Adesso tocca alla composizione della giunta e all'avvio della operatività amministrativa: sul primo punto la speranza è che il buon clima determinatosi al momento dell'accordo stimoli le forze del Centrosinistra a realizzare una compagine di governo della provincia di Savona fondata sulle competenze e sulla capacità di esercitare trasparenza, al di fuori dagli equilibrismi tattici; sul secondo punto occorre lavorare, da parte nostra di chi si muove nel volontariato, nelle associazioni, nella società civile, perchè si collochino al centro del lavoro della nuova amministrazione alcune priorità che non mi sono parse abbastanza sottolineate nel programma e nell'andamento complessivo della campagna elettorale. Penso ai temi dello sviluppo economico (da non ridurre all'episodico affrontamento delle specifiche situazioni di crisi; del sociale e della partecipazione (su questo punto le ACLI hanno già offerto un contributo di rilievo di cui si dovrà tener conto); del prevalere dell'interesse pubblico su quello privato rispetto a questioni di grande delicatezza quali lo smaltimento dei rifiuti e l'approviggionamento idrico; il ruolo dell'Amministrazione Provinciale al centro di un sistema di enti locali che valorizzi le autonomie, stimoli le aggregazioni su specifici temi (penso alla gestione associate dei servizi in determinate situazioni), concorra ridurre il "gap" esistente tra costa ed entroterra.

Un'ultima osservazione, infine, al riguardo del voto nei Comuni: laddove, infatti, si è "pasticciato", in nome degli interessi particolari e della personalizzazione gli esiti appaiono preoccupanti (Cairo Montenotte, Finale, anche Varazze, se mi è consentito pensarlo). In quei comuni dove si è partiti nella chiarezza, con il Centrosinistra aggregato attorno a candidature credibili e a programmi concreti si sono registrate rilevanti affermazioni: penso a Spotorno, con Bruno Marengo, figura di grande rilievo del nostro panorama politico, a Noli dove per la prima volta il Centrosinistra si trova a governare la Città (ed il successo di Noli e Spotorno sfata, tra l'altro, l'idea di un Centrosinistra immobilista: probabilmente la vittoria è stata dovuta al tipo di proposta alternativa che si è stati capaci di mettere in campo in relazione all'operazione porto-turistico), allo splendido successo di Isetta a Quiliano, alla conferma di Remo Zunino a Celle, alla vittoria di Renzo Ferraro a Roccavignale, all'affermazione di Sassello, dove si sono costruite intelligenti condizioni per una inedita alleanza (più scontati i successi di Vado, dove il Centrosinistra dovrebbe riflettere sul credito fornito, in passato, a determinati personaggi e di Albisola Superiore).

Franco Astengo
Savona - 14 Giugno 2004