Dal marxismo alla sinistra

Presentazione della sesta conferenza - Relatore Luca Paroldo

La conferenza si propone di dare una breve delucidazione sulle strutture fondamentali della teoria marxista per poi passare, alla luce delle trasformazioni della società capitalistica avanzata, ad un confronto con le posizioni della nuova sinistra, del femminismo, dell'ambientalismo.

Un ripensansamento radicale dei fondamenti del marxismo che lo apre alle novità del mondo globale. Una sorta di "chi eravamo e cosa siamo diventati".

Luca Paroldo
Responsabile Cultura e formazione PRC Savona
Savona - 20 Febbraio 2009

L'ascolto della sesta conferenza - Finale di Alexandre Nevski

Prokofiev e la beffa di Stalin

Il periodo staliniano è certamente storicamente individuabile come un passaggio obbligato per chi volesse approfondire le vicende e le trasformazioni del pensiero marxista e di come questo venga stravolto, almeno nel suo concetto cardine internazionalista, per dare origine alla costruzione, nella Russia di Stalin che va dal 1922 al 1953, ad una grande macchina nazionalistica e di organizzazione propagandistica del pensiero, guidata dal segretario del Comitato centrale del partito Andrej Zdanov.

A questo progetto di edificazione della poetica realista post rivoluzionaria, vengono chiamati tra gli altri, due degli artisti più geniali di quel tempo il regista Sergej M. Ejsenstejn e Sergei ProkofievSergej Prokofiev che insieme realizzeranno due film "Ivan il terribile" e "Alexandre Nevskj". Da quest'ultimo, dalla sua colonna sonora trasformata in cantata in una elaborazione del 1939 dallo stesso Prokofiev proprio in occasione dei festeggiamenti del sessantesimo compleanno di Stalin, ascolteremo stasera un brano.

Alexandre Nevskj è l'eroe che sconfigge le armate Teutone, che pericolosamente minacciavano la Russia del 13° secolo, con lo stratagemma di convogliare la battaglia finale su un lago ghiacciato dove le pesanti truppe armate avversarie sprofonderanno restando a morire nelle acque gelate del lago Peipous.

Sergei Prokofiev, nato a Sontsovka nel 1891, è uno dei più grandi compositori russi del Novecento. Dopo aver studiato al Conservatorio di Pietroburgo, nel 1918 inizia a viaggiare, tra Europa e Stati Uniti entrando in contatto con personalità come Diaghilev, Stravinskij e musicisti appartenenti a correnti d'avanguardia inclini al politonalismo (Honegger, Milhaud, Auric, Roussel etc.) e all'espressionismo in voga in quegli anni.

Nel 1933 torna in Russia per partecipare attivamente al processo di trasformazione sociale e culturale del suo paese, ma viene accusato di formalismo dal miope apparato burocratico sovietico di Stalin e, per forza di cose, nei dieci anni che rimase nell'Unione Sovietica, il senso estetico di Prokofiev si affievolì, da posizioni d'avanguardia ad un andamento melodico più vicino ai desiderata dell'intellighenzia politica del momento.

È sempre curioso come spesso il destino si prende gioco della vita distribuendo in modo cieco fortune e riconoscimenti come tristezze ed umiliazioni. Il contributo dato da Prokofiev alla causa del socialismo sovietico è enorme come è enorme per un artista anche la più piccola rinuncia al proprio stile espressivo che rappresenta l' identità e la cifra delle proprie creazioni. Le accuse di formalismo e cioè di assenza di contenuti da parte dell'apparato sovietico lo ostacoleranno non poco nel suo progetto artistico ma la beffa arriva il giorno della sua morte avvenuta nelloSergei Prokofiev stesso giorno in cui muore Stalin. Ecco come racconta il figlio di Prokofiev, Oleg, quel giorno in cui anche la Russia sovietica si dimenticò dell'uomo che in tutto il mondo ne celebrò i fasti.

"Mio padre - ricorda Oleg - morì il 5 marzo del '53, lo stesso giorno di Stalin. Un tiro del destino. La scomparsa del dittatore georgiano relego' nell'ombra la sua. Il suo corpo non ebbe fiori, i pochi che c'erano furono per Stalin. Il suo funerale ando' deserto, il nostro corteo era cosi' smilzo che, quando incrocio' quello di Stalin, la gente rise al confronto. Nessuno sapeva che lui era morto, la prima a darne notizia fu una rivista culturale che pubblico' un trafiletto in fondo alla pagina. Un'uscita di scena triste, quasi una beffa". "Chissa' se la storia fara' giustizia - si chiede Oleg -, se qualcuno in futuro si chiedera' chi fu quel capo di Stato che mori' lo stesso giorno di Prokofiev".

Giovanni La Grotteria
Savona - 27 Febbraio 2009

Finale di Alexandre Nevski