La comunicazione politica

Quarta lezione della Scuola di politica con Stefania Operto e Roberto Bazzano

Ore 19.30, Sala Rossa del Comune di Savona, quarta lezione alla scuola di politica, organizzata da Rifondazione Comunista e dalla Margherita. I relatori della serata sono stati Stefania Operto, il moderatore della lezione Giovanni La Grotteriasociologa metodologa e docente di metodologia e tecnica della ricerca sociale presso l'Università di Genova e Roberto Bazzano, esperto di comunicazione politica.

La sociologa Stefania Operto ha introdotto la lezione partendo dall'analisi del linguaggio verbale e comportamentale adottato da Silvio Berlusconi in campagna elettorale, un linguaggio semplice, diretto, banale, a volte di stampo religioso, a volte metaforicamente calcistico. Un linguaggio mirato, uno spot pubblicitario. Una comunicazione che è stata, tuttavia, in grado di mobilitare una parte dell'elettorato che altri non hanno saputo mobilitare. Per ottenere una buona comunicazione in campo politico, ha affermato la relatrice, occorre conoscere ed interpretare le complesse sfaccettature degli elettori.

La transizione politica italiana che ha visto il dissolvimento dei Partiti tradizionali, i cambiamenti dei mezzi di comunicazione, la personalizzazione della competizione elettorale, con lo spostamento dal voto di lista al voto personale, ha condotto ad una spettacolarizzazione della politica. La comunicazione politica, ha illustrato la sociologa, si è adeguata ai cambiamenti. La scelta di appartenenza, nella prevalenza degli elettori, non si basa più su una preferenza espressa verso i Partiti ma verso gli assi di coalizione (sinistra o destra). L'elettorato, in Italia, si è diviso in tre blocchi: quello che vota sempre, quello che non vota mai e l'elettorato che si attiva in modo oscillante, che si astiene ad intermittenza. È il partito dei disaffezionati dalla politica, il 35%Stefania Operto degli Italiani.

Le coalizioni politiche, partendo dal presupposto che gli elettori "affezionati" non cambiano facilmente schieramento, basano la propria campagna elettorale su questo 35%, la cosiddetta "terza parte". La coalizione vincente è quella, ha affermato la prof.ssa Operto, che si dimostra più compatta, che si esprime con messaggi chiari e che individua la priorità dei temi che l'elettore vuole che siano trattati.

In Italia, il problema maggiore per l'elettorato è individuato nel "pericolo criminalità"! Le tecniche di marketing politico si basano su alcune regole che partono dall'analisi del "mercato elettorale" attraverso i sondaggi finalizzati a comprendere le varie tipologie di votanti, sondaggi rivolti, perlopiù, al "terzo blocco", finalizzati a catturale gli indecisi.

Con la nuova politica si è passati dal target territoriale a quello individuale. È compito del sondaggista individuare ed analizzare le tipologie di elettori. A seconda delle tipizzazioni accertate si determinano le tecniche di trasmissione dei messaggi: quelle di tipo tradizionale (manifesti, santini), quelle di tipo mediatico (televisione, radio) e il marketing diretto(comizi, mailing-list). Per comunicare, continua la relatrice, occorre quindi conoscere il destinatario, utilizzare mezzi di divulgazione adeguati, saper suscitare interessegli allievi, catturare l'attenzione ed informare in modo esaustivo ma non prolisso. La comunicazione deve avvenire con un continuo monitoraggio degli elettori per valutarne le reazioni ed eventualmente migliorare il messaggio.

La relazione della prof.ssa Operto si è conclusa con una riflessione sulle ultime elezioni politiche e sui risultati dei sondaggi, ritenuti, poco veritieri. Ma qual è stato l'errore determinante? Nessuno! Afferma la relatrice. In Italia è molto difficile sondare l'opinione pubblica, si prova vergogna ad affermare di essere di destra, molti non rivelano l'intenzione di non andare a votare. Inoltre, storicamente, i margini di scarto tra sinistra e destra sono molto vicini e con l'aggiunta delle percentuali d'errore, la vittoria oscilla. In queste elezioni la "terza parte" ha votato più numerosa delle elezioni precedenti, sono diminuite le schede bianche e le schede nulle (a questo proposito è ancora aperta l'inchiesta) e i sondaggi non sono stati in grado di catturarne l'opinione.

L'intervento della prof.ssa Operto è stato seguito dall'esposizione di Roberto Bazzano, esperto di comunicazione politica, che ha illustrato le tecniche di indagine utilizzate per creare un messaggio politico efficace.

Lo studio è fondato sull'analisi dei campi della comunicazione politica: la comunicazione può essere di stampo individuale e avvenire attraverso la trasmissione verbale o mediante le trasmissioni personalizzate Roberto Bazzano(e-mail, lettere) o di stampo collettivo. In entrambe le tipologie è fondamentale l'individuazione del target a cui è rivolto il messaggio, ha puntualizzato Bazzano, per poter differenziare sia i "modi del comunicare" sia la tipologia di messaggio da realizzare.

In ogni valutazione comunicativa è necessario individuare un linguaggio specifico inserito in un contesto appropriato. I tempi di trasmissione del messaggio sono importantissimi per una buona riuscita comunicativa. Il comunicatore deve aver sempre presente cosa "funziona" e cosa "non funziona".

Roberto Bazzano ha individuato una progressione di regole per "una buona riuscita in campagna elettorale".

Giovanni La Grotteria
Stefania Operto
gli allievi
Roberto Bazzano
foto di Piera Barberis
Non è invece considerata una buona comunicazione elettorale l'improvvisazione e la tendenza al vittimismo.

La comunicazione è vincolata dalla costanza ed è considerato letale, al fine dell'immagine, comunicare solo nei momenti di crisi. Gli interventi devono sempre essere fondati e costruiti su prove e documenti. Esaustivi….che purtroppo non è sinonimo di sinceri! Bazzano ha speso anche una parola sull'immagine.

Il candidato non deve cambiare la propria apparenza in tutta la campagna elettorale, poiché questo porterebbe l'elettore allo piazzamento e alla confusione, e un cambiamento di abitudine conduce, nella maggior parte dei casi, ad un abbandono dell'interesse.

Anna Giudice
Savona - 14 Febbraio 2007