Un primo bilancio della "Scuola di politica"

In continua crescita le adesioni al percorso formativo organizzato da PRC e Margherita

Oltre 120 iscritti e lezioni partecipatissime. Un bilancio tecnico ottimo delle prime due lezioni della "Scuola di politica", organizzata dalla Federazione del PRC e dal Coordinamento della Margherita, che si affianca ad un altrettanto positivo ed entusiasmante bilancio contenutistico. Guido Bodrato e Alessandro Repetto hanno infatti batezzato il corso con la risposta alla domanda iniziale: "Che cos'č la politica". Bella domanda, verrebbe da dire... Banale, scontata. Niente affatto. La politica, ha risposto l'ex ministro Bodrato, č non solo una concretazione delle idee e una traduzione in pratica di quanto l'uomo esige per sč stesso e per gli altri, ma č anche un valore aggiunto alla complessitą dell'esperienza umana. Č, in sostanza, una scienza che comprende sia la ratio che la pił esplicita conversione di questa nell'azione e nel contesto sociale in cui ci si trova. Guido Bodrato, politico di lungo corso, ha messo in guarda l'affollattissima Sala Rossa dal ricercare nella politica la panacea di tutti i mali. Non c'č un mezzo, riconoscibile, individuabile e gestibile soprattutto, per creare quelle complicate condizioni di armonia generale che permettano l'affrancamento da tutti i problemi, le ingiustizie e i mali.

Con il distacco dello studioso di politica, lontano dal calarsi nella sua cultura democratico-cristiana, Bodrato ha tracciato i confini di un mondo non tanto della politica quanto di un mondo in cui la politica deve essere sempre e comunque non trascurata, non banalizzata, non percepita come un fardello ingombrante di cui sbarazzarsi, ma come il migliore - non certo l'unico - dei percorsi di tentata soluzione delle questioni singole e collettive.

Diverso č il discorso, ovviamente, del riferimento alle ideologie: queste presuppongono un loro sviluppo e una loro articolazione su centinaia di migliaia di persone aggregate in quei soggetti politici, per l'appunto, che spesso vengono venduti dalla bocca del miglior populista di turno come incrostazioni dannose per il benessere dei cittadini, piombo nelle ali della democrazia e via dicendo.

Alessandro Repetto ha, invece, spostato l'accento su un piano prettamente tecnico descrivendo la sua esperienza politica: l'essere stato parlamentare e ora amministratore pubblico come Presidente della Provincia di Genova, offre una angolazione di osservazione parzialmente differente da quella del politologo (e anche da filosofo della politica, inteso proprio come amico fraterno di questa arte umana) e consente di entrare nei gangli reconditi della macchina che viene gestita e che gestisce la politica medesima. Una doppiezza che non č uno strano fenomeno di sincretismo delle funzioni di un unico metodo di gestione della "cosa pubblica". Č semmai il mostrarsi della politica nella sua vera natura, molteplice e multiforme: che sia esercitata da un uomo o una donna soli o che si trovi nella funzione collegiale delle istituzioni repubblicane, la politica non smette di essere nč sociale nč singolare a seconda di chi, di come e di dove venga rappresentata. Questo perchč, in realtą, pur non accorgendocene, riprende alla fine Bodrato, siamo sempre immersi in scelte, in decisioni che, anche quando pensiamo siano lontane anni luce dalla politica (quella per intenderci pił che stereotipata come becera e malefica nemica di noi tutti), ebbene la ritroviamo intorno a noi sempre: nell'economia di casa nostra, in quella della nostra cittą e del nostro Paese.

La totalizzazione della politica non č di per sč un claustrofobico segnale di oppressione delle persone. Lo diviene quando l'interesse comune, a cui la politica č necessaria come questo č necessario ad essa, viene piegato a meschini calcoli di parte e quindi la distorsione causa la disaffezione e la lontananza dall'agire, dal fare politica.

Giuliano Carlini, nella seconda lezione del corso, intitolata "Partecipazione politica e movimenti sociali" riprende queste affermazioni e, da sociologo o "guardone della societą", ha definito con cura i luoghi tematici che ispirano la partecipazione e, soprattutto, ha messo sotto il riflettore l'essenza stessa della partecipazione. Non un fenomeno di massa, non un coinvolgimento nostro da parte di terzi, ma un continuo impegno a credere nella domanda, nello stimolare una conoscenza di ciņ che ci č limitrofo da cancellare ogni nostra indifferenza, ogni tentativo di rinchiuderci in una torre d'avorio e attendere il corso degli eventi.

La partecipazione, dunque, come antidoto dell'apatia, di una abulia e di un pauperismo delle idee e delle forze che si fa strada solo laddove la delega č un dato di fatto, incontestabile, incontrovertibile e assume quindi i chiari connotati di un assoluto. La delega istituzionale che viene messa in pratica attraverso il voto non č e non esaurisce in sč, osserva Giuliano Carlini, la partecipazione. Anche qui conviene che gli stereotipi siano svelati e l'inganno venga sciolto. Quella che molte volte ci viene propinata come cultura della partecipazione, come partecipazione politica o alla politica, altro non č che la soddisfazione di un diritto, ed anche di un dovere, previsto dalla Costituzione. Previsto, dunque, da un patto legislativo che č esso stesso frutto della partecipazione.

In realtą la partecipazione č sinonimo di ben altro: č saper decidere, č quindi acquisizione della conoscenza ed č, quindi, il contrario della delega. Ma non la nega, non la rifiuta. Perchč in una societą come quella umana, č naturale che le opinioni siano differenti e che non vi possa essere, nella democrazia, altro metodo di scelta se non basato sul criterio di maggioranza e di minoranza. Č per questo che la partecipazione č anche il voto, un bene prezioso, un elemento di sovranitą popolare. Eppure partecipare significa impiacciarsi, intromettersi e non regalare le proprie scelte a nessuno.

Marco Russo, gią presidente provinciale delle ACLI di Savona, chiude la seconda serata del corso con un viaggio nel terzo settore, nel volontariato e in quella fetta di partecipazione sociale che cresce al di lą dei movimenti ed anche con essi, citando pił volte la realtą di Savona ad esempio concreto di ciņ. Che le associazioni siano un volano di nutrimento del sentimento partecipativo č sociologicamente accertato: in questi tempi di globalizzazione del mercato e dei fenomeni del capitalismo, il terzo settore ha ritagliato per sč un importante nicchia di crescita, difendendosi dalle sopraffazioni e dalla invasiva modernitą dei modelli merceologici.

Appuntamento alla prossima lezione, il 1° febbraio, alle ore 19.30 sempre in Sala Rossa. Il tema sarą: "I partiti politici", con Giovanni Bianchi (gią presidente nazionale delle ACLI e deputato) e Nanni Russo (gią senatore della Repubblica).

Marco Sferini
Savona - 26 Gennaio 2007