Tutte e tutti dalla parte dei metalmeccanici savonesi
Il Savonese è un territorio che sempre più patisce i riverberi violenti della crisi economica e industriale nazionale. Lo si evince anche (e verrebbe da dire proprio “soprattutto“) dal disagio sociale, dalla crisi verticale che attraversa il mondo del lavoro. I metalmeccanici di molte aziende, tra cui Piaggio, LaerH, Automotiv, Trench e Semar hanno rinnovato la loro protesta, unitamente a CGIL, CISL e UIL oggi, manifestando sotto la sede della Confindustria in via Gramsci a Savona.
I sindacati lamentano un ricorso eccessivo al lavoro precario ed interinale da parte degli imprenditori e, di pari passo, anche una scarsa, scarsissima tutela e garanzia delle prestazioni, consentendo così a lavoratrici e lavoratori di svolgere le loro mansioni in piena sicurezza. FIOM, FIM, e UILM, prendendo atto della rottura delle trattative in merito al rinnovo del Contratto collettivo nazionale hanno quindi chiesto al padronato risposte rapide in merito.
«Abbiamo condiviso la necessità di recuperare il tavolo di trattativa per il contratto collettivo nazionale – spiega Cristiano Ghiglia della FIOM CGIL – anche in merito alle tante criticità industriali aperte. Faremo incontri specifici nelle aziende nei prossimi giorni e presteremo particolare attenzione al tavolo di monitoraggio dell’automotive.
Per un contratto nazionale che redistribuisca i profitti accumulati dalle aziende in questi anni; per un aumento salariale adeguato, reale e per tutti; per il mantenimento della clausola di salvaguardia; per una riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, ormai necessaria e mai affrontata; per un lavoro più sicuro e per garantire agibilità ai rappresentanti dei lavoratori della sicurezza».
Non possiamo che condivedere le ragioni della lotta delle lavoratrici e dei lavoratori, sostenendola ovunque possibile con i nostri rappresentanti nelle istituzioni e in ogni forma e modo possibile. Bassi salari, insufficiente sicurezza nei luoghi di lavoro, precarietà e mancati investimenti nella tutela dell’ambiente da parte delle aziende formano un insieme di problematiche sociali che impattano duramente sulla vita di tutte e tutti noi.
Per questo la lotta dei metalmeccanici deve essere la lotta di ciascuno: dagli studenti a tutti gli altri lavoratori, fino ai pensionati che ricevono dal governo aumenti ridicoli sulle minime (tre euro…) a fronte di un costo della vita che sale vertiginosamente. Per le armi e le guerre i soldi si trovano, per far campare meglio la povera gente invece no.
Costruiamo una opposizione sociale e politica che dia sostegno al mondo del lavoro, all’azione del sindacato, unendo le forze della sinistra dalla parte dell’alternativa alle politiche liberiste, alle politiche che impoveriscono il portafoglio già magro di decine di milioni di italiani e garantiscono invece i profitti e i grandi patrimoni.
RED.
14 gennaio 2025
foto di Marco Ravera