Al porto di Pra’ un tragico incidente mortale
Nel porto di Genova Pra’ un ennesimo incidente mortale sul lavoro: Giovanni Battista Macciò, alle tre del mattino, mentre svolgeva le sue mansioni è stato schiacciato una ralla in un impatto per lui purtroppo fatale. Un suo collega è rimasto gravemente ferito. I portuali genovesi e savonesi hanno immediatamente aderito ad uno sciopero di ventiquattro ore per ricordare il collega e per protestare per le insufficienti misure di sicurezza negli scali liguri.
Soprattutto in questi luoghi di lavoro, dove la movimentazione delle merci è affidata a grandi macchinari meccanici, la vita dei lavoratori è molto di più a rischio se non si ricorre ad una implementazione della protezione da infortuni e dalla assoluta esclusione che si possano ancora verificare incidenti fatali. La FILT CGIL ha dichiarato: «Questa morte si aggiunge alle numerose vittime che si registrano nel settore portuale e marittimo, un comparto dove gli infortuni non diminuiscono».
«Attendiamo le verifiche degli organi preposti – prosegue la nota del sindacato – per comprendere le dinamiche della vicenda e ci stringiamo al dolore della famiglia e di tutti i colleghi di lavoro. Occorre potenziare la rete degli rls aziendali e di sito conferendo a queste figure primarie un ruolo sempre più centrale e tutti gli strumenti necessari per svolgere la propria attività anche attraverso la revisione dei protocolli».
«Al governo – sostiene infine la Filt Cgil – chiediamo di riattivare subito il tavolo sulla sicurezza in ambito portuale e marittimo e di mettere in campo gli interventi necessari per tutelare la salute dei lavoratori e delle lavoratici a partire dall’emanazione dei decreti relativi al fondo di esodo anticipato, all’armonizzazione tra Dlgs 272/99 e legge 81/2008 sui porti e dal riconoscimento di lavoro usurante».
Il nostro pieno sostegno alle azioni sindacali, le nostre più sentite condoglianze e la vicinanza alle famiglie dei lavoratori coinvolti in questo davvero tragico fatto che rischia, come molti altri, di fare cronaca per poco tempo e venire dimenticato per la cinica consuetudine delle morti sul lavoro che, giorno per giorno, rischia di abituarci a qualcosa di costante in una società in cui di lavoro si dovrebbe poter vivere e non morire.
RED.
19 dicembre 2024