Sono trascorsi cento anni dalla morte di Lenin, riconosciuto in tutto il mondo come uno dei più importanti leader politici del XX secolo. Un riconoscimento che è stato accompagnato da giudizi di valore  contrapposti, secondo gli interessi di classe e l’orientamento ideologico di chi li ha espressi. 

Da un lato, con sentimenti di gratitudine e ammirazione per il ruolo svolto nel rovesciamento del vecchio ordine al servizio dei potenti e di interesse per il processo innescato dalla Rivoluzione d’Ottobre di costruzione di un nuovo ordine economico, sociale, politico e culturale al servizio dei lavoratori e delle maggioranze depredate.

Dall’altro, un inscindibile riconoscimento del giudizio negativo più o meno grossolano di chi considerava Lenin il principale colpevole della perdita di potere e di privilegi delle classi sfruttatrici e dominanti dell’impero russo e una minaccia imminente agli interessi e ai valori dei loro analoghi internazionali. 

Sia ieri che oggi è difficile negare che la sua analisi e i suoi orientamenti siano stati decisivi affinché l’allora ampia mobilitazione sociale di donne, contadini, soldati e lavoratori rurali e urbani vedesse soddisfatte le loro aspirazioni e richieste di pace, pane e terra, per condurre il movimento sociale rivoluzionario alla conquista del potere politico attraverso l’audacia dell’azione del Partito operaio socialdemocratico russo (bolscevico) e dei soviet degli operai, dei contadini e dei soldati. 

Il percorso del pensiero, dell’opera e dell’esempio rivoluzionario di Lenin, della sua capacità politica come  dirigente del partito bolscevico furono indissolubilmente legati alla presa del potere nell’ottobre 1917 e alla decisione di costituire un nuovo potere popolare fondato sui Soviet e capace di affrontare la controrivoluzione internazionale e le forze interne che presto si opposero con le armi al consolidamento del potere sovietico.   

Per quelli di noi che credono che un altro mondo non solo é sia possibile, ma ogni giorno diventi più necessario e urgente per fermare la barbarie genocida, ecologica e sociale di un impero decadente, – che con i suoi vassalli ci sta portando a quote crescenti di distruzione bellica, disuguaglianza ed esclusione sociale, devastazione ecologica e manipolazione tossica e criminale della coscienza attraverso il potere dei media di distorcere la realtà-, l’esempio e l’eredità politica di Lenin sono una fonte di conoscenza e apprendimento che non possiamo ignorare o disprezzare.

Un pensiero e lavoro vivo un’opera viva e attuale 

Oggi, quando alcuni di noi si avvicinano al pensiero e all’opera di Lenin, non lo fanno solo per rievocare un passato, per onorare la memoria di un leader dirigente e di avvenimenti iscritti nelle migliori pagine della storia del movimento operaio e socialista internazionale. 

La commemorazione più dignitosa e insieme più utile di questi anniversari è sicuramente quella di imparare a leggere Lenin nel suo contesto; saperlo leggere per comprendere bene le sue analisi, le intenzioni e le ragioni delle sue frequenti polemiche, la portata e gli obiettivi che difende e propone in ogni momento del processo rivoluzionario.

Così facendo non solo conosceremo meglio la storia, ma troveremo l’ispirazione, gli indizi e il metodo per essere in una condizione migliore per comprendere e trasformare la nostra realtà concreta. È necessario quindi scegliere il tipo di approccio più proficuo al pensiero e all’opera di Lenin. 

In questo senso non è superfluo cominciare col premettere un avvertimento: andare ad estrarre da alcuni dei suoi testi le citazioni che più ci si addicono ad abbellire o legittimare posizioni nei dibattiti attuali, salvandoci così dall’affrontare l’analisi concreta della nostra realtà concreta, e accontentandoci della pretesa di “applicare” la citazione trovata, avrebbe poco a che fare con l’atteggiamento intellettuale e politico che caratterizzò Lenin. 

Come è noto, la storia del movimento operaio e della tradizione comunista è piena di scontri e divergenze, a suon di citazioni l’una contro l’altra, utilizzando lo stesso autore, sia esso Marx, Engels, Lenin, Gramsci…

Se si tratta di Lenin, basti ricordare le dispute su ciò che ha detto – o su “cosa intendeva” quando parlava di nazionalismi e del diritto all’autodeterminazione dei popoli, sul tipo di partito necessario in ogni momento storico, sul pacifismo e sulla guerra, sul ruolo dei Soviet e sul loro rapporto con il partito nella transizione verso un nuovo tipo di Stato, ecc. ecc…

Molte di queste controversie continuano ad essere pienamente attuali cento anni dopo e in contesti storici molto diversi. Non sarebbe meglio se le affrontassimo e ne esaminassimo l’attualità oggi nelle nostre società, senza dogmi e luoghi comuni che avvelenano anziché chiarire i dibattiti sul “che fare”. 

Ciò premesso, va aggiunto al tempo stesso che è comprensibile che coloro che hanno capacità critica e “testa propria”, siano essi individui o gruppi, enfatizzino l’uno o l’altro aspetto che più li interessa o aiuta per la loro pratica.

 La duttilità, un’adeguata percezione dei momenti politici e dei loro mutamenti, tenendo presente il legame con principi chiari e un orizzonte strategico definito, furono tratti distintivi della capacità analitica e della potenza trasformatrice del pensiero e dell’azione di Lenin, di quello che potremmo chiamare il marxismo di Lenin… 

Tratti che, a mio avviso, permettono di considerare Lenin e l’esperienza della Rivoluzione russa come un anello fondamentale tra l’eredità del comunismo di Marx ed Engels e l’esplorazione delle transizioni ecosociali oggi possibili, necessarie e urgenti. Perché questo è l’orizzonte e l’impegno comunista, unito a quello di tutte e tutti coloro che lottano per realizzare il futuro di un’umanità giusta e libera su un pianeta abitabile.

Un anniversario che dura tutto l’anno Il miglior tributo a Lenin e il più arricchente per noi sarà, invece di restare nella commemorazione specifica di una data – il giorno del centenario della sua morte, il 21 gennaio 2024 – proporci e riuscire a trasformare l’intero anno 2024 in un “Anno di Lenin”. Un anno per realizzare diverse attività che ci aiutino a leggere e conoscere la sua opera e il suo pensiero rivoluzionario. 

Che ci avvicinino alla personalità e al modo di fare – di amare, di pensare, di lavorare, di vivere e di lottare – di un Lenin in carne e ossa, studiandolo nei contesti storici e geografici in cui sviluppa la sua attività, e con l’aiuto delle testimonianze di compagni che ne hanno condiviso il percorso intellettuale, politico e vitale. E di farlo senza cadere in alcuna divinizzazione della sua figura, da lui stesso più volte rifiutata nel corso della sua vita. 

Scopriremo così un militante rivoluzionario con qualità umane, intellettuali e politiche lontane dai luoghi comuni egoistici forgiati per distruggerlo – lui e la sua opera -, come è stato, e continua ad essere oggi, con biografie e testimonianze sulla Rivoluzione russa scritte sia da oppositori sconfitti da Lenin, e dai bolscevichi suoi contemporanei, sia da storici e scrittori attuali di ideologia dichiaratamente conservatrice in alcuni casi, o in altri addirittura palesemente finanziati e al diretto servizio del Dipartimento di Stato americano, senza dimenticare anche alcuni scrittori e militari russi camaleontici e praticanti il contorsionismo politico della fine del secolo scorso. 

Leggere Lenin

La maggior parte degli scritti di Lenin sono raccolti nei 55 volumi dell’opera completa pubblicati dall’ex casa editrice Progreso di Mosca, per l’ultima volta tra il 1981 e il 1988.

Questi volumi sono liberamente consultabili e scaricabili nel  Marxists Internet Archive  (MIA). Qui ho tolto il link all’edizione in catalano. se tu vuoi puoi aggiungerne una in italiano.

Negli ultimi tempi sono stati pubblicati diversi scritti che  sostengono l’opportunità di ricordare, rileggere, riscoprire, recuperare, ripensare o “riattivare” Lenin. Compaiono anche nuovi studi tematici e biografici che utilizzano fonti primarie – documenti, lettere e appunti conosciuti soprattutto dall’apertura degli archivi centrali di alcuni ministeri e istituzioni statali russe… – che non erano stati inclusi nelle edizioni delle loro opere complete.

Alcuni di questi saggi possono essere utilizzati per aiutare a leggere e comprendere meglio il pensiero e l’opera di Lenin. Come è il caso di alcuni testi che possono considerarsi emblematici, scritti nel corso dell’ultimo secolo. Ma nessuno di essi, a mio avviso, può sostituire la lettura diretta o la rilettura degli scritti di Lenin.

E anche se può sembrare ovvio oso ricordare, visti i tempi attuali, che un approccio fruttuoso al suo pensiero e alla sua opera ha un momento imprescindibile: la lettura e l’esplorazione individuale, passo se possibile preventivo – e comunque necessario – per condividere il commento dei testi in conferenze, seminari o sessioni di studio collettive.

Sarebbe bene anche tenere presente che incontreremo fondamentalmente tre tipologie di testi: quelli di carattere più teorico, come l’Imperialismo, fase suprema del capitalismo, quelli che contengono riflessioni strategiche che indicano una prospettiva, come il libro Le tesi di aprile, e quelle più tattiche o congiunturali – ma non per questo meno interessanti dal punto di vista storico e politico -, come la Lettera ai membri del Comitato Centrale, scritta il giorno prima del trionfo dell’insurrezione.

Si tratta di tre esempi di scritti, con i loro specifici stili linguistici, che illustrano alcune delle caratteristiche di Lenin come dirigente rivoluzionario: un dirigente capace di combinare la caratura teorica derivante da molte ore di studio, l’intuizione della sua percezione strategica e l’audacia della sua proposte di azione immediata. 

Per completare i contorni della sua personalità politica, occorre anche evidenziare la sua capacità di leggere i tempi storici e sociali e di integrare tale lettura con l’azione rivoluzionaria e la proposta di partito che riteneva più opportuna in ogni momento; il ruolo centrale della stampa propria nella costruzione e nel rafforzamento dell’organizzazione politica partitica; la tenacia nel difendere le sue posizioni all’interno del partito, unita alla schiettezza del suo modo di dialogare con gli avversari politici. 

Sviluppare ed esemplificare ciascuno degli attributi fin qui solo enunciati eccede l’intento di un contributo volutamente sintetico come questo. 

Una nota sul marxismo di Lenin

I tratti specifici del marxismo di Lenin non si ritrovano solo nelle sue esposizioni che fanno esplicito riferimento a Marx o nei testi scritti per polemizzare con altre correnti contemporanee che rivendicavano il marxismo. Per una comprensione attenta delle caratteristiche del suo marxismo è necessario prendere in considerazione l’insieme del suo pensiero e della sua azione come espressione di un modo di intendere la teoria e la pratica rivoluzionaria. 

La sua lettura dell’eredità intellettuale e politica di Marx lo distingue e lo contrappone con altre correnti di pensiero e con il movimento socialista del suo tempo. 

L’opportunismo politico e lo sciovinismo della maggioranza nella socialdemocrazia europea avevano il loro legame con una concezione deterministica del marxismo, una concezione meccanicistica venata di economicismo. Si era rotto l’equilibrio tra l’importanza allora data allo sviluppo delle forze produttive, senza considerare i loro impatti e gli aspetti distruttivi, e il ruolo assegnato alla lotta di classe.

Spariva così una visione dialettica dei processi storici in corso, che Lenin restaurò come questione centrale recuperando l’importanza del pensiero dialettico legato alle sue implicazioni nella costruzione delle fondamenta di una pratica e di un programma rivoluzionario. 

Lenin insisterà sull’idea che il marxismo non è un dogma, ma una guida all’azione. Esprimerà questa stessa concezione affermando che l’anima, l’essenza viva del marxismo, è l’analisi concreta di ogni situazione concreta. Il suo lavoro è un chiaro esempio di questa visione, strettamente connesso all’esame del corso degli eventi per definire i compiti specifici in ciascuna congiuntura con grande attenzione alle questioni tattiche e organizzative.

Sebbene questo atteggiamento sarà una costante per tutta la sua traiettoria, si possono individuare alcuni momenti di particolare importanza nella maturazione del suo pensiero.

Un momento chiave va collocato nella seconda metà del 1914, con lo scoppio della prima guerra mondiale e la sua riflessione sulle cause dell’atteggiamento dell’Internazionale socialista nei suoi confronti. Una riflessione portata avanti attraverso una lettura approfondita di Hegel, incarnata nei suoi Quaderni filosofici, in particolare quelli dedicati alla Scienza della Logica, e che troverà ampia eco nei suoi scritti su Karl Marx per l’enciclopedia Il Melograno.

Un altro momento degno di nota si verificherà nel 1917 e avrà due espressioni molto chiare nelle Tesi di aprile e in  Stato e Rivoluzione . E il terzo momento di maturazione del suo pensiero, il più esteso e già definitivo, inizierà con la sua proposta per la NEP del marzo 1921 e si svilupperà, con le interruzioni causate dalla malattia, fino agli ultimi testi di febbraio e marzo del 1923.

Rivendicare Lenin nel mezzo dell’attuale crisi di civiltà

 L’urgenza di un’alternativa alla barbarie non può essere sollevata nei termini di una giusta transizione ecosociale senza affrontare la questione del potere, in tutte le sue dimensioni: economica e sociale, culturale e mediatica, politica e militare. 

In questo contesto, Lenin e l’esperienza dei Soviet e del Partito bolscevico possono continuare a fornire insegnamenti preziosi, come l’importanza dell’organizzazione come garanzia di continuità di pensiero e di azione in momenti storici come quello attuale, la necessità di concettualizzare e approfondire le esperienze di radicalità democratica, di costruzione comunitaria e di creazione del Potere Popolare, e collegarle ad un nuovo internazionalismo di solidarietà tra i popoli di tutto il mondo impegnati nella lotta per questo nuovo mondo possibile, ma che non cadrà dal cielo.

Sulla strada per rispondere nuovamente alla domanda “Che fare?” di fronte alle sfide dell’attuale dilemma di civilizzazione e della costruzione di un’Alternativa Sistemica, possiamo  contagiarci positivamente sia con l’atteggiamento che con la pratica che costituivano una parte sostanziale della personalità e del comportamento di Lenin e della sua eredità: lo sforzo di conoscere e la volontà di trasformare.

VICTOR RIOS

da rifondazione.it

foto tratta da Wikipedia