Stefano Macciò, operaio specializzato e capo officina di TPL Savona, aveva 53 anni. Ne parliamo al passato perché è rimasto schiacciato tra due mezzi che aveva in manutenzione ed è morto ieri, 8 febbraio.
Le dinamiche dell’incidente sul lavoro sono ancora da accertare, ma quello che pare abbastanza evidente è la tragicità con cui questi eventi si svolgono e con cui si ripetono ogni giorno in tutta Italia.
La grande esperienza che aveva Macciò nell’ambito delle sue mansioni non lo ha, purtroppo, preservato da quello che, ad ora, si ritiene essere un disgraziato incidente sul cui possibile evitamento sarà la magistratura ad esprimersi.
Questo a dimostrazione che, anche laddove esistono le maggiori garanzie di tutela della salute e della vita sui posti di lavoro, occorre sempre, comunque, investire ulteriormente, per non sottovalutare mai nulla e per dare la massima garanzia di sicurezza a tutte e tutti, in qualunque settore.
Senza prescindere dall’ineluttabilità delle disgrazie che possono accadere senza che vi sia colpa o responsabilità delle aziende, oppure disattenzioni da parte dei lavoratori stessi, è imprescindibile che la sicurezza sul posto di lavoro deve essere un diritto riconosciuto senza se e senza ma.
Deve essere considerata e resa nella pratica come alla stregua degli altri diritti: da quelli propriamente concernenti le mansioni delle maestranze a quelli che invece interessano la vita sindacale e quella propriamente intesa come la propria vita, oltre la fabbrica, oltre il luogo dove si svolge il lavoro stesso.
Nel momento del dolore e del cordoglio, alla famiglia di Stefano Macciò vanno le più sentite condoglianze di tutta Rifondazione Comunista.
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
FEDERAZIONE PROVINCIALE DI SAVONA
Savona, 9 febbraio 2023