Era già tutto previsto

"Lavoratori di Ferrania, ci dispiace; ma la torta di riso è finita, rimane solo..."

Che la vicenda Ferrania fosse una bomba ad orologeria era evidente sino dal 1996, anno dello spin-off di 3M. Che tale questione avrebbe intrapreso una via senza ritorno era altrettanto evidente in tutti i passaggi societari che si sono susseguiti in questi anni.

L'avvio della procedura di amministrazione controllata, Prodi Bis, e le successive tappe, compresi i piani industriali e i protocolli di intesa, si sono susseguite secondo tappe e scadenze già decise. Nonostante le grancasse e le ostentazioni di grandi progetti e programmi, la realtà ha smentito nei fatti tutti coloro i quali andavano vaneggiando sorti magnifiche e progressive legate ad accordi di programma e piani industriali che si sono rivelati vuoti e inconsistenti. Queste cose i lavoratori di Ferrania le hanno sempre dette e ribadite sino dal primo giorno della vertenza, accettando e subendo accordi e scelte palesemente di retroguardia.

Le parole di Fulvio Berruti, apparse su "La Stampa" di lunedì 7 Luglio, necessitano di una riflessione altrettanto sincera e onesta. Esse pongono interrogativi pesanti ai quali si deve dare risposta. La resa incondizionata del sindacato ormai in crisi di rappresentanza e rappresentatività vuol dire anche resa incondizionata alle strategie imprenditoriali ammesso che ce ne siano. Esse sono un messaggio lanciato ai lavoratori di Ferrania ai quali il sindacato manda a dire: "Lavoratori di Ferrania, ci dispiace; ma la torta di riso è finita, rimane solo...", vedete un po' voi cosa fare!

Nella vertenza Ferrania, come in altre, l'unico programma rispettato è stata la compressione dei salari e dei contratti dei lavoratori, veicolati da accordi sindacali capestro come ha ricordato anche Fulvio Berruti. Dopo la decimazione della forza lavoro non si ci può stupire della perdita di rappresentanza e credibilità delle organizzazioni sindacali e della perdita di impatto degli stessi lavoratori.

Da un punto di vista strettamente strategico, di funzione sindacale di prospettiva, non tanto per Ferrania ma più in generale per l'intera Valbormida e Provincia, le numerose situazioni di crisi aziendale in atto, fotografano una situazione economico-occupazionale preoccupante poiché tutti i soggetti coinvolti: imprenditori, organizzazioni sindacali, enti locali, non riescono o non vogliono produrre proposte alternative, nuove opportunità di impresa capaci almeno di attenuare il saldo negativo in termini di dismissioni e chiusure.

Ad un modello costiero che sostituisce dismissioni industriali con aperture di centri commerciali e turistici, si accosta nell'entroterra un modello che tenta di sostituire dismissioni industriali con insediamenti ad altissimo impatto ambientale. Le battaglie e le discussioni sulle centrali elettriche, prima a gas, poi a carbone, poi a biomasse, che diventeranno ora forse nucleari vista la svolta nuclearista del governo, testimoniano l'incapacità di progettare un futuro diverso, imperniato su tecnologia e qualità.

Questa è l'amara realtà che ci viene consegnata oggi! E dire oggi "ci dispiace, abbiamo commesso degli errori!" ci pare sinceramente troppo poco!

Commissione Lavoro PRC Savona
Savona - 8 Luglio 2008