Crisi irreversibile alla Ferrania

La realtà ha sconfessato nei fatti gli accordi di programma

Risulta ormai chiaro a tutti che la realtà ha sconfessato nei fatti gli accordi di programma e le dichiarazioni di intenti. Il polo produttivo di Ferrania si avvia a diventare un sito che, stando alle dichiarazioni della proprietà, non prevedrà lo stabilimento della Ferraniapiù di 200 addetti garantiti dalla centrale a biomasse approvata dalla Regione (la centrale a carbone a lungo proposta avrebbe portato ad una minore occupazione). Non vi è inoltre alcuna certezza sulle prospettive future dei dipendenti. Insomma pochi e non si sa per quanto.

Tutto ciò sconfessa palesemente i bandi di aggiudicazione e di vendita che ponevano in più del doppio gli impegni sul personale impiegato e in forza nella nuova società. I progetti di rilancio e i piani industriali presentati si sono concretizzati nella più vecchia e collaudata delle ricette: cassa integrazione, mobilità e taglio del personale.

Lo smantellamento del polo produttivo continua, nulla è dato sapere sui progetti e sulle nuove opportunità che erano state concordate a inizio anno. Silicio, grandi conduttori, finanziamenti sulla ricerca, piattaforma tecnologica, che fine hanno fatto?

Le persone si spostano, cambiano mansione, secondo logiche e strategie ben chiare miranti esclusivamente al raggiungimento dell'obiettivo della scadenza della Prodi bis, termine oltre il quale cessano anche i pochi vincoli che la nuova proprietà deve ancora rispettare.

L'unico progetto che continua è quello del ricorso agli ammortizzatori sociali che dovranno assorbire altri esuberi in un comprensorio che ormai produce solo crisi industriali e ambientali.

Segreteria provinciale Rifondazione Comunista
Savona - 11 Aprile 2007