Facciamo conoscere realmente la Ferrania

Il comprensorio valbormidese non può sopportare nuove crisi occupazionali

Vorrei brevemente ripercorrere le tappe salienti delle vicende che hanno vissuto e interessato i lavoratori di Ferrania dal 1995 ad oggi:

uno scorcio del porto di GenovaIn termini realistici e corretti ci si propone oggi un altro SPIN OFF che dovrebbe garantire e sancire lo scorporo della Ferrania S.p.A in due società separate aventi linee di prodotto e obiettivi differenti. Una società sarebbe la destinataria dei finanziamenti pubblici legati a Sviluppo Italia, Finanziaria statale adibita al finanziamento di progetti innovativi e di sviluppo finalizzati ad imprese dotate di bilanci non in passivo. L'atra comprendente le linee di prodotto mature e non più remunerative. Come si può altrimenti definire questa operazione se non un ennesimo SPIN OFF? Vale la pena ricordare che il significato vero di questa magica parola non è altro che dismissione! Con tutte le conseguenze del caso.

Risulta sempre più evidente che è estremamente difficile oggi tentare di invertire tendenze e ricostruire ciò che scelte strategiche passate hanno distrutto, proprietà industriali, brevetti, reti commerciali e di assistenza tecnica. Scelte che purtroppo troppo supinamente, da parte di tutti, sono state accettate, condivise e sponsorizzate quali il minor male possibile per il futuro del polo produttivo di Ferrania. Politiche troppo accondiscendenti alle strategie industriali decise e imposte da oltre oceano e che hanno minato ed impoverito le potenzialità industriali del sito.

La lotta che noi lavoratori di Ferrania abbiamo intrapreso se ieri era finalizzata a fare pressione sugli istituti di credito affinché riaprissero nei confronti dell'azienda i cordoni del credito, oggi, che questo è stato rifiutato, deve essere finalizzata al mantenimento e alla ripresa di tutta l'attività produttiva. Questo un obiettivo è di importanza vitale per portare a casa qualche risultato.

È altrettanto chiaro che nel contempo ognuno deve fare la propria parte, e con questo intendo, enti locali ma soprattutto Regione e Governo, che sono gli unici enti titolati ad approntare soluzioni e politiche di intervento, che mirino alla salvaguardia del polo produttivo. Tentando anche di correggere e invertire atteggiamenti, posizioni e scelte che sino ad oggi sono state portate avanti e che hanno penalizzato e aggravato la situazione di questo polo produttivo.

È altrettanto importante che l'opinione pubblica, i nostri interlocutori, abbiano una immagina chiara e reale della realtà odierna di questo polo produttivo. Non è assolutamente vero, come ho avuto purtroppo occasione di sentire, che Ferrania è tecologicamente obsoleta. È pericolosissimo fare equazioni del tipo della candela e della corrente elettrica, questi paragoni sono assolutamente falsi. Non è vero che è come se a Ferrania si producessero le candele, quando qualcuno ha inventato la lampadina! Dire e sostenere questo è falso e ci penalizza ancora di più.

Per questo ritengo indispensabile che si conosca la realtà di Ferrania per quello che realmente è. La sensazione che ho avuto in questi giorni è questa e cioè che la realtà del polo produttivo di Ferrania spesso non è conosciuta, chi la conosce la lega ad una ed una sola linea di prodotto o lega il suo ricordo ad una realtà di alcuni/molti anni fa. Non si ha quindi la percezione delle innovazioni tecnologiche che in questi anni sono state introdotte e hanno trasformato anche i prodotti tradizionali.

La decisione di rientrare nel business della diagnostica per immagini contenuta nell'ultimo piano industriale si è concretizzata su vari segmenti di mercato e cioè:

uno scorcio del porto di GenovaQuesti ultimi segmenti rappresentano oggi l'evoluzione della diagnostica per immagini, sui quali Ferrania sta investendo molto anche mediante pathnership con altre aziende a livello mondiale. Se da una parte questa politica di rientro sta producendo alcuni risultati a livello internazionale soprattutto nel Regno Unito, in Francia e in America, non altrettanto lo si può dire per il mercato italiano dove tutti noi ricordiamo il contenzioso che è ancora in atto sulla fornitura all'ospedale S. Paolo di Savona, proprio in casa nostra, nella nostra provincia, nella nostra regione.

È chiaro che è oggi in atto una competizione sul mercato che si gioca su vari livelli. L'economicità dell'offerta e la competizione sui prezzi vale per quanto riguarda la parte convenzionale dei prodotti; mentre sulle restanti componenti gioca un ruolo fondamentale la fornitura di sistemi completi per la gestione e l'archiviazione della diagnostica per immagini. Compito nostro, di tutti noi lavoratori quindi è anche quello di non lasciare passare messaggi che dipingono questa azienda e questo sito come decotto.

Voglio ricordare quindi i filoni portanti della produzione di Ferrania. Il prodotto chimico, legato a ciò che normalmente viene detto "chimica fine", che comprende prodotti finalizzati al processo interno (i cosiddetti semilavorati) e prodotti finiti che vengono venduti sul mercato e necessari al trattamento e allo sviluppo del prodotto fotosensibile. La nuova generazione di prodotti nuovi per la linea computeristica (carta fotografica per stampanti a getto di inchiostro, cartucce di inchiostro per le stesse stampanti compatibili quasi tutte le stampanti a getto di inchiostro presenti sul mercato (da HP a Canon, Epson ecc...). La linea del photo color (rullini 135, aps) che comprendono anche la fornitura di marchi privati (Tecmì, Linea COOP, Esselunga e altri). La linea delle arti grafiche. E la già menzionata linea del Life Imaging o diagnostica per immagini, che non è assolutamente legata e rappresentata dalla linea tradizionale, di cui però è parte significativa e preponderante.

Quindi ritengo necessario che in tutte le immagini che noi diamo anche pubblicamente, nelle manifestazioni, nelle interviste, queste cose le dobbiamo dire e ribadire, perché innanziatutto è la realtà delle cose, ed è la sola che ci serve veramente in questo momento. Esponiamo magari le confezioni dei prodotti consumabili che produciamo e commercializziamo, dalla carta colore, alle cartucce per stampanti, ai rullini. Per altri prodotti mi rendo conto che sia impossibile; ma il messaggio che lancio è questo: facciamo conoscere Ferrania per ciò che realmente è.

Ho già vuto modo di dirlo in altre occasioni, noi lavoratori di Ferrania non abbiamo paura di competere con altri, se tale competizione la si gioca su un piano concreto, su quello della qualità, dell'assistenza, della tecnologia e persino del prezzo dei prodotti, se però il piano di competizione è un altro, allora lo si dica. La decisione di Kodak di uscire immediatamente dall'APS e annuncia tagli per 15.000 addetti, credo che apra per noi opportunità in questo settore, aumentando volumi e fette di mercato, questo potrebbe darci ancora fiato per il futuro, che varrebbe la pena di perseguire.

Un altro aspetto molto importante, che è stato più volte ribadito, è che la nostra vertenza deve essere scalata a livello nazionale. La nostra lotta deve quindi essere sostenuta a livello nazionale dalle organizzazioni sindacali, dalla Regione, dai parlamentari liguri ai quali chiediamo di battersi affinchè la nostra battaglia diventi una vertenza a carattere nazionale ne assuma tutte le caratteristiche e la risonanza.

Un altro aspetto che talvolta sfugge o è dimenticato è il seguente: non è possibile accettare che in nome del contenimento della spesa pubblica, che coinvolge gli enti locali e in particolare le aziende sanitarie locali,s i emanino decreti e leggi finanaziarie che nel rispetto dei famosi patti di stabilità, in aperto contrasto e nella più completa inosservanza di normative europee (che vincolano gli appalti e le procedure in tempi, modalità, fornitura e pagamento) si congelino per decreto le uscite di tali enti, portando e dilazionando sino a 360 giorni, il pagamento delle fatture.

È chiaro che tutto ciò si scarica prima di tutto sui flussi di cassa delle aziende fornitrici, quindi sugli addetti e sui lavoratori di tali imprese. Tutto ciò è pura alchimia contabile, che se da una parte premia i vari managers sanitari, permettendo loro di presentare belle slide nelle quali si dimostra la diminuzione delle uscite, in base ai quali tali mamagers sono anche premiati economicamente, dall'altra mette in seria difficoltà tutti coloro che tali prodotti hanno fatto, prodotto e commercializzato!

Concludo ribadendo che il percorso che si ci prospetta è indubbiamente difficile, ma tutti sappiamo che per noi è vitale, è indispensabile quindi che tutti noi lavoratori dimostriamo ancora una volta la nostra capacità, la nostra professionalità, la nostra serietà, mettendole a disposizione di chi ci vorrà seriamente aiutare e di chi condivide con noi le ragioni di questa lotta che ha come obiettivo vitale il mantenimento produttivo di questo sito. A noi non interessano né esecuzioni sommarie, né processi e null'atro di questo tipo, il nostro obiettivo è ed è sempre stato il mantenimeto e la prosecuzione dell'attività di questo polo produttivo, come quello della ROLAM di Altare e quindi di tutta l'economia dell'intera provincia.

uno scorcio del porto di GenovaL'intervento che noi chiediamo a livello politico deve iniziare con lo sblocco urgente delle procedure di appalto per le forniture di prodotti per la diagnostica per immagini, alle quali è necessario che ASL, Regione e Comuni mettano mano. Naturalemte ci si ricorda dello stato di salute di poli produttivi solo quando questi sono "aih noi" interessati da notizie terribili come quelle annunciate in questi giorni per Ferrania; ma che interessano anche i lavoratori della ROLAM di Altare, che hanno interessato i lavoratori della fonderia di Cairo, dell'ILSA di Carcare e di altre ancora.

Riteniamo che dal punto di vista socio-economico il nostro comprensorio non possa più sopportare altre dismissioni, altre chiusure, altre situazioni di crisi. È in atto un vero e proprio impoverimento del tessuto socio-economico comprensoriale ed un impoverimento di forza lavoro che per forza cerca alternative altrove. Trovare alternative non è né facile né tantomeno immediato.

A tutti noi penso sia ben chiara l'attuale situazione del mercato del lavoro in Italia. Ritengo che dovere di una forza di governo matura e responsabile sia quello di imboccare politiche adeguate di sostegno miranti ad uno sviluppo sociale e socialmente compatibile che abbia come obiettivo primario la valorizzazione delle risorse produttive del paese, delle sue intelligenze avendo anche la capacità di difendere tali scelte dai miraggi legati alle chimere di un mercato globale e integrato la cui unica regola proclamata è la competitività, dai miraggi del mercato che si autoregola, che sancisce la sopravvivenza o la morte di aziende, che decide il futuro o il non futuro di tutti noi, che decide che oggi sei diventato improvvisamente un esubero e magari usa la televisione per comunicartelo. Dai miraggi della modernizzazione basati esclusivamente sulla precarizzazione e sullo sfruttamento della forza lavoro, sulla negazione dei diritti dei lavoratori, sullo scontro generazionale.

Temi questi che il nostro paese, i suoi governi passati e in particolare quest'ultimo hanno preso a modello di sviluppo. Ma davvero non si ci accorge che continuando di questo passo si arriva al crollo dell'economia e della capacità produttiva del paese?

Termino ribadendo la parte finale dell'ordine del giorno approvato oggi al Comune di Carcare, esso deve diventare un impegno doveroso di tutte le forze politiche rappresentate sul territorio nei confronti di tutti i lavoratori in generale e cioè:

Furio Mocco
Consigliere Comunale PRC a Carcare
Carcare - 31 Gennaio 2004